23.

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Senza pensarci due volte mi avventai alla maniglia, ma un dolore assurdo si espanse in tutta la mano.
Mi tirai subito indietro, la maniglia era bollende.
"Che succede?" Chiese subito dopo il mio piccolo gemito di dolore.

Mi guardai la mano che era completamente rossa e pulsava dal dolore, diversi segni di bruciatura si cominciarono a vedere.

"Come hai fatto? Che succede?" Si allarmò Peter vedendo la mia mano.
"La maniglia è bollente, non la toccare" lo avvertii.
"Come entriamo?" Chiese.
"Non so ma ti prego trova subito un modo" ribattei di fretta.
"Fa vedere" mi prese leggermente dal braccio per vedere la mano.
"Non la toccare fa malissimo" lo avvertii.
"Deve essere medicata, è una brutta bruciatura" spiegò lui.

La mano ora, ancora rossa aveva diversi punti bianchi e alcuni taglietti.

"Ho un'idea! Mettiti qui, devi coprirmi" esclamò lui d'untratto.

"Cosa vuoi fare?" Chiesi mentre facevo cio che mi aveva chiesto.

"Devi coprirmi da quella telecamera, proverò a ricoprire la maniglia di ragnatele" spiegò.

Cominciò, ma ogni ragnatela che toccava la superficie di quella maniglia si scioglieva immediatamente.

"Ed ora che cavolo facciamo?" Chiese di getto.

"Non lo so... aspetta..." mi bloccai.
Lo guardai con uno sguardo di quasi torrore.
"Cosa c'è?" Mi chiese.
"P-Peter, come ha fatto a scaldarsi così la maniglia? O c'è un incendio li dentro, ma credo ci fossimo gia accorti o..."
"Amarok" continuò lui.

"Kate, tranquilla, tranquilla" mi passò le mani sulle mie spalle notando la mia agitazione crescere sempre di più.

"Siamo più forti di lui, tu sei più forte di lui" mi incoraggiò.
Annuii non troppo convinta delle sue parole.

"May è li dentro Peter, dobbiamo aprire la porta" ricordai d'untratto.

"Tu non puoi fare nulla con i tuoi poteri?"
"No, ho lasciato i miei anelli in camera" negai.
"Ok, butto giù la porta" affermò preparandosi a colpirla con la spalla.

"Aspetta! Sei sicuro?" Lo bliccai per il braccio.
"Non ce altro modo" disse e con un forte colpo aprì la porta ropendo la serratura.

"May!" Urlò appena dentro.
Si affacciò di fretta in cucina per controllare se fosse lì.

Nel frattempo passai avanti entrando in sala.
"May!" Urlai non appena la vidi a terra priva di sensi.

Corsi da lei nel mentre Peter mi aveva gia raggiunto.
"È solo svenuta" annunciai notando il petto alzarsi ed abbassarsi ripetutamente.

"Katelin..." lo sentii chiamarmi con voce flebile.
Alzai subito lo sguardo da May a lui, era in piedi a qualche metro da me, in volto era pallido e lo sguardo quasi assente.

Mi alzai di fretta riuscendo a prenderlo prima che cadesse a terra sbattendo la testa.
Lo feci sedere sul pavimento.
"Peter!" Lo chiamai.
"Peter ti prego resta con me, per favore, Pete" delle lacrime cominciarono a scendere.

Aveva lo sguardo sempre più assente e in poco tempo anche lui perse i sensi.
"No...Pete..." biascicai tra le lacrime.

"Ora siamo solo io e te"
Quella voce. Quella voce che avrei riconosciuto fra mille altre.

"Non li toccare loro, prenditela solo con me, tu vuoi solo me" urlai piena di ira girandomi intorno per la stanza ma non vidi nessuno.

"Io porto via chiunque trovo lungo il mio cammino" parlò di nuovo la cupa voce.
Ogni parola pronuciasse provenina da un punto diverso dalla stanza e il fatto che non riuscivo a vederlo mi faceva rabbrividire.
Il mio cuore stava impazzendo ed io ero ancora immobile affianco il corpo inerme di Peter.

"Dove sei? Fatti vedere!" Gridai.

Un vento forte provenì dalla finestra, solo ora notai fosse aperta.

Volarono diversi oggetti e a quel punto si chiuse di scatto, insieme a probabilmente tutte le porte dell'appartamente, provocando un forte boato.

Mi alzai di scatto e davanti a me una figura cominciò a materializzarsi.

Lo vidi per l'ennesiva volta, sperai almeno fosse stata l'ultima.

"Prenderò la tua anima, poi li sveglierò e prenderò la loro" annunciò tranquillo quel mostro a pochi metri da me.

"Non credo proprio" urlai prima di scagliare un colpo nella sua direzione con la mia magia.

Lo evitò facilmente lasciando che colpisse il muro.

"Niente male, ma ora tocca a me" la sua voce rieccheggio di nuovo tra le mura della casa.

Non ebbi il tempo di fare nulla, una forza invisibile mi scagliò contro il muro. Lui era ancora immobile allo stesso punto.

Mi rialzai a fatica da terra, la mia schiena era dolorante dopo il forte colpo contro il muro.

Lo scontro era appena iniziato e gia non prometteva nulla di buono.
Non trovavo modo di tenerlo fermo il tempo necessario per recitare la mia frase che lo avrebbe intrappolato per sempre.

Provai a colpirlo in qualunque modo, ma nulla, non gli feci nemmeno un graffio, nonostante il mio corpo ne era ormai pieno.

Con il sangue che mi colava dal naso mi rialzai da terra per l'ennesima volta.
Vidi quel mostro camminare con tranquillità e avvicinarsi sempre di più al corpo di Peter a terra.

"Cambio di programma, prenderò le loro anime davanti i tuoi occhi, poi prenderò la tua" sputò acido.

Il mio cuore mi continuava a mandare impulsi, mi dice di correre verso di lui e allontanarlo da Peter, mentre il mio cervello continuava a dirmi di usare questo momento per intrapolarlo per sempre.

Amarok ormai era davanti a Peter.
Lo guardai poggiare la mano sul suo petto.
Io ero ancora immobile.
Quegli istanti semprarono durare ore, cosa dovevo fare?
Dar retta al mio cuore, correre verso di loro e cercare di allontanare Amarok da Peter, ma cosa avrei risolto? Non sarei neanche riuscita a toccarlo quel mostro.
Il mio cervello ebbe la meglio.

Le mie braccia tremavano, le alzai puntando i palmi verso di Amarok.

Cominciai a recitare la frase in latino, nel frattempo sotto il palmo del demone usciva una forte luce, stava accadento di nuovo, non gli è bastato portarmi via la mia prima famiglia, si stava prendendo anche la seconda.

DEVIL (Peter Parker)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora