3.

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Mi svegliai e mi diressi in cucina.
May aveva gia preparato la colazione.

"Siediti e prendi cio che vuoi, Peter dorme ancora, vero?" Chiese.
"Credo di si"

Uscì dalla stanza mentre io mi presi un caffè.

May tornò poco dopo seguita da Peter.

7:40
Uscimmo di casa e seguii Peter per arrivare alla stazione del Bus.

7:55
"Peter, io dovrei entrare subito, devo prima passare dal preside" dissi mentre ci avvicinevamo alla nuova scuola.

"Giusto, vuoi che ti accompagno?" Chiese lui.

"No, grazie, tu vai in classe, non vorrei farti entrare in ritardo"

"Ok, ma dopo ti faccio conoscere i miei amici, se ti va"

"Certo che mi va, a dopo" dissi per poi entrare nell'edificio.

Mi maledii mentalmente per essermi dimenticata di chiedergli dove fosse la stanza del preside, non sapevo minimamente dove mi trovassi, continuavo a girare a caso per la scuola.

"Scusami" chiami un ragazzo girato di spalle, le lezioni erano ormai iniziate e non c'era nessuno se non lui fuori dalle classi.

"Ciao, e tu chi sei?" Mi chiese subito, forse anche un pò troppo spinto.

"Ehm... sono nuova, sapresti dirmi dov'è l'ufficio del preside?" Chiesi gentilmente.

"Certo bellezza, vieni di qua" disse mettendomi una mano dietro la schiena invitandomi a camminare con lui.

"No, senti, puoi dirmi solo dove si trova?" Dissi allontanandomi subito da lui.

Fortunatamente me lo disse e mi recai sul posto, ma ci sono davvero ragazzi così in questa scuola? Bhe, fortuna che non ci starò per molto.

Dopo l'incontro con il preside andai subito al mio primo corso: informatica.

Entrai nell'aula, tutti gli alunni si girarono a guardarmi mentre la prof si avvcinò a me con un gran sorriso.

Mentre la prof mi presentava alla classe tenni la testa bassa, forse per l'imbarazzo di avere tutti gli occhi addosso, non avevo mai cambiato scuola.

"Puoi sederti lì, dietro Parker" disse la prof infine.
Solo in quel momento alzai lo sguardo notando Peter, non mi ero accorta fosse qui, meglio così, una faccia amica.
Mi sedei dietro di lui affianco ad una ragazza. Era molto magra, scura di pelle e aveva dei capelli ricci castani.

"Ciao" mi disse lei "io sono Michelle" continuò.

"Ciao, Katelin, piacere di conoscerti." Sorrisi.

"Piacere mio, tu conosci Peter, giusto?" Annuii "mi ha parlato prima di te, comunque gli amici mi chiamano MJ" continuò.

Gli sorrisi per poi rispondere.
"E tu puoi chiamarmi Kate, non che qualcuno mi abbia mai chiamato così, non ho mai avuto molti amici"

"Come mai?" Chiese.

"È una lunga storia, se vuoi dopo te ne parlo" lei annuì per poi cominciare ad ascoltare la lezione in silenzio.

All'ora di pranzo seguii Peter nella mensa, dove mi avrebbe fatto conoscere un suo amico.

"Ciao" salutò sedendosi ad un tavolo davanti ad un ragazzo.

Era scuro di pelle e un pò grassottello.

Mi sedei affianco a Peter.

"Ciao, io sono Ned, Peter ieri mi ha parlato tutto il tempo di te" disse il ragazzo divertito. Peter arrossi per poi sussurrare qualcosa all'amico.

"Ciao, io sono Katelin" salutai anch'io prima di girarmi verso di Peter che era in un notevole imbarazzo.

"Ciao ragazzi" sentii una voce da dietro, era Michelle.

Si accomodò affianco a Ned, davanti a me, poggiando il suo vassoio sul tavolo.

"Oh, Katelin lei è..." cominciò a dire Peter.

"Si tranquillo, ci siamo conosciute prima" lo bloccai.

"Giusto, ehi Katelin, prima mi dovevi..." cominciò a dire, ma fu bloccata da un'altra voce dietro di me, era lo stesso ragazzo di quella mattina.

"Ehi, mi sa che hai sbagliato gruppo, quelli non ti possono proteggere dai fantasmi che vedevi da bambina" si rivolse a me con tono divertito.

Capivo benissimo a cosa stesse intendendo, ma non capivo come faceva a saperlo.
Non volevo si sapesse perchè so come reagiscono le persone, ed ecco che gia lo avevano sentito tutti parlare, anche se non credo avessero capito cosa intendesse.
Sentii la rabbia salire, avevo così tanta voglia di spaccargli la faccia davanti a tutti, ma mi dovevo contenere.
Irritata dalla sitazione, prima che chiunque altro potesse dire qualcosa mi alzai e feci per andare via.

"Ehi, dove scappi? Guarda che il fantasmino uccide anche te" scherzò di nuovo.

Mi bloccai dove stavo, non avrebbe dovuto dirlo. Non sa cosa ho passato e neanche mi conosce, non so come sa tutte queste cose, ma comunque non può pemmertersi di dire una cosa del genere.

Senza pensare alle conseguenze, tornai indietro e colpii il ragazzo, con due mosse lo atterrai.

Avrei voluto continuare, ma qualcuno mi blocco da dietro prima che potessi fargli davvero male, era Peter.

"Non ce ne bisogno, è solo uno stupido" disse.

Io non parlai, semplicemente presi le mie cose e corsi via sotto gli occhi di tutti.

Uscii nel cortile, la campanella era suonata e tutti gli studenti si avviarono in classe, tutti tranne me che arrivai in un angolo della scuola scuola un pò più nascosto.

Sferrai due cazzotti molto forti contro il muro, talmente forti da farmi sanguinare le noche.
Poi mi accasciai a terra cominciando a piangere.

Ricordare mi faceva male, mi faceva troppo male, e chissà quante altre volte lo ripeterò, probabilmente all'infinito, dato che ogni giorno qualcuno non faceva altro che farmi ricordare.

L'immagine di quegli orribili occhi mi passò di nuovo in mente, insieme alle urla dei miei genitori e di mio fratello.

Saltai qualche corso, restai lì seduta da sola.

Tornai in classe solo all'ultima ora.
Entrai e Ned seguito da Peter e MJ mi vennero subito incontro.

"Ma dove eri finita? Pensavamo possi andata via" disse quest'ultima.

"Ero fuori, in cortile" risposi.

"Ma cosa hai fatto alle mani" disse Ned non appena si accorse dei graffi sulle nocche.

"Nulla, inizia la lezione, sediamoci" continuai superandoli tutti e tre e sedentomi affianco ad un posto vuoto che poco dopo fu occupato da Peter.

La lezione fu davvero noiosa, non ascoltai nulla, non feci altro che pensare.

Cosa pensai? Bhe, forse che oggi sarei dovuta tornare in palestra, avevo gia saltato qualche allenamento ed avevo davvero bisogno di sfogarmi un pò.

"Stai pensando a ciò che ha detto Falsh prima?" Mi sussurò ad un tratto Peter distogliendomi dai miei pensieri.

"No..." risposi.

"È solo uno stupido, si diverte a prendere in giro le persone dicendo la prima cosa gli passa per la mente, guarda me ad esempio, mi chiama pecora Parker, e il perchè? Bho, totalmente a caso, non credo di assomigliare ad una pecora"

Mi strappò un sorriso con l'ultima affermazione.
Sapevo che aveva ragione, ma quelle parole non erano a caso e non so come abbia fatto a sapere dei miei genitori e della mia storia.

DEVIL (Peter Parker)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora