Capitolo 40 - Bentornata, Preside

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Il giorno dopo, Stefania e Lucia erano in libreria...

- Oi, che ci fai qua? - chiese Lucia all'amica.
- Già vuoi cacciarme? - ironizzò Stefania.
- Ma che, scherzi? - le sorrise la Liguori.
- Bene, allora mi sembra che sia tutto pronto... - disse la Ansaldo.
- Allora è arrivato il momento di dire addio... - predicò Lucia.
- Non fa' così, Lucia, dai... - la supplicò l'amica.
- Come farò senza la mia testardona? - continuò Lucia, facendola scoppiare in lacrime.
- Io ce sarò sempre per te, Lucia. - le sorrise, abbracciandola.
- Ti voglio bene, amica... - le disse la Liguori.

Stefania e Lucia si guardarono negli occhi...

- Allora io vado... sono venuta per salutarti... voglio andare un po' prima, visto che è il mio primo giorno... - le spiegò la Ansaldo.
- Allora... ciao. - le sorrise la Liguori.
- Ciao, amica mia. - ricambiò Stefania, sorridendo a sua volta.

Le due si abbracciarono un'ultima volta, poi Stefania andò per la sua strada, lasciando da sola Lucia che non poté trattenersi, scoppiando in lacrime.

- Addio, socia mia - predicò la Liguori, guardando la cornice sua e della Ansaldo, quindi la abbassò e tornò al lavoro.

Intanto in bottiglieria...

- Oi, amore, come mai qui? - chiese Cesare a Pamela.
- Eh Cesare... io e Matilde volevamo dirte una cosa... - gli spiegò la donna.
- Anche tu ci sei, tesoro? Niente scuola oggi? - domandò lui, rivolgendosi alla figliastra.
- Entro alla seconda ora, Cesare... - gli rispose Matilde.
- In realtà quello che voleva dirti Matilde è che c'è una persona che vuole presentarti... - continuò Pamela.
- Ah sì? E dove? - chiese il vecchio Cesaroni.
- Emilio, vieni. - disse la donna, quindi il ragazzo entrò in bottiglieria.
- Ah, che bel ragazzo, e chi sei tu? - lo accolse calorosamente Cesare, offrendogli una stretta di mano.
- Salve, signor Cesaroni, sono il nuovo ragazzo di vostra figlia. - si presentò Emilio, ricambiandogli la stretta di mano.
- Ah?!? - esclamò Cesare, crollando a terra per la notizia.
- Oddio, Cesare! Emilio, non ce fa' caso... - accorse in suo aiuto Pamela.
- No, non si preoccupi. - disse il ragazzo.
- Mamma, però noi ora dobbiamo andare... che dobbiamo risolvere una faccenda! E poi non è proprio una bella immagine da vedere... - predicò Matilde.
- Va bene, tesoro, andate... - annuì la donna.

Emilio e Matilde furono raggiunti da Clara ed insieme andarono a casa Cesaroni, sicuri di trovare Mimmo da solo in camera sua...

- Allora, Clara, anche tu hai detto di provare qualcosa per Mimmo?... - le chiese Matilde.
- Beh, sì... - annuì l'amica.
- Bene, anche lui è rimasto affascinato da te, Clara... - le confidò Emilio.
- Ok, sono pronta... - disse fermamente la ragazza.

Clara suonò al campanello e dopo un po' Mimmo le aprì...

- Oi ciao, Clara... come mai qui? - le domandò il piccolo Cesaroni.
- Posso entrare, caro? - le chiese a sua volta l'amica.
- Certo che puoi... - annuì il ragazzo, accogliendola, quindi chiuse la porta d'ingresso.

- Bene, e adesso come entriamo? - continuò Emilio, rimasto fuori casa con Matilde.
- Ci penso io! - lo rassicurò lei, mostrandogli le chiavi.
- C'è un motivo per amarti... - predicò il ragazzo.
- Sì, che voi uomini, senza le donne, siete persi! - gli rispose la ragazza.

Emilio e Matilde entrarono in casa Cesaroni e si recarono dietro la camera dei ragazzi, quindi aprirono lentamente la porta per sentire la discussione...

- Allora? Si può sapere perché non vieni più a scuola? - chiese Clara a Mimmo.
- Beh, ho dei miei problemi... - le rispose il piccolo Cesaroni.
- Di amore o di studio? - continuò l'amica.
- Entrambi? - ipotizzò Mimmo.
- No, è impossibile... tu sei bravo e molto intelligente! - lo elogiò Clara.
- Già, sfigato in amore però! - puntualizzò lui.
- No... sei un ragazzo dolce e sensibile... e molto bello... e ogni ragazza cadrebbe nelle tue braccia... sai? Uomini come te ne esistono pochi! - gli disse lei.
- Lo sai che sei molto bella?... - la elogiò il giovane Cesaroni.
- Tu di più. - lo ricambiò Clara, baciandolo. - Allora? Ti piace?
- Rifallo? - le chiese Mimmo, così lei lo baciò nuovamente e insieme cominciarono a spogliarsi, finendo per fare l'amore.

- Hai capito l'amicone? - predicò Emilio, sghignazzando silenziosamente.
- Già... - mormorò Matilde.
- Dai, andiamo! - continuò lui, quindi uscirono da casa Cesaroni.

Il mattino seguente, Emilio e Matilde si baciarono tra i corridoi della scuola e da lontano videro Mimmo... la ragazza lo rincorse contenta ma, appena notò l'arrivo di Clara e i conseguenti baci tra i due, si fermò...

- Ciao, tesoro. - disse il piccolo Cesaroni alla fidanzata.
- Ciao, stupendo. - gli rispose lei.

Mimmo riprese a baciarla, ma vennero interrotti da Stefania...

- Beh? Cesaroni, vuoi rifugiarti in classe? - lo richiamò la Ansaldo.
- Oi, guarda che hai smesso di essere preside di questa scuola secoli fa. - le disse, sghignazzando con la fidanzata, mentre l'amica di famiglia lo osservò attentamente.

- Uguale a tuo fratello sei... e mi dispiace darti la brutta notizia... ma da oggi sono di nuovo preside di questa scuola... - annunciò Stefania, sottolo sguardo incredulo dei due ragazzi, quindi urlò. - MASH!!!

Mimmo e Clara corsero rapidamente in classe...

- RAGAZZIII, SONO TORNATA A TORMENTARVI LA VITA! - urlò tra i corridoi la Ansaldo, ridendo malvagiamente.

Intanto arrivò la sera e tutti erano riuniti al tavolo del salotto di casa Cesaroni...

- Allora, Marcoli'... ce la vuoi da' 'sta notizia? - lo incitò Giulio.
- Come tutti sanno, ho smesso di fare il musicista un po' di anni fa... però ora che sono tornato a casa mia e con il mio vero amore. - predicò il cantautore, abbracciando Eva. - Ho deciso di ritornare a cantare.
- Evvai! - esultò Rudi, sorridendo.
- Sono davvero contenta, Marco. - gli disse Alice, entusiasta.
- E non è l'unica sorpresa, perché presto arriveranno nuovi pezzi. - continuò Marco, ricevendo gli applausi di tutta la famiglia.

Il giorno dopo, a scuola, Stefania era nel suo vecchio ufficio a svolgere i suoi passati compiti, quando ad un tratto entrò Lucia...

- Allora, come va? - le chiese la Liguori, sorridendo.
- Bene, Lucia... a parte la mancanza della mia migliore amica... - ammise la Ansaldo.
- E quale mancanza?... Vedi che io sono qui! - la rassicurò l'amica, ridendo.
- Sì... a tormentarmi.  - la seguì Stefania, ridendo a sua volta.
- Mi fa piacere vederti sorridere... dopo tutto quello che hai passato... - predicò Lucia.
- Già... - sospirò la Ansaldo, rievocando un ricordo.

- Eh ma non vedi che sto a lavora'?!? - urlò Stefania, rivolgendosi al marito.
- E Ciù Ciù, scusami... ero passato di qui per vedere quanto sei bella. - le disse il signor Masetti.
- Ce vediamo stasera. - gli sorrise lei.

- Oi, Stefania, tutto bene?... - le chiese Lucia.
- Sì, sì, vecchi ricordi... - le rispose l'amica.
- E come si chiamano questi ricordi? Ezio?!? - continuò la Liguori, sprovandola.
- Eh, Lucia... non è facile dimenticarlo... - le spiegò la Ansaldo.
- Ed io sono qui per aiutarti. - la rassicurò Lucia.
- Come sempre, amica... - annuì Stefania, sorridendole, quindi si abbracciarono.

Intanto bussarono alla porta...

- Eh, sì sì, vieni, Stefano. - disse la Ansaldo, invitando ad entrare il collega.
- Stefania, mi sono dimenticato di dirti che è tornata una vecchia professoressa di tempo fa... e deve firmare alcune carte proprio con voi... - le spiegò l'uomo.
- Sì, sì, falla entrare. - annuì Stefania.
-  Prego, entrate. - continuò il collega, facendo strada alla professoressa.
- Lei?!? - esclamò stupefatta la Ansaldo, guardandola attentamente.
- Oh cielo! - la seguì Lucia.
- Mi fa piacere rivedervi, care amiche! - disse entusiasta la Zuppante, mentre Stefania svenne per shock.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora