Ezio andò in libreria, lì dove lavoravano Stefania e Lucia...
- Si può? - chiese sfinito.
- Ancora tu?!? Ma che vuoi?!? - lo sgridò la moglie.
- Beh, io vado a prendere un caffè in bottiglieria... - disse Lucia, lasciandoli da soli.
- Voglio chiarirmi con te... - continuò Ezio.
- Sì, così poi tutti vissero felici e contenti... ma vattene per piacere... - ironizzò Stefania.
- Stefa', io ti amo... scusa, amore mio... io non so perché l'ho fatto... mi sentivo in trappola, mi sentivo di troppo... cerca de capi' pure a me... - la supplicò.
- Ah, io devo capire a te... Ezio... io al tuo fianco non mi sentivo una vera Regina... però stavo bene... perché, nonostante tutto, io ti amavo per quello che eri... certo, non eri l'uomo perfetto, ma eri perfetto per me... poi però... un giorno tu te ne sei andato senza darmi spiegazioni... lasciandomi una lettera d'addio dove non mi hai fatto capire un bel niente... dopo che ho letto quella carta straccia, sono corsa da Giulio perché pensavo che era tutto uno scherzo... e speravo di trovarti lì con un mazzo di rose in mano... e che mi avresti baciata e mi avresti detto che non mi abbandonerai mai perché mi ami troppo.... però c'era solo una piccola differenza... tu non c'eri! E quindi io sono caduta nella più totale depressione che potesse mai capitarmi. Giulio... Cesare... se non fosse stato per loro, non mi sarei mai ripresa... mi ero tinta perfino i capelli di bianco! E poverino quel povero di Annibale, il fratello Cesaroni... gli stavo ventiquattro ore su ventiquattro a chiedere aiuto per farti trovare ed ammazzarti... ma poi mi ha fatto capire una cosa: Che ammazzarti non serviva a nulla... perché io non ero così e non sono così... non avrei mai pensato di essere abbastanza forte per ricominciare a vivere un giorno senza di te... nascondevo la mia sofferenza... e quindi un giorno mi sono svegliata e ho ricominciato a vivere... e vivere senza di te... e poi però, dopo alcuni giorni, sei tornato tu... pentito e desideroso di ricominciare nuovamente la storia con me. C'è un'altra piccola differenza anche qui... questa volta sono io a non esserci! Ah, e a proposito di questo... - si sfogò Stefania con le lacrime agli occhi, avvicinandosi a lui e porgendogli le chiavi. - Ecco, queste sono della nostra... della tua casa...La donna, con un piccolo sforzo, si asciugò le lacrime e ricominciò a lavorare...
- Ora vattene, per piacere. - disse, rivolgendogli un ultimo sguardo.
Ezio, rimasto senza parole, annuì rammaricato, guardandola ancora per qualche secondo...
- Ti amo, Ciù Ciù! - le si dichiarò, quindi uscì dalla libreria.
Dopo qualche minuto entrò Lucia e vide l'amica in lacrime.
- Hai sentito tutto, vero? - disse Stefania.
- Mi dispiace, amica... ma tu sei sicura di non amarlo più? Anche io pensavo così di Giulio... e ho anche divorziato... però poi siamo tornati insieme e ci amiamo più di prima... - le rispose, cercando di esserle di aiuto.
- Non è la stessa cosa, Lucia... Giulio non ti ha mai lasciata da sola... solo con una lettera sul comodino, piena di orrori grammaticali... - predicò la donna, abbattuta.
- Ci sarò sempre per te... qualunque cosa accada... - la rassicurò Lucia, abbracciandola affettuosamente.
- Grazie, amica mia. - le dimostrò la propria riconoscenza, rispondendo all'abbraccio.Intanto squillò il cellulare della Ansaldo...
- Chi sarà mai ora?!? - disse furibonda.
- Beh... rispondi, no? - le suggerì Lucia.- Pronto?... Ma davvero?... Dio, non ci credo, ma quando?... Settimana prossima?!?... Beh, non vedo l'ora!... Ciao tesoro. - disse Stefania, parlando al telefono.
- Tesoro?!? - le chiese Lucia.
- Non ci crederai mai... come sono felice! - esultò la Ansaldo.
- Cosa?!? - la seguì l'amica, incuriosita.
- La settimana prossima tornano Walter e Carlotta a Roma. - sorrise Stefania.
- Che bella notizia! - disse contenta Lucia.
- E dicono che con loro ci sarà una sorpresa. - continuò l'amica, provando ad immaginare di cosa potesse trattarsi.
- Che effetto gli farà non vedere più i suoi genitori uniti? - predicò Lucia, mentre lo sguardo di Stefania si perse nel vuoto.Intanto in bottiglieria...
- Pamela?!? - esclamò Giulio a Cesare.
- Pamela... è ancora in Svizzera con Matilde... ancora devo conoscere il bambino, pensa un po'. - gli rispose Cesare, sognando ad occhi aperti la vita da nonno.
- No, Cesare... Pamela e lì... - disse il fratello, indicando la donna, appena entrata.
- Ciao, amore mio. - soggiunse Pamela, baciando il marito ed abbracciandolo.
- Pamela... amore della mia vita... ma perché non mi hai avvertito del tuo ritorno? - le chiese lui.
- E volevo farti una sorpresa... - si giustificò lei.
- Ciao, Mati'... non me saluti? - continuò Cesare, rivolgendosi a Matilde.
- Ciao Ce'. - gli sorrise la ragazza.
- Allora dove sta il maschione del nonno? - le chiese, desideroso di vedere il nipotino.
- Cesare... Matilde te deve di' 'na cosa importante... - intervenne Pamela.
- Che è successo, Mati'? Dimme... - le si avvicinò preoccupato Cesare.
- Cesare, hai presente quando ti ho detto che ero incinta? - si spiegò la figliastra.
- Sì... me ricordo molto bene... eravamo a casa Scaramozzino... - disse Cesare, rievocando il passato.
- E chi se lo dimentica! - sospirò Pamela.
- Falla finita! - la interruppe lui, quindi si rivolse a Matilde. - Avanti, dimme, Mati'.
- Beh... Cesare, io non sono mai stata incinta... non c'è... non esiste nessun bambino.... - concluse la ragazza, abbassando lo sguardo mentre Cesare rimase immerso nei suoi pensieri.
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I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)
FanficTutti i diritti riservati. Questo sceneggiato è da considerarsi una semplice proposta volta a continuare le vicende lasciate in sospeso al termine della sesta serie della fiction, ma è approvato ed appoggiato dal cast storico e da chi ha lavorato pe...