40. La corona

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La luce del paradiso si riflette sulla lama lucida e affilata come un rasoio.
Non avrei mai pensato che tutte quelle cose potessero diventare qualcosa di così magnifico da farmi rimanere senza fiato. Il suo bagliore non ha eguali, così come la sua potenza che posso sentire vibrarmi nelle vene e farmi accelerare il cuore.

Non ho un vero e proprio piano ma se voglio sopravvivere devo per forza trovare la corona e alla svelta. Se Gabriel mi raggiungesse prima del previsto e io non avessi ancora tutto il mio potere, credo sarebbe la mia fine.

Chiudo gli occhi e cerco di far comparire davanti a me l'anima di mia madre ma richiamarla al mio cospetto risulta più difficile del previsto.

"Mikayla..." sussurra Ava e mi stringe a se con così tanta forza da bloccarmi il respiro.

"Sono io. Hannah aveva ragione, avrei dovuto prendere il trono sin da subito. Pre tutta la mia vita mi sono opposta e ho lottato contro il destino perché pensavo non fosse giusto, solo ora capisco di non avere mai avuto altra scelta"

"Anche quando ti avevo dentro di me lo sapevo, conoscevo già il ruolo che avresti avuto" le lacrime le scivolano dolcente sulle guance e istintivamente gliele asciugo con i pollici.

"Ho bisogno che tu faccia una cosa per me: devi portarmi dalla mia corona" la guardo dritta negli occhi e lei annuisce pronta a fare di tutto per me.

Mi prende la mano e con l'altra disegna un cerchio a mezz'aria da cui si genera un portone di cristallo.

"Oltre questa porta c'è un corridoio, percorrilo tutto fino alla fine e troverai la sala del trono. Una volta lì dentro io non potrò più aiutarti e dovrai vedertela con tutti gli angeli a guardia della sacra reliquia"

"Ti ringrazio per tutto madre, abbi cura di te" dico prima di varcare la soglia e venire catapultata in un infinito corridoio di dolorosi ricordi.

Non c'è né pavimento né soffitto, c'è solo una nebbia così fitta da non farmi capire nemmeno cosa sto facendo. Sento le mie cicatrici riaprirsi e la pelle squarciarsi lì dov'è già stata lacerata altre volte, mi fa male il polso dove Kael me l'aveva rotto, la testa lì dove avevo sbattuto da bambina. Tutto il mio passato mi si riversa addosso facendomi annaspare nel mio stesso sangue.

Vado a sbattere contro qualcosa di duro e metallico e finalmente smetti di essere ferita. La nebbia si dissipa lasciandomi la possibilità di vedere ciò che ho davanti.
La porta è di bronzo, lo capisco dal colore che così tante volte ho visto nella statuaria greca. Appoggio la mano sul battente e busso, aspettandomi che qualcuno venga ad aprire ma quando non succede nulla, uso la magia.

Con un solo tocco faccio spalancare le due ante del portone. Il rumore del metallo è assordante e rimbomba contro le pareti diventando sempre più forte.

Appena oltrepasso l'entrata, una dozzina di angeli si accalca intorno a me con spade, lance e archi. Alcuni di loro hanno persino un'armatura così lucente che potrebbe quasi fare concorrenza alla mia spada.

"Che ci fai qui, demone?" chiede uno di loro.

Il portamento è fiero, testa alta e schiena dritta. Nessuno deve permetterti di avere paura, angelo. Sono sicura sia questa la frase con la quale sono cresciuti.
La maggior parte di loro non ha idea di cosa sia il libero arbitrio, sono controllati da chi ha un rango più alto del loro.

"Non sono un demone" rispondo e mostro loro la spada che arde nel mio palmo e si illumina d'oro appena la brandisco. "Sono la legittima erede di quella corona e pretendo rispetto" ringhio e alcuni angeli si allontanano spaventati.

"Vattene da qui prima di venire carbonizzata dalla furia celeste" continua l'angelo puntandomi contro la punta di una lancia.

"Non mi credi? Allora lascia che indossi la corona e vedrai se sono davvero degna" sorrido sapendo esattamente cosa succederà.

"Lasciate passare il demone, che affronti la sua fine tra le più atroci sofferenze"

Gli angeli si spostano per lasciarmi passare e vado dritta verso ciò che è mio. La corona è appoggiata sopra un grande trono bianco e lucente, in alcuni punti sembra quasi scomparire. Prendo il diadema tra le mani e rimango incantata dallo splendore e dall'accuratezza dei dettagli scolpiti sul cristallo e sulle incisioni nei diamanti.

Mi siedo, sentendomi sfinita e troppo debole per tenere in mano un oggetto così potente e prezioso.

Poco prima che la corona poggi il mio capo, una figura vestita di bianco candido con le ali spalancate a indicare potenza, entra nella sala.

"Che cosa succede qui?" grida appena vede quello che sto per fare.

"Kael non è ancora morto ma lo farà presto. È possibile che il posto lasciato libero dalle sue ali e dalla sua magia lui l'abbia riempito e lanciato un ultimo incantesimo. Non credevo fosse possibile impedirmi di darti tutti i miei poteri ma lui c'è riuscito" sorrido diabolica e accarezzo la superficie liscia e fredda della corona.

"Cosa sei venuta a fare qui se non essere uccisa?" l'angelo inizia ad agitarsi quando capisce che non sono qui solo per raccontargli gli affari miei.

"Voglio ciò che è mio per diritto: il mio trono, la mia corona e il mio titolo. Lucifero mi ha rubato l'infanzia e la libertà, tu mi vuoi portare via l'unica persona che io abbia mai amato, sappi che non te lo lascerò fare" detto questo faccio qualcosa di così impulsivo da sorprendere pure me stessa.

Abbasso la corona sulla mia testa e appena l'una tocca l'altra l'intero paradiso sparisce.

Tutte le conoscenze di questo mondo e di altri milioni di terre parallele di riversa in me insieme ad altri cinque miliardi di anni di storia. Tutto ciò che è mai successo, ogni epidemia, massacro, guerra, matrimonio, omicidio o suicidio io lo conosco. Ero presente quando il primo uomo ha acceso scoperto il fuoco, ho visto Annibale invadere l'Italia con i suoi elefanti e l'ho visto fallire, ho presenziato alla nascita di re e regine, di streghe e nephilim e ho creato ogni singolo angelo che la terra abbia mai conosciuto. Io ho creato la Terra e tutti gli altri pianeti, tutte le creature del mare e del cielo, c'ero quando la balena mangiava il plancton o quando la gazzella sfuggiva dalle fauci del leone. Ho attraversato gli oceani e ho visto cosa si cela nelle profondità dell'abisso, nascosto dallo sguardo di tutti gli altri esseri, ho camminato nei deserti e ho provato dolore quando il sole mi ha bruciato la pelle. Ho creato gl'inferi con tutti i loro demoni, ho sperimentato quel calore e il paradiso con tutti i servitori celesti.

Io sono sempre stata e sempre sarò. Sono eterna, onnisciente, onnipresente, onnipotente. Io sono gloria e distruzione, sono la morte e la vita. Io sono la regina del paradiso.

The Heir: Queen of HeavenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora