《Cosa hai deciso? Te ne andrai con tuo padre allora?》
Appoggiati al corrimano del gazebo al St Stephen's green, Lauren e Stephen osservarono il proprio riflesso nel laghetto. Per la prima volta si trovarono ad assaporare entrambi lo stesso paradiso, con gli occhi rivolti al medesimo panorama, incantati.
《Vorrei non parlarne ora. 》
Capì fosse una richiesta pressoché impossibile. Prima o dopo avrebbe dovuto affrontare l'amara realtà insieme a Stephen.
《Lauren, sono passate settimane. Abbiamo evitato questo discorso di continuo perché presi da altro, ma ora credo sia giunto il momento di mettere nero su bianco la tua decisione.》
Vietato dar da mangiare agli animali del parco.
Lauren lesse il cartello, rimise in tasca il panino al prosciutto ormai sgradito e decise di concentrarsi solo su Stephen.《Se anche restassi, cosa potrei fare? Mia zia è in carcere. Tuo padre, idem. Troppi ricordi negativi mi tormentano quì. In più, non abbiamo un soldo. 》
《Ti sbagli. I soldi li abbiamo.》
《Non sono nostri, Steph. Sono di un uomo che detesto. Non li toccherei nemmeno se avessi le tue mani al posto delle mie.》
《Non mi hai mai chiamato Steph. Devo dire che non mi dispiace, come nomignolo.》la prese tra le braccia, stringendola forte. Per un momento dimenticarono tutti i loro tormenti, sino a tornare due normali adolescenti in un posto speciale, ricreato, fatto a posta per loro.
《Ti devo dire la verità. All'inizio ho pensato che Simon fossi tu.》Lauren si sentì le gote avvampare per via dell'imbarazzo.
Presto o tardi avrebbe dovuto riferirgli la verità, ossia la tremenda idea che dietro la malignità di Simon, amante di sua zia, potesse esserci niente di meno che lui, il suo giovane fidanzato.Una fragorosa risata ruppe la quiete del parco.
《Non ci posso credere. Ok, sì, sono stato un po' bugiardo, ma i motivi li conosci. Non avrei mai potuto farti una cosa del genere, Lauren. Io ti amo, vorrei vivere con te. Mi meraviglio che tu possa aver solo minimamente pensato una follia del genere. 》
Ebbene sì, Lauren si rese conto del fatto che Stephen avesse ragione. Eppure, per mesi, si era trovata nella condizione di mettere chiunque al patibolo, anche coloro verso cui avrebbe dovuto provare solo fiducia.
《Mi devi perdonare, ma ho sospettato di tutti. Nella mia posizione, ogni bugia, ogni omissione, era motivo di messa in discussione. Puoi perdonarmi?》
Stephen la baciò sulle labbra, ma non prima di averla guardata negli occhi, con amore. L'idea, di poter essere ricambiato con lo sguardo, gli faceva esplodere il cuore, ogni volta come si trattasse della prima.
《Solo se resti.》
《Mi stai minacciando?》lo colpì con un buffetto sul braccio, per stemperare la tensione legata ad un discorso serio.
《Ti sto chiedendo di non andare via, di darci una possibilità. Parla con tuo padre, esprimi i tuoi desideri. Torna da me solo quando avrai preso una decisione. È straziante per me vederti ogni volta e pensare possa essere l'ultima. Prenditi i tuoi tempi, ma pensaci bene. 》
《Domani pomeriggio a quest'ora troviamoci quì. Avrò avuto tempo per parlare con mio padre e decidere. 》
《Promesso?》le chiese, carico di aspettative. Sperò con tutto il cuore che Lauren propendesse verso la decisione di restare in Irlanda. In un qualche modo avrebbero fatto, tra mille difficoltà e impedimenti, ma sempre insieme.
《Promesso. Domani pomeriggio, quì, allo stesso posto. 》
*************
Lauren rincasò in hotel prima che potesse fare buio. Trovò suo padre intento nel riordinare le valige, i propri effetti personali.
《Ho trovato i biglietti. Partiamo domani. 》nemmeno la salutò, nemmeno si prese la briga di accoglierla con un bacio.
《Avevamo detto che ne avremmo parlato prima di decidere.》
《Hai ancora bisogno di pensare? Non mi pare che tu abbia ancora tempo. E, di più, motivi per restare.》
《Ho mille motivi per restare. Molti di più di quanto tu possa pensare.》
Patrik le si avvicinò con fare amorevole. Le accarezzò il viso, assaporò l'idea di donna che Lauren aveva incarnato dopo tutta la faccenda di Victor.
《Io non posso obbligarti a venire con me, ma posso solo garantirti un futuro migliore di questo. L'ultima parola spetta a te. 》
Quella stessa sera, forte delle proprie capacità,decise di far visita a zio Jean. Non disse nulla a suo padre, uscì dall'hotel, assaporando l'aria di libertà. Osservò le vetrine, i propri passi sull'asfalto. Nel giungere a casa dello zio e di Maria, sentì di essere diventata una donna. Per la prima volta non ebbe paura di nulla, né del passato, tantomeno del futuro. Non si guardò mai indietro. Sentì le minacce distanti, una volta per tutte cestinate, come non fossero esistite mai.
Non si preoccupò nemmeno di bussare o suonare al campanello. Utilizzò le chiavi personali, quelle che mai aveva deciso di restituire. Si stupì nel trovare padre e figlia seduti a tavola, senza nessun piatto caldo ad allietare la serata. Solo una scatoletta di tonno, un po' di verdura fresca. Una bottiglia di vino quasi finita, un ennesimo mozzicone di sigaretta spento nel posacenere stracolmo.
Maria si accorse per prima della presenza di Lauren. Le corse incontro, grata del fatto che fosse tornata a casa.
Le si gettò al collo e pianse come se non la vedesse da anni. Zio Jean rimase nell'angolo, ma non le tolse gli occhi di dosso nemmeno un secondo.《Non dirmi che sei quì per dirci addio.》 Maria soffocò una lacrima, si ripulì il viso con il dorso della mano. A malapena riuscì a lasciarla andare.
《No, sono venuta per salutarvi. Addio è una parola che non mi sento di voler contemplare. 》
《Partirai con tuo padre?》zio Jean si intrufolò nel discorso. Lauren notò i suoi occhi ludici, la tenerezza nello sguardo dell'uomo. Non gli era rimasto niente, non l'amore, non una famiglia. Nel corso di una notte aveva perso tutto, tutti i suoi affetti, tutte le proprie speranze. Quell'uomo burbero, nascosto dietro espressioni apparentemente inemotive, sapeva commuovere più di chiunque altro.
《Sei stato come un padre per me e mi spiace non avertelo mai dimostrato.》
Senza dire altro, lo strinse in un abbraccio sentito. Jean si lasciò andare in un pianto silenzioso, come non avrebbe mai pensato di poter fare in vita. Stava per perdere una figlia, una bambina che aveva visto crescere come fosse sempre stata sua e, l'idea di non vederla più, gli strinse il cuore.
《Tu hai dimostrato molto di più di ciò che pensi e io ti ringrazio per questo. Noi ti ringraziamo. 》
Maria si unì all'abbraccio, come non fossero mai stati così uniti.
《Fai la tua scelta, vai se devi, ma prometti di non dimenticarci mai. Di tornare a salutarci. 》
Lauren acconsentì con il capo, stretta tra le braccia di Maria e dello zio. Non alzò mai lo sguardo, per non tradirsi.
Era già troppo difficile dirgli addio o doversi separare da loro.
Figuriamoci pure farsi vedere fragile, insicura.Non di meno, farsi vedere piangere. Mai era successo in loro presenza.
In tanti anni, in cui la sua corazza si era fatta più dura, nessuno l'aveva mai vista abbastanza umana.
Quella era l'idea che avrebbe voluto lasciare di sé allo zio e alla cugina. Non una cosa negativa, ma solo e sempre la Lauren a cui tutti si erano abituati.Se ne sarebbe andata lasciando quel ricordo di sé, come monito per gli altri, ma anche come prova di forza.
Presto o tardi, zio Jean e Maria sarebbero stati in grado di nutrirsi di quella tenacia. Avrebbero smesso di piangere un'assenza, chiedersi come le cose sarebbero potute andare se avessero avuto il coraggio di intervenire prima.Avrebbero fatto pace con sé stessi, così come Lauren era stata capace di fare pace con la propria coscienza.
Ma, sopratutto, così come era stata capace di fare nei loro confronti.
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Cold Winds [COMPLETA IN REVISIONE]
Romantik"Lo sentiva tra la folla, il suo odore, e ogni sferzata di vento era un brivido di paura. Era il fetore della persona che più detestava al mondo quello che Lauren percepiva così distintamente. Ne era certa: l'avrebbe riconosciuto anche in mezzo a ce...