10. I Forester

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"Ti farebbe così schifo l'idea?" mi alzo di scatto con l'orgoglio ferito.

"Sei un demone" si alza in tutta calma e mi guarda dritta negli occhi.

"Non sarai mai alla mia altezza, piccolo abominio" sembrano dire tutte quelle sfumature di verde.

"Oh scusa hai ragione, non potrei mai essere all'altezza di frequentare uno come te" gli volto le spalle e inizio ad andare verso l'uscita.

Mi afferra il polso e mi costringe a voltarmi.

"Non essere sciocca"

"Sei un bastardo! Non ti chiedo di stimarmi e adorarmi ma almeno smetti di allenarmi se mi detesti così tanto" sbotto.

So di essere piena di difetti ma essere disprezzata perché sono un demone (e in realtà non è nemmeno così), mi ferisce nel profondo.

"Io non ti detesto ma devi capire che le cose sono diverse qui!" ribatte e cerca di abbassare la voce visto che stava iniziando a urlare pure lui.

"Diverse nel senso che io sono solo un demone e tu uno stimatissimo angelo? So cosa dicono di te e forse credi che io intacchi la visione che hanno di te, è per questo?" ringhio e sento che sto per perdere la calma.

"Ti sbagli, se pensassi questo allora perché sarei qui con te adesso?"

"Non lo so!" mi passo le mani sulla faccia.

Per tutti i gironi dell'inferno! Perché mi interessa così tanto se a lui piace o no stare con me?

"Cassandra..." Kael si interrompe e guarda fisso davanti a se. Seguo il suo sguardo e noto che appoggiata allo stipite della porta c'è Magdalena.

Sembra di essere divertita e mi chiedo a quanto abbia assistito della nostra piccola lite.

"Sono arrivati i Forester, vogliono vedere la ragazza" dice Magdalena.

"La devo portare da loro?" chiede l'angelo e si mette davanti a me facendomi scudo con il suo corpo, come se volesse proteggermi.

"Sì e sbrigati, hanno fretta" ci volta le spalle e se ne va senza aggiungere altro.

Kael mi guarda preoccupato e non mi dice nulla se non un "Seguimi" borbottato mentre si avvia verso l'esterno con osso pesante.

Mi affretto, curiosa di sapere a chi è dovuto tutto questo trambusto.

Per una volta decido di sfiorargli la mente, per vedere cosa prova e rimango stupita.

"Sei preoccupato. Hai intenzione di dirmi chi è che vuole vedermi e perché ti rende nervosa?" ringhio a denti stretti cercando di non farmi sentire da i due nuovi arrivati.

Persino le sentinelle hanno uno sguardo preoccupato e non mi è mai capitato di vederle così agitate.
Si spostano ai lati del grosso cancello per farci passare e abbassano il capo in segno di rispetto.

Uno è alto, slanciato e molto magro, la mascella definita gli snellisce ancora di più il viso ed è di una bellezza rara. I capelli sono scuri e risaltano a confronto con la pelle pallida. L'altro è leggermente più basso, muscoloso ed è più grande dell'altro. Se non avessero gli stessi tratti del viso e gli stessi colori non avrei mai detto fossero fratelli.

I due mi squadrano e poi guardano l'angelo al mio fianco.

"Ciao Kael! Non ci vedevamo da un pezzo" sorride quello più giovane.

"Nicholas Forester. È un piacere rivederti" dice l'angelo con un sorriso sincero.
Rimango stupefatta e senza parole dalla vista de suo volto illuminato da tutta quella felicità. Ci sono molte più emozioni sul suo viso adesso di quelle che ho visto per tutto questo tempo e devo dire che non è per niente male.
Alla fine non mi sembra ci fosse molto di cui preoccuparsi, sembrano altamente innocui e Kael sta sorridendo. Sorridendo!

Prima che possa rendermene conto ho le ali spiegate e con la mano afferro un pugnale che era stato pericolosamente puntato verso il mio petto. Con l'altra mano spingo via il fratello di Nicholas Forester scagliandolo ad una trentina di metri di distanza.

"Come osi!" mi si annebbia la vista dalla rabbia e so già che i miei occhi sono diventati rossi e che stanno brillando.

"E lei è Cassandra" dice con voce sconsolata l'angelo a mio fianco. Mi lancia uno dei suoi sguarda arrabbiati, quelli che nonostante siano neutri ti fanno capire quanto sia furioso con te.
Oggi ho visto così tante sfaccettature di Kael che mi sento soffocare.

"Lei mi piace" dice Nicholas sorridendo e andando ad aiutare il fratello a rialzarsi.

Quando mi alleno con Kael cerco sempre di trattenermi per paura di fargli del male ma non potevo proprio adesso, con un coltelo puntato dritto verso il mio cuore. Ho appena ritrovato la libertà e non mi farò uccidere per poi rimanere bloccata tra paradiso e inferno in attesa che Dio e Lucifero decidano a chi appartengo.

In un certo senso mi piace immaginarli mentre giocano a carte e chi vince può avermi come premio, anche se sono certa che tutto andrebbe molto diversamente.

"Non pensavo fosse così potente, riuscirebbe a metterti KO solamente respirando" ridacchia il fratello giovane, guardano Kael raggiante.

"Già. Probabilmente sa fare più di quello che credevo" borbotta lanciandomi uno sguardo di nascosto.

Il Forester più grande mi fissa talmente intensamente da riuscire a farmi sentire a disagio. Mi sento impotente davanti da loro, così piccola in confronto a dei colossi.

"Alexander? Ti senti bene?" chiede Nicholas al fratello.

Alexander mi gira intorno e allunga una mano per afferrarmi una ciocca di capelli e stritolarsela intorno al dito, poi punta i suoi occhi azzurri nei miei.

"Non ti sembra che... no, nulla." scuote la testa e il fratello corruga la fronte dubbioso.

Chiudo gli occhi e assorbi energia dal terreno per poter vedere nelle loro menti contemporaneamente.
Alexander sta pensando a una donna di quaranta anni che lo cullava seduta su un'altalena. È una scena davvero dolce e mi si stringe il cuore se penso che io non ho mai potuto avere la possibilità di vivere una cosa del genere. La mente di Nicholas è piena di scene sanguinolente: ossa rotte, braccia strappate via dal torso, morsi, graffi, ferite inferte.
Esco di corsa da quella casa degli orrori e solo quando tutti puntano gli occhi su di me mi accorgo di ansimare.

Kael mi guarda e io gli leggo la domanda negli occhi.

"Sto bene, non preoccuparti" dico prima di materializzarmi nell'atrio dell'Accademia

The Heir: Queen of HeavenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora