27. Lunga vita alla regina

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Alastor si allontana da me appena Lucifero appare nella stanza e fa un'entrata degna della più grande star del cinema.

"Dov'è lei?" chiede e il suo sguardo si addolcisce appena quando mi vede.

"Mio padre direbbe: ecco la figlia prodiga che torna a casa." Ridacchia divertito dalla sua stessa battuta e io alzo gli occhi al cielo.

Per tutti i gironi nell'inferno, non credo di riuscire a sopportare mio padre ancora per molto.

"Cosa vuoi da me?" chiedo acida e faccio dei profondo respiro per cercare di calmarmi.

"Uccidi questi angeli e torna a casa con me. Ti darò tutto quello che vuoi"

"Non puoi darmi ciò che voglio perché la libertà non è una cosa che concepisci, padre" sputo fuori le parole come fossero acido anche se so che non posso ferirlo nemmeno se volessi.

"Potrai avere libri, gioielli, compagnia, tutto quello che vuoi finché starai al mio fianco e siederai sul trono" si inginocchia difronte a me e nonostante siamo alla stessa altezza, risulta comunque più grosso e possente di me.

I suoi occhi rossi e infuocati un tempo mi facevano paura, adesso mi sembrano quasi familiari e rassicuranti.

"Non è quello che voglio, non voglio il tuo trono"

"Ma un giorno lo avrai" insiste iniziando a irritarsi.

"Non finché sarò in vita. Non ho intenzione di trasformarmi nel mostro che vuoi tu, mi hai già fatto abbastanza male." Mi alzo in piedi e lui con me, sovrastandomi con la sua altezza e le ali spalancate.

"Ora passiamo alla parte difficile, che cosa vuoi in cambio della loro libertà?" indico Kael e lui mi guarda con sguardo implorante.

So cosa sta pensando: "Non farlo Cassandra, è una pessima idea e non puoi essere certa che Lucifero manterrà la parola" .
Lo so bene Kael ma tengo così tanto a te che a questo punto non mi interessa più nemmeno rischiare di rimanere fregata.

"Eccoci arrivati alla fine!" Lucifero ride e le pareti del magazzino iniziano a tremare.

"Non prenderti gioco di me, sono seria!" ringhio come una bambina infantile e viziata.

"Non lo farei mai figliola. Comunque sia non posso permetterti di far andare via tutti gli angeli, ne puoi scegliere uno a patto che tu uccida gli altri" il diavolo sorride in modo talmente spaventoso e agghiacciante che mi si accappona la pelle.

"Se lo faccio" mi mordo il labbro. Non sarebbe la prima volta che uccido, ma la prima che uccido degli innocenti. "poi potrò andarmene via con l'angelo che sceglierò di salvare?"

"Non essere sciocca! Non posso lasciarti andare vi così, lo sai bene."

"Quindi mi farai tornare con te all'inferno, mi farai uccidere degli innocenti e non potrò nemmeno avere la possibilità di vivere la mia vita? Mi sembra una bella fregatura" non so come io riesca a mantenere la calma in un momento come questo ma fare questa trattazione con il diavolo è la cosa più rilassante che mi sia successa negli ultimi giorni.

"Prendere o lasciare. Tu che faresti Alastor, rifiuteresti?"

La bionda si gira verso il re dei demoni e lancia uno sguardo gelido sia a me che a Lucifero.

"Accetterei signore" risponde e poi torna a fissare Kael con disprezzo.

Alzo gli occhi al cielo. Nessuno mi aiuterà e di certo non posso scappare e portare Kael con me. Io potrei cavarmela contro Alastor e distrarre Lucifero abbastanza a lungo da sgusciare via e tornare al sicuro dentro le mura della scuola, l'angelo non sarebbe così fortunato.

"Se accetto lo farai andare via davvero?" indico l'angelo e lui distoglie lo sguardo come se guardarmi gli facesse male.

"È un patto equo" sogghigna.

"Allora accetto" dico senza pensarci ulteriormente.

"Prima che tu li uccida devo specificarti come farlo" Lucifero mi blocca e mi afferra il braccio. "Tagliagli la gola e bevi il loro sangue"

Mi giro di scatto e spalanco le ali. "Non lo farò mai!" gli ringhio contro.

"Fallo" grida e le sue ali prendono fuoco così come l'aria in torno a lui. Le fiamme sono così tante che mi avvolgono prima ancora che io possa allontanarmi. "Fallo o nessuno di loro uscirà vivo da qui!"

Alastor si avvicina ancora di più a Kael e gli punta un coltello alla gola mentre sul suo viso affilato compare un sorriso sardonico.

"No, no, non fargli del male. Lo farò" abbasso lo sguardo e le prendo il coltello dalle mani.

Prendo un bel respiro e mi metto difronte al primo angelo. Gli occhi chiari come il cielo mi fissano terrorizzati e distolgo lo sguardo quando il coltello gli affonda nella carne e il sangue mi cola sulle dita. Mi inchino sul collo dell'angelo per bere il suo sangue e sento le lacrime scappare da mio controllo.

Non ho mai chiesto niente di tutto questo, non ho mai voluto finire all'inferno e non ho mai voluto uccidere degli innocenti.

Ripeto il tutto per gli altri angeli rimasti e quando ho finito mi sento strana, spossata è quasi ubriaca. La testa mi gira per il sovraccarico di emozioni e cado a terra, tutto si offusca ma sento la risata di Lucifero graffiarmi le orecchie e risvegliarmi qualcosa dentro.
La stanchezza si trasforma in energia pura come l'acqua, che fluisce come un torrente e forte come le onde del mare che inghiottono la riva e le rocce al loro passaggio.

"Che cosa mi hai fatto!" grido e tutti i demoni nella stanza vengono sbalzati contro le pareti da una forza invisibile.

"Ti ho resa una dea" dice in adorazione e per la prima volta lo vedo realmente felice e soddisfatto.

"Una dea?" scoppio a ridere per la frustrazione che le sue parole hanno provocato in me. "Tu mi hai dato l'umica arma che mi serviva per ucciderti povero idiota"

Il sorriso gli svanisce dal volto e i suo sguardo torna cupo e minaccioso come sempre. "Non minacciarmi stupida ragazzina! Io sono un Dio e tu non sarai mai in grado di battermi"

"Tu non sei un dio, Lucifero. Sei solo un povero demone che prima era uno stupido angelo, tuo padre ha capito quanto tu fossi debole e ti ha mandato via" rido e il vento inonda la stanza e fa svolazzare i vestiti sempre ordinati del diavolo e getta i miei capelli all'indietro.

Mi avvicino a lui mentre rimane pietrificato al suo posto. Lo guardo e mi rendo conto di quanto sia sempre stato fragile, un'anima miserabile e bisognosa di attenzioni. Non è mai stato potente, non quanto me e se si fosse accorto del mio potenziale quando sono scappata adesso non sarebbe in questa posizione.

Gli metto una mano intorno alla gola e stringo. Mi sollevo da terra e flutto a trenta centimetri al suolo per riuscire a stare alla sua altezza.

"Povero Lucifero, nessuno ti ha mai amato vero?" dico prima di serrare la presa e assorbire ogni briciola di magia contenuta nel suo corpo.

Quello che prima era il diavolo si accascia a terra come un guscio vuoto e sgonfio, un'immagine sbiadita del demone potente che era un tempo.

Mi giro verso i presenti nella stanza e sorrido sardonica.

"Be' non vi inchinate davanti alla nuova regina dell'inferno?"

The Heir: Queen of HeavenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora