14. Tempo e spazio

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Capisco subito che non è la realtà ma solo la sua mente, così mi guardo attorno disorientata e cerco di trovare l'uscita.

"Che ci fai tu qui?" chiede Kael apparendo davanti a me. Anche in una proiezione della realtà indossa un giubbotto di pelle che ha nella vita vera, dev'esserci davvero affezionato.

"Merda" borbotto capendo di essere bloccata qui.

Chissà perché mi sono messa in un casino simile cercando di salvare un angelo, uno che tra l'altro manco mi piace particolarmente.

"Modera i termini!" Mi ammonisce spazientito.

"Ma dai! Ti sto salvando la vita e vuoi che non imprechi?" mi lamento come se fossi una bambina che è appena stata rimproverata per ever detto qualcosa di sbagliato.

"Cassandra che stai facendo?"

"Ti salvo" mi avvicino a lui e mi sollevo la manica mostrando delle vene scure allungarsi sul mio braccio.

"Non puoi farlo, ti ammazzerai provandoci! Non sei abbastanza forte"

"L'hai detto tu stesso, so fare più di quanto sembra, e poi tu non sai niente di me" mi metto una mano sulla fronte e mi massaggio le tempie.

Mi inchino e siedo sull'erba bagnata di rugiada, tanto so che quando mi solleverò non avrò i pantaloni bagnati. Tutto questo sta succedendo solo nella sua mente.

"Voglio che tu sappia una cosa. I demoni non sono innocenti e quindi neanche io lo sono. Ormai non posso più essere salvata ma farò una cosa bella salvando te, va bene?"

Alza le mani al cielo e non capisco cosa cerca di afferrare ma ciò che mi cattura è la maglietta che si solleva e fa intravedere degli addominali e varie cicatrici.

"Tu puoi ancora essere salvata, non hai fatto nulla di irrimediabile"

"Fidati di me per una volta. Ho fatto fin troppo in soli diciassette anni di vita. Troppe scelte sbagliate che bastano per una vita intera. Questo è il mio modo di redimermi. Accettalo" dico prima di uscire dalla sua testa e tornare alla realtà.

Quando riapro gli occhi i cacciatori stanno ancora affrontando centinaia di demoni da soli, allontano la testa dell'angelo dalle mie gambe e mi alo in piedi.

"Nicholas portatelo lontano da qui, ci penso io a tutti loro" dico seria tenendomi in piedi a fatica.

Far ricrescere le ali a Kael e salvargli la vita mi ha sfinita ma finchè ci saranno i fratelli Forester vicino a me non potrò fare nulla.

"Adesso vi farò andare lontano da qui. Non tornate per nulla al mondo fino a quando i demoni non saranno andati via, chiaro?" dico prima di schioccare le dita facendoli sparire tutti nel nulla.

I demoni si accalcano intorno a me come se volessero sbranarmi viva. Li tengo lontani solo grazie alla luce, ormai flebile, che emano con il mio corpo. Non riesco più ad assorbire altra energia, sono troppo stremata per provare a incanalare altra magia e l'unica scelta che ho adesso è così brutta che non avrei mai pensato di aver il coraggio di fare.

Afferro un demone e gli taglio la gola con lo stesso coltello con cui mi sono tagliata la mano, poi inizio a bere ogni goccia del suo sangue che riesco a prendere. Sento la nuova magia rombarmi nelle vene con un ruggito e gli occhi iniziano a brillare di un rosso acceso.

"Vi do un'ultima possibilità: andatevene prima che vi uccida tutti, potrete tornare a squartare i mortali e a farvi gli affari vostri ma se rimanete vi incenerirò con un solo schiocco di dita" sono stremata e furibonda e quando li vedo avvicinarsi ancora di più faccio un respiro profondo e poi butto fuori tutto quello che ho in corpo.

Ogni briciola di energia che mi reggeva in piedi viene lanciata a grandissima velocità contro di loro, con tutta la potenza di cui sono capace. Non c'è più niente nel mio corpo oltre a qualche goccia di sangue e brutti pensieri ma quando le mie ginocchia toccano terra sono completamente vuota. Se la libertà ha un sapore è quello del sangue: fresco, metallico, viscoso al punto giusto.

Nella mia vita sono stata svuotata di tutto ciò che ero più e più volte. Prima da Lucifero, poi da Alastor quando mi allenava per diventare un demone migliore e adesso per proteggere degli umani e per salvare un angelo. La terra fuori da dove prima c'era il cerchio di luce è completamente nera e bruciata fino a una trentina di metri. Lo scoppio della mia magia si è espanso come i cerchi concentrici quando lanci un sasso in acqua, distruggendo tutto ciò che ha trovata nel suo cammino.

Rimango inginocchiata per qualche altro secondo, poi crollo sull'erba e rimango a fissare il cielo per più di un'ora.

"Se devo morire almeno lo farò guardando qualcosa di azzurro e non il soffitto di una cella infernale." dico a me stessa mentre il mondo inizia a vorticare e a collassare su se stesso.

Chiudo gli occhi e rimango intrappolata nel buio della mia testa, o forse sono morta e non verrò rivendicata né dall'inferno né dal paradiso. Tutto quello che ho detto per insabbiare la mia vera identità sarà stato vano se alla fine finirò a vagare nel vuoto.

Ero solo una bambina e ciò che mi ricordo del mio rapimento sono gli occhi di mia madre, pieni di lacrime quando i demoni mi hanno strappata dalle sue braccia. Non saprei dire come sono andate di preciso le cose quella notte, so solo che un momento ero nella mia cammeretta e quello dopo sentivo la mia pelle bruciare a causa delle alte temperature infernali. "Benvenuta nel mio regno, piccola mia" sono state le prime parole che il diavolo mi abbia mai rivolto. La mia vita è stata decisa da forze molto più potenti di me, lo cosa più bella che mi potesse accadere è questa: morire per quello in cui credo, avere la possibilità di redimermi per tutto ciò che ho fatto.

Non so in quale momento della mia dormi-veglia finisco per venire risucchiata in una spirale ancora più buia. Tutto quello a cui pensavo un attimo prima scompare nel nulla e anche io scompaio con quei pensieri perdendo completamente la concezzione del tempo e dello spazio.

The Heir: Queen of HeavenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora