11. Un po' di riposo

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Mi piace sedermi su un albero al di fuori dell'Accademia e rimanere lì al buio per ore. È l'unico posto in cui non mi sento soffocare dalla moltitudine di incantesimi che mi circondano quotidianamente, stare sospesa a dieci metri da terra è quasi terapeutico.

Un fruscio attira la mia tensione e guardo in basso solo per vedere un leopardo che si aggira tra il fogliame. Si accorge che lo sto guardando e alza la testa per poi mutare e diventare un ragazzo.

"Ehi!" mi sorride e strizza gli occhi per vedermi meglio anche se dubito che ne abbia veramente bisogno.

"Ciao" ricambio il saluto.

"Sei Cassandra, vero? Nell'accademia non si parla di nient'altro che della giovane demone con le ali nere" ridacchia e decido di scendere dalla mia postazione.

"Oh..." dico non sapendo cosa aggiungere.

Però io lo conosco, dovrebbe essere il supervisore dei muta forma.

Ci fissiamo negli occhi per qualche secondo e tra di noi cala un silenzio imbarazzante che spezzo schiarendomi la voce.

"Tu sei uno dei supervisori vero? Ti ho visto prima che arrivassero i cacciatori" dico iniziando a camminare tra le radici e i sassi.

"Sì" ridacchia e si passa una mano tra i capelli imbarazzato. "Non pensavo ti ricordassi di me"

"Mi ricordo di te ma non del tuo nome" ribatto alzando le sopracciglia.

Nonostante non ci sia luce qui, lui riesce a vedere al buio e io sono abituata grazie a tutti gli anni che ho passato là sotto, all'inferno, a orientarmi senza luce.

"Ryder" mi sorride e poi aggiunge con sguardo serio: "È contro le regole andate fuori dal campus, ed è ancora più pericoloso se è dopo il coprifuoco."

"Ci sei anche tu con me qua fuori" alzo le sopracciglia e sorrido divertita.

Questa è la conversazione più rilassata e bella che io abbia mai avuto da quando sono qui. Con Kael non posso scherzare perché non capirebbe le mie battute, Magdalena mi odia perché percepisce che c'è qualcosa in me che non va, Rebecka mi mette costantemente sulla difensiva e ogni volta che ci parlo sembra che non voglia dirmi qualcosa di importante.

"Mi vuoi dire perché eri su quell'albero?" chiede alzando le spalle, giusto per occupare il silenzio.

"Solo se tu mi dirai perché anche tu sei qui"

Alla mia richiesta il muta forma sorride e annuisce stando in silenzio per lasciarmi parlare.

"Lì dentro c'è troppa magia e certe volte mi sento soffocare. Non fraintendermi... Ryder" pronuncio il suo nome con incertezza ma lui non dice nulla, così continuo a raccontare. "Anche all'inferno c'era la magia ma lì è diversa, non viene dagli elementi naturali, viene direttamente dalle anime. Qui tutto mi dà alla testa e ho bisogno di stare in un luogo dove quella magia è più... sporadica. Invece la tua scusa qual è?"

"Sono nuovo qui e non conosco nessuno. Avevo solo bisogno di un po' di tempo per me"

"Non conosci proprio nessuno qui?" domando sentendo una certa affinità tra di noi.

"Conosco Kael da un paio di anni ma a parte lui nessun altro qui mi ha mai rivolto parola" ridacchia e io sorrido sincera.

"Per quanto mi costi ammetterlo è un buon insegnante. Ovviamente se osi dirglielo ti ucciderò, chiaro?" lo minaccio ma senza riuscire a togliermi il sorriso dal volto.

"Non ti proccupare, non dirò niente a Kael"

"Bene" borbotto dando un calcio ad una pigna e lanciandola così lontano che solo Lucifero sa dove.

"Dimmi qualcosa di te" dice tutto d'un tratto, quando ormai siamo vicini al cancello dell'accademia.

"Cosa vorresti sapere? Non c'è molto da dire, ti giuro che la mia vita è piuttosto noiosa e quel poco che è successo immagino abbia già fatto il giro di tutta la scuola"

"Quello che so io è che alle lezioni di storia umanan sei quella che va meglio; so che quando ti alleni con Kael risucchiate quasi tutta la magia dell'accademia; so che a mensa ti siedi sempre da sola e che qualche volta parli con quella semidea, Rebecka"

"Tu sai così tanto di me e io di te so così poco. Mi piacerebbe approfondire la questione ma credo di dover tornare in camera mia prima che qualcuno ci trovi qui fuori" sorrido eprima che lui possa rispondere mi ritrovo nella mia cameretta vuota e spoglia ma che, almeno, ha un letto comodo.

Vado in bagno per lavarmi i denti e struccarmi ma quando entro rimango pietrificata alla vista della scritta che c'è nello specchio.

Corro fuori nel corridoio alla ricerca di qualcuno. Non so nemmeno perchè ma quando trovo Kael intento a leggere un libro seduto davanti ad una scrivania, mi ci fiondo sopra e lo abbraccio come una bambina che ha appena avuto un incubo.

"Ti prego toglila. Ti prego" sussurro disperata e con le lacrime pronte a sgorgare come fiumi in piena giù dagli occhi.

"Dimmi che succede" chiede pacato e mi appoggia le mani sulle spalle per tenermi ferma.

"Il mio specchio, Kael. Non volevo succedesse, non pensavo sarebbe successo. Aiutami a toglierlo da lì, è tutto ciò che chiedo." mi allontano da lui e scappo verso la mia camera.

Kael si fionda dietro di me e mi sorpassa entrando in bagno. Mi affaccio poco dopo di lui e il cuore mi si blocca nel petto quando vedo lo specchio perfettamente pulito.

"Oh per tutti i gironi dell'inferno" mi copro la bocca con le mani e soffoco dei singhiozzi. "Erano lì lo giuro. Devono averle tolte quando sono venuta a cercarti"

"Tolto cosa, Cassandra?"

Mi metto le mani tra i capelli e rimango pietrificata, quasi congelata nei miei pensieri. Potrei essermi immaginata quelle orrende parole senza che ci siano mai state o forse Lucifero mi ha davvero trovata e verrà a prendermi per riportarmi a casa?

Non puoi tenermi lontano. Ti troverò sempre piccola mia.

Parole scritte con il sangue sul mio specchio mentre io non c'ero. No, non posso essermelo immaginato perchè altrimenti vuol dire che sto diventando pazza. Non posso permettermi la pazzia nelle mie condizioni, mi porterà alla morte.

"Allontanati da me Kael! Trova qualcun altro a cui insegnare, con me hai finito qui"

The Heir: Queen of HeavenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora