21. Odio e perdono

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Tornare ad allenarmi come prima è stata una delle cose più dolorose che mi siano state fatte. Svegliarsi alle quattro dopo due settimane che dormivo tutta la mattina, mangiare solo cose sane ed evitare i grassi dopo tutti i dolci che ho mangiato, non avere un attimo per me dopo che ho avuto tutte le ore di tutti i giorni per me è uno strazio.

Entro nell'aula e mi ritrovo gli sguardi di tutti gli studenti addosso. La campanella suona poco dopo la mia entrata in classe e mi ritrovo a non sapere dove sedermi.
Non c'è nessuna faccia conosciuta tra i banchi, vado verso il fondo e mi siedo affianco a una ragazza palesemente muta forma e non lo dico perché discrimino quelli come lei ma perché ha gli occhi da gatto è come mi siedo mi soffia contro.

"Benvenuti in questa lezione di filosofia" Ryder entra nella classe e appoggia una cartella sulla cattedra.

Come alza lo sguardo nella mia direzione sorride e, nonostante io sia egocentrica oltre ogni misura, credo stia sorridendo proprio a me.
Ricambio il sorriso e lui si volta per scrivere dei nomi alla lavagna con il gesso.

"Chi sa dirmi a cosa voleva arrivare Talete quando disse: Sapientissimo il tempo, perché tutto discopre?"

La classe si ammutolisce di colpo e l'unica che alza la mano è un ragazzo castano, di cui non posso capire molto vedendolo di spalle.

"Il tempo riesce a far venire tutto a galla, nonostante tutti gli sforzi che una persona può o no fare"

Ryder sorride compiaciuto ma poi aggiunge: "Bravo Leonel, però questa era semplice. Che ne dite se facciamo un piccolo gioco?"

"Abbiamo tredici anni?" sussurro dimenticandomi di essere in una classe piena di muta forma con udito eccezionale.

"No, siete più grandi Cassandra eppure molti di voi non capiscono nemmeno le basi. Vieni qui" dice con un sorriso genuino e gentile.

Mi alzo a rilento, scettica sull'andare di fronte a tutta la classe.

"Pensa alla persona che odi di più" mi dice sedendosi dietro la cattedra e incrociando le braccia al petto.

"Ok..." dico e poi alzo le sopracciglia in attesa di altre istruzioni.

"Fatelo tutti quanti. Visualizzate con forza l'immagine della persona che odiate di più"

Dopo qualche minuto in cui, le facce di ogni persona nella stanza si sono rincupite, si alza in piedi e mi mette le mani sulle spalle.

"Quanti di voi non hanno pensa ti a nessuno? Alzate le mani"

Nessuna mano viene mossa.

"Quanti di voi hanno pensato a una persona che non ha fatto niente di talmente grave da non poter essere perdonata?"

Sono tre mani vengono sollevate e l'intera classe inizia a scambiarsi degli sguardi preoccupati.

"Quanti non perdonerebbero mai la persona a cui hanno pensato?"

La restante parte della classe solleva la mano, io compresa.

Non riuscirei mai a perdonare Lucifero nemmeno se lo volessi. Non potrò mai dimenticare quello che ho passato i primi anni all'inferno e adesso che mi sono buttata tutto alle spalle vorrei solo dimenticare.

"Alexander Pope disse: errare è umano, perdonare è divino. Voi qui siete tutti divini a modo vostro, siete speciali e migliori eppure odiate e siete incapaci di perdonare. Voi dovreste essere il futuro, portare la pace, abbandonare l'odio e perdonare chi vi ha fatto del male"

Spalanco gli occhi incredula. Non può aver davvero detto una cosa del genere!
Okay, capisco il principio che sta alla base di ciò che dice ma non può aspettarsi che io perdoni Lucifero per avermi distrutta e sbriciolato il mio corpo in un ammasso di sangue e speranze infrante.

"No" dico secca guadagnandomi tutta la sua attenzione.

"Non concordi con quello che dico?" chiede.
Gli spunta un sorriso sincero sul viso e non posso far a meno di pensare che sia perché ha trovato qualcuno a cui interessa ciò che dice.
Non è questo il mio caso ma non sarò io a smontare le sue speranze.

"Concordo con la parte che noi siamo migliori e cose varie ma non credi che certe cose siano imperdonabili? Anche una piccola cosa può cambiarti: un insulto detto senza pensare, uno schiaffo, un'azione fatta per sbaglio. Ci sono cose che sono troppo brutte e cattive perché qualcuno riesca a superarle e a dire: Sì, ti perdono"

Dal fondo della classe parte un brusio e molti concordano con il mio pensiero, fino a quando una ragazza mora con luminosi occhi verdi non si alza in piedi furiosa.

"Perché devi sempre essere al centro dell'attenzione?" mi grida contro.

"Come prego?" chiedo stupita dalle sue parole e non riuscendo a capire a cosa si riferisce.

Certo, non posso negare di aver peso da Lucifero un certo senso di superiorità, il narcisismo e anche il mio essere così egocentrica ma non vedo come lei possa lamentarsene visto che non l'ho mai vista in vita mia.

"Chrystobel, rimettiti seduta e alza la mano quando devi dire qualcosa!" la sgrida Ryder che continua imperterrito a tenere le mani sulle mie spalle come se volesse impedirmi di muovermi.

"Non credo proprio Professore, non finché questo sporco demone non si allontanerà da ciò che non le compete" ringhia l'angelo.

La sua aurea è screziata di blu e nero ma comunque di una luminosità accecante.

"Sporco demone?" ripeto le sue parole e sento la rabbia montarmi dentro e lacerarmi il petto.

È da quando sono stata ferita che non uso più la magia ma adesso che l'ho innescata come una miccia, non riesco più a spegnerla.

"Tu stupido ammasso di ali e arroganza" dico sapendo già che i miei occhi sono diventati rosso fuoco.

Tutto ciò che vedo davanti a me è lei, in piedi davanti a me. Ryder e la classe scompaiono fino a quando non sto per dare libero sfogo a tutta la mia magia.

In quel momento Kael si materializza davanti a me e mi scuote una spalla con forza e io vengo catapultata nella realtà.

"Cassandra" dice cercando di farmi smettere, peccato che io non riesca proprio a fermarmi.

"Kael portali fuori di qui, non posso bloccarmi" imploro capendo la gravità della situazione.

L'angelo non si sposta di un centimetro, allunga la mano e prende una delle mie, stringendola forte.
Chiudo gli occhi e la mia mente si svuota, così come la magia pian piano scompare.

"Va tutto bene" dice Kael quando una lacrima mi scivola sulla guancia.

"Uscite tutti" ordina e quando non c'è più nessuno nella stanza mi stringe forte a se.

The Heir: Queen of HeavenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora