Capitolo 3 - La mensa

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Devo riuscirmi ad orientare, questa scuola è gigantesca.
Trovare la mensa sarà un'impresa, ma ci proverò.
Secondo una delle mappe appese al muro dovrei andare al piano terra e dovrei riuscire a trovare un grande salone pieno di persone, sono molto in ansia per questa situazione, e se mi perdessi? E se non riuscissi a trovare un posto dove sedermi? Devo concentrarmi e non avere pensieri negativi.
Vado verso le scale ed inizio a scenderle, fortunatamente incontro Mikael.
-:”Mikael!”:- esclamo, lui si gira di scatto -:”Com'è andata in classe?”:- mi chiede con un tono preoccupato -:”Credo bene, dai, ma non so come arrivare alla mensa, puoi aiutarmi?”:-.
Mi fa segno di “sì” con la testa e incomincia a camminare.
Lo seguo, ma le sue gambe vanno molto più veloci delle mie.
Si ferma davanti ad una porta taglia fuoco di un'azzurro scolorito -:”Eccoci arrivati, hai memorizzato la strada?”:- mi chiede -:”Non lo so”:- ho paura di quello che succederà dopo aver varcato quella porta.
-:”Ora devo andare, so che te la puoi cavare da solo, se hai bisogno di me cercami. Ciao fratellino”:-
mi dice allontanandosi.
Guardo la porta e senza indugio la apro, mi accorgo subito che c'è una gran confusione.
Prendo un vassoio e mi dirigo verso il banco del cibo, non c'è molta fila, e riesco a prendere il mio pranzo. Scelgo un tacos e un succo alla pera, non hanno un bell'aspetto ma mi devo accontentare.
Non so dove sedermi, non posso unirmi al tavolo di qualcun'altro, non conosco nessuno...
Decido di sedermi da solo, anche se una cosa estremamente imbarazzante, e icomincio a mangiare il mio pranzo.
-:”Non dovresti mai mangiare il cibo della mensa, potresti stare male”:- dice qualcuno alle mie spalle. Mi giro di colpo -:”Oh ok, grazie”:-. La persona che mi ha parlato è un ragazzo: è alto, ha i capelli marrone chiaro, un paio di occhiali da vista sottili e dei vistiti firmati.
-:”Piacere, Salvatore, e tu sei?”:- mi chiede sedendosi di fianco a me, -:”Mi chiamo Manuel...”:- rispondo un po' impacciato, -:”Sei nuovo giusto?”:- mi chiede prendendo il mio viso tra le mani -:”Ehm, sì...”:- dico spostandomi.
Salvatore si avvicina -:”Sai, vorrei conoscerti...a fondo”:- e sposta la mano sui miei capelli, dandomi una carezza e avvininandosi quasi da poter tocare con il suo naso il mio.
-:”Devo andare!”:- mi scanso e me ne vado, ma nella fretta inciampo e mi ritrovo per terra.
Mi hanno visto tutti e stanno ridendo fortissimo. Salvatore mi alza -:”Hey, ti sei fatto male dolcezza?”:- dice con un tono mieloso e nuovamente troppo vicino al mio corpo.
Mi stacco dalla sua presa e corro via, la situazione stava diventando imbarazzante.
Esco dalla mensa, non mi sembra vero quello che è successo. Voglio andare a casa. Decido di sgattaiolare fuori da una porta antincendio che stranamente non ha l'allarme.

Manuel la troiona vogliosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora