Capitolo 18 - Il festino

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Le ferite mi fanno davvero male. Ho una strana sensazioni di aver sbagliato, ma provo a non pensarci. Mi dirigo verso la mia classe, è già la 3^ ora e non sono ancora entrato!
Entro e senza guardare nessuno in faccia vado velocemente a sedermi ad un banco libero.
L'unico è vicino a Salva.
-:"Hey ciao!":- gli dico accennando un sorriso e provando ad alzare il braccio, che abbasso immediatamente, per il dolore e per paura che si veda il bendaggio.
Alza lo sguardo e fa un sorriso forzato e piccolo. Aggrotto leggermente la fronte e mi siedo.
-:"Qualcuno può dirmi che succede?":- dico, nemmeno guardandolo -:"Questa giornata sta davvero andando di merda e nessuno mi vuole aiutare!":-.
Appena finisco la frase la mia vista si annebbia, sto piangendo.
Dio, odio piangere in pubblico. Mi sento osservato ma anche rifiutato dagli sguardi di chi non si vuole mettere in mezzo. Magari nessuno mi sta nemmeno degnando di guardarmi, ma ogni volta che succede mi sento così.
-:"Cavolo, ma stai piangendo!":-. È la voce di Salvatore.
-:"Ma stai piangendo per quello che è successo ieri?":- mi chiede mettendomi una mano sulla spalla.
Io, che ho gli occhi sprofondati nei palmi delle mani, non faccio tempo a rispondere che lui mi porge un fazzoletto.
-:"Tieni, asciugati il moccolo":- dice e sorride.
-:"Grazie...":- sussurro guardando in basso. Non voglio essere visto in queste condizioni.
-:"Come mai hai detto che questa giornata sta andando di merda?":- mi chiede avvicinando la sedia al mio banco.
Proprio in quel momento il mio braccio ha come un impulso di farsi sentire, e mi fa male. Lo tengo stretto, ho quasi la sensazione che si possa staccare da un momento al altro.
Mi fissa, sperando in una risposta che non tarda ad arrivare -:"Niente, forse sono solo un po' melodrammatico":-.
-:"Ah, beh, potresti tirarti su di morale venendo al festino di stasera":- dice guardando la mia mano stretta al braccio opposto.
Sono confuso, di cosa sta parlando?
-:"Cioè? Che festino?":- chiedo interessato, se mai ci andassi sarebbe la prima festa di tutta la mia vita!
-:"Nessuno te ne ha parlato? Davvero?":- chiede avvicinandosi ancora di più a me.
Dighigno e scuoto la testa, per far capire che non so proprio di cosa sta parlando.
-:"Ci sarà una festa a casa mia, mi farebbe molto piacere se tu venissi, ecco":- dice guardando il pavimento e diventando leggermente rosso.
Wow, questa sembra davvero un'occasione da non perdere... -:"Ok, vengo!":-.
La campanella suona, è ora di andare a casa.

Manuel la troiona vogliosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora