Era un giorno qualunque, tutto era normale fino a quando non incominciai l'addestramento...
L'obbiettivo dell'addestramento di quel giorno era di entrare in uno stato di trans per conoscere l' Io malvagio ed assorbirlo dentro di me in modo da controllarlo...
Ma non andò come previsto...
Riuscii ad entrare in quello stato si é vero ma...
Era tutto nero, ero disorientato...
Camminavo invano nell'oscurità nella speranza di trovare qualcuno o qualcosa che mi spiegasse bene cosa stava succedendo...
Dopo qualche minuto vidi una figura che mi veniva incontro...
Era attornata da una soffusa luce, da lontano non riuscivo a capire bene cosa o chi fosse, ma doveva senz'altro essere l'altro me...
Ed avevo ragione...
Più si avvicinava, più ne avevo timore, ma non potevo fare a meno di andare verso la sua direzione...
Fino a quando arrivammo vicini e ci guardammo negli occhi...
Il suo occhio sano era conpletamente nero, mentre il White Child era tale e quale al mio...
Mi guardó...
Uno sguardo che non dimenticherò mai...
Era deluso, ma al contempo pieno di rabbia ed odio...
Ero intimorito, ma non ne fui inorridito o spaventato... Infondo ero io... Anzi, era il vero me.
Mi guardò e sorrise... Un sorriso degno del miglior Jeff The Killer...
Feci un passo indietro e lui, come se fosse curioso mi disse...
"Sono il vero te...
Sono quella parte di te che ha ucciso tutte quelle persone nella Magna Zona e che ha ucciso...
Angel. Non mi riconosci.?"Io risposi...
"Ma cosa... Chi sei.?!"
Lui mi rispose ridendo...
"Ahahaha. Davvero non sai chi sono.?
Sono il frutto di ciò che ha provocato Angel.
Angel ci ha sfruttato, ci ha usato...
Ha deriso quando le abbiamo detto i nostri sentimenti.
Aveva fatto l'amica, solo per pugnalarci alle spalle.
Anche quando litigavamo... Ricordi.?
Tornavamo sempre a fare pace con lei, ma subito dopo ci raccontava quello che faceva con il suo ragazzo...
E lo faceva fregandosene di noi...
Eravamo solo un giocattolo per lei...
Non sono altro che il frutto di ciò che ha provocato in te Angel."
Io, rimasi muto... Non parlai...
Appena finì di parlare, dal suo occhio cadde una lacrima...
Ma subito la sua espressione cambiò, si arrabbiò e gridò...
"DOV'ERA LEI QUANDO NOI ERAVAMO IN GINOCCHIO.?! DOVE.?! NON LE INTERESSAVA NIENTE DI NOI.! TU L'AMAVI, E ANCHE IO... MA QUEL GIORNO NON CI VIDI PIÙ.! DOVEVO PORRE FINE ALLA SUA VITA, DOVEVO UCCIDERE QUELLA PUTTANA.!
TU ERI TROPPO BUONO CON LE PERSONE E FU COSÌ CHE SUBENTRAI IO.!
Subentrai io per evitarti ulteriori delusioni..."
Dopo aver detto queste parole scoppió in lacrime...
Io d'istinto mi avvicinai verso di lui e... E gli dissi...
" Sei una parte di me, la parte che preferisco.
Ad ogni modo peró, non posso permetterti di prendere il sopravvento ogni volta che perdo il controllo.
Devi uscire allo scoperto.
Intendo, non devi stare dentro di me, ed uscire solo quando mi incazzo.
Prendi il controllo insieme a me del mio corpo.
Dobbiamo... Collaborare.'
Lui mi guardo stupito...
Gli allungai la mano, e lo stesso fece lui.
Strinsimo un patto.
Un patto che cambierà per sempre la mia vita.