22. Appropriato

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Scoppio a piangere a dirotto e tiro fuori ogni singola goccia di dolore che mi avvelenava il sangue da anni.
Piango perché sono stanca. Piango perché sono ferita. Piango perché dentro sono vuota. Piango perché non so chi sono. Piango perché non ho nessuno. Piango perché non mi rimane nient'altro da fare.

"Va tutto bene" dice e cerca di consolarmi con qualche pacca sulla spalla.

Riesco a sentire la rigidezza delle sue mosse bruciarmi contro la pelle ma, poco a poco, si scioglie anche lui nell'abbraccio.

"Come fai a rimanere così calmo anche quando tutto comincia ad andare a puttane? Per gli inferi, Kael, me ne voglio andare via" sbuffo non riuscendo a trattenere le lacrime.

"Per andare dove?"

"In paradiso c'è un trono libero giusto?" chiedo sapendo che lì potrò dare sfogo a ogni mio vizio e capriccio. Potrei comandare schiere angeliche per portarli un bicchiere d'acqua e loro si tufferebbero davanti a un proiettile per me.

Probabilmente perché un proiettile non li ucciderebbe, e nemmeno a me, però non è questo il punto.

"Vuoi prendere il posto di Dio? È un compito duro a cui non potrai abdicare, vivrai per sempre ricoprendo quel ruolo. Sai che dovrai rinunciare a tutto ciò che ti rende quello che sei? Non potrai più essere solo un demone..." non so bene se stia cercando di convincermi a lasciar perdere o mi sta solo mettendo di fronte a ciò che mi aspetta.
In entrambi i casi non credo che ci siano altre opzioni per me.

"Quali altre alternative ho? Sono sola in questo posto e nessuno mi farà il favore di prendere un po' del peso che devo portare sulle sue spalle" singhiozzo e mi asciugo le ultime lacrime con la manica della maglietta.

La campanella suona ed entrambi ci giriamo verso la porta.

"Forse è meglio andare in un luogo più appartato..." propone e io annuisco, incapace di dire un'altra parola.

Usciamo dalla stanza in religioso silenzio camminiamo per i corridoi.

Tengo la testa bassa e mi consolo guardando i famigliari tappeti dell'Accademia. So come sono sotto i piedi scalzi: morbidi ma con le setole che ti raschiano leggermente la pelle.
Disegnati ci sono i simboli di ogni essere soprannaturale: un occhio di gatto per i mutaforma; delle ali per angeli e nephilim; una mezzaluna per le streghe e i demoni; una testa di toro per i semidei greci e delle asce incrociate per quelli nordici.
Tutti hanno un loro posto nell'universo, collocati a una certa altezza nella piramide sociale. Dei e angeli, semidei e nephilim, muta forma e i loro discendenti, streghe e infine i demoni.

Entro nella mia stanza e appena sento la porta chiudersi alle nostre spalle mi tuffo sul letto e nascondo la faccia nel cuscino.

Rispetto a dove vivevo prima, questa stanza è molto più grande e arredata meglio. La finestra da sul cortile fiorito dell'accademia, il letto è matrimoniale e le coperte sono azzurre come il mare. Tutto è molto più luminoso e colorato rispetto all'ala degli angeli, forse perché tutti quei figli di papà sembra abbiano un bastone in culo per quanto sono rigidi.

Kael non è da meno, anche lui sembra fatto di pietra ma con l'unica eccezione che certe volte, quando si arrabbia, mi fa davvero paura. Una volta gli ho dato uno schiaffo mentre ci allenavamo e per riflesso mi ha stretto così forte il polso che pensavo me lo avrebbe rotto, quando ha visto che mi stava facendo male si è fermato e mi ha chiesto scusa.

La sua aurea è sempre stata diversa da quella degli altri angeli che ho conosciuto. La sua brilla e si muovo, con lampi di colori che mi confondono.

Alzo lo sguardo e lo guardo, cercando di vedere oltre il suo corpo e di riuscire a sbirciare la sua aurea. Bianca con fasci rossi e blu che si alternano in una sequenza ipnotizzante.

"Stai meglio?" mi chiede visibilmente preoccupato. Fa un passo verso di me e poi ritorna dov'era, indeciso su cosa fare si dondola sulle punte dei piedi.

"Sì, mi dispiace averti causato problemi. Spiegherò tutto, mi inventerò qualcosa..." borbotto iniziando a pensare a qualche scusa per poter giustificare la mia furia incontrollata.

"Era la prima volta che usavi la magia da quando..." non finisce la frase perché sa esattamente che ho già capito. Non c'è bisogno delle parole quando basta un solo movimento del capo o uno sguardo.

Annuisco e sospiro sconsolata. "Ho bisogno di tornare ad allenarmi Kael"

"Non posso più essere il tuo allenatore" dice di punto in bianco facendomi bloccare il fiato in gola. Mi si gelano le ossa, non voglio che qualcun altro si alleni con me.

"Perché?" chiedo e cerco di non incrinare la voce quando parlo. Ho la tremenda sensazione che sia a causa di ciò che gli ho proposto prima che mi dimettessero.

Oggi è la prima volta che parliamo dopo quella notte e adesso avrò la risposta che aspettavo.

"Per il tuo segreto. Sono troppo coinvolto ", non sarebbe appropriato da parte mia continuare ad allenarti sapendo ciò che so e dopo quello che abbiamo fatto... Il nostro rapporto deve rimanere su un piano professionale e non può accadere se qualcun altro non sarà incaricato della tua istruzione"

Adesso sì che sono scioccata. Non credo di aver mosso un solo muscolo facciale per tutto il suo insensato discorso ma, appena chiudo la bocca scatto in piedi come una molla.

"Appropriato? Dimmi che stai scherzando Kael. Di tutte le cose non appropriate questa è quella che ti dovrebbe interessare meno. Vuoi sapere cosa non è opportuno da parte del mio insegnante? Abbracciarmi, chiamarmi Cass, baciarmi! Non è stato opportuno salvarti la vita e non è stato opportuno prestarmi la tua magia!" grido perdendo le staffe.

Me la prendo tanto per una cosa così stupida perché finalmente credevo di aver trovato qualcuno con cui parlare e invece mi ritrovo di nuovo sola. Vorrei potermene fregare ma non riesco, è come se mi avessero piantato una granata nel cuore e avessero aspettato con il sorriso che mi facesse una voragine nel petto.

"Qualcuno ti avvertirà sull'ora degli allenamenti e ti darà il nome del tuo nuovo supervisore." cammina lentamente verso la porta e si blocca sullo stipite, si volta verso di me e con un unico sguardo dice: "Non avrei mai voluto che le cose tra di noi andassero in questo modo"

The Heir: Queen of HeavenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora