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Aprii lentamente gli occhi, la vista era annebbiata e un forte mal di testa mi colpì.
Mi presi alcuni secondi per capire davvero dove mi trovassi.
Ero in una stanza, tutta bianca, ero legata ad una sedia con pesanti catene e di fronte a me c'era una porta, credo in metallo.
La stanza era ben illuminata e ci volle un pò prima che i miei occhi si abituassero.

Che idioti! Hanno ideato delle armi per bloccarmi, ma non sanno che ci vuole di più di una catena e una porta per bloccare i miei poteri.
Mi accorsi di non avere più i miei anelli, ma non era un problema.
Usufruii della magia del Dottor Strange per teletrasportarmi fuori da quella cella.

Mi ritrovai in un lungo corridoio che percorsi fino ad arrivare ad una porta chiusa, da dietro potevo sentire diverse voci parlare.
Mi nascosi non appena sentii qualcuno avvicinarsi alla porta.

Degli uomini uscirono ed io mi intrufolai silenziosamente nella stanza.
Le luci erano state spente e, non appena le accesi mi accorsi di una grande vetrata davanti a me, dietro di essa c'era Peter.
"Peter!" Sussurai battendo contro il vetro, ma era ancora svenuto e non potevo urlare.

Usai la magia per entrare nella stanza e una volta li corsi da Peter.
Era senza maschera e al suo braccio era collegato un filo che conduceva ad una macchina, ma che cavolo volevano fare?

"Peter! Pete svegliati, ti prego!" Sussurai scuotendolo.

Fortunatamente sembrò aprire piano gli occhi.

"K-kate?" Disse confuso portandosi un braccio sul viso per strofinarsi gli occhi, solo dopo si accorse di dove ci trovevamo e che era collegato a dei strani fili.

"Cosa sono?" Chiese riferendosi a quest'ultimi.
"Non lo so, ma meglio non staccarli per ora, potremmo peggiorare la nostra situazione, devo sapere cosa vogliono"
Ci riflettei su per qualche secondo ed ecco che un idea gia mi era ventua in mente.
"Ok, aspetta qui, torno subito" lo avvertii prima di oltrepassare di nuovo il muro.
Dal vetro lo potevo vedere confuso, ma lui non vedeva me da dentro.

Mi concentrai su cio che dovevo fare, in quella stanza c'era un computer e diversi fascicoli, avrei sicuramente trovato qualcosa.

Accesi il computer, sperai che non si attivasse qualsiasi protocollo e per fortuna non accadde.
Aprii diverse cartelle e in una trovai almeno una risposta che cercavo.
Subito tornai da Peter.
"So a cosa serve questa macchina" affermai indicandola.
"A cosa?"
"Non capisco molto di queste cose, ma cercerò di spiegartelo a parole mie" mi bloccai e prima di continuare presi il suo braccio e gli staccai quegli aghi
"Ahi!"
"Scusa, un pò troppo forte?"
Annuì.
"Comunque, li ho tolti subito perchè se questa macchina verrebbe attivata ti riuscirebbe ad aspirare il tuo DNA modificato"
"Quindi è questo che vogliono? Il mio DNA?"
"A quanto pare, ma cosa potrebbero farci?" Chiesi.
"Hai letto altro?"
"I computer sono inaccessibili, non riesco ad aprire altro, aspetta però, c'è un fascicolo"

Tornai subito di la, ma cio che trovai non era cio che immaginavo.
Un uomo seguito seguito da diversi agenti era nella stanza e ci stavano guardanto. Tutri avevano uno stella sul giubotto, c'era scritto "HIDRA" mi parse di vedere.

"Ecco la nostra fuggitiva, a quando pare non possiamo tenerti in una cella, ma lui si"
Lo guardai minacciosamente, se voleva combattere io ero pronta.
"Voi occupatevi di lei, questa volta non fatela scappare, io invece mi occupo di lui"

Non mi diedero il tempo di attaccare che mi immobilizzarono.
"Cosa vuoi fare?" Gli chiesi con ira.
"Hai gia visto a cosa serve la macchina, perchè me lo chiedi?" Rispose con aria di superiorita, mi fece imbestialire.
"Cosa vuoi farci con il suo DNA?"
"Semplice!" Prima indaffarato a smaneggiare sul computer, alzò la testa e mi guardò "riuscirò ad avere i suoi poteri e a quel punto potro battervi" continuò.
"Non ne sono sicura, ho battuto molte volte Spider-man con i miei poteri"
"Spider-man non aveva le armi che ho io, e poi non serve che lo chiami così, sabbiamo tutti qui chi sia realmente, Peter Parker, il tuo caro findanzatino Katelin" disse malizioso, lo fece per farmi irritare di più di quando gia non lo fossi.
Non mi ero neanche accorta di non avere più la maschera.
"Ok, siamo pronti!" Urlò l'uomo e prima di attivare la macchina si volto verso di me.
"Scusami, non voglio intracci" disse e un grosso peso mi colpì alla testa.

Mi svegliai e un forte dolore mi prese alla testa, ero ancora nella stanza di prima, era vuota.

Come prima cosa controllai se Peter fosse ancora lì, ed era così.
Era straiato ancora su quella sedia e i fili ancora nel braccio.
Aveva gli occhi chiusi e un colorito biancastro.
Corsi da lui nella stanza e cominciai a scuoterlo.
"Peter, svegliati!"
Ero in preda al panico. Il battito c'era, ma non si svegliava.
"Pete, a ma che ti hanno fatto? Ti prego svegliati"

Peter non si svegliava e io non sapevo che fare, erano minuti che ero lì, dovevo trovare un modo per portarci via.
Dovevo trovare i miei anelli solo così saremmo riusciti a scappare fuori dall'edificio.
Lasciai un biglietto a Peter nel caso si svegliasse.
Gli dissi di restare li che io sarei tornata dopo poco con i miei anelli per scappare, dopo di che partii per la mia missione.

Non sapevo minimanete dove mi trovassi, stavo girando a vuoto per i corridioi.
Ma finalmente su una pararete era attaccata una piantina.
Fu difficile capire dove mi trovassi, ma anche quando ci riuscii non avevo la minima idea di dove avessero nascosto i miei anelli.
Girai a caso per la struttura, e per una volta la fortuna fu dalla mia parte, più o meno.
Trovai gli anelli ma prima che potessi indossarli sentii qualcuno dietro di me.
Mi voltai, c'era un uomo, aveva una pistola puntata sulla mia testa.
"Te lo sei cercata" disse e premette quel grilletto.
Strinsi gli occhi e quel rumore assordante percosse le mie orecchie.
Restai lì qualche attimo prima di accorgermi di essere ancora in vita.

Alzai lo sguardo e davanti a me c'era Peter, aveva parato il colpo, mi aveva salvato la vita.

Prima di cadere a terra lanciò una ragnatela buttandogli la pistola a terra.
La presi di fretta e, senza pensarci 2 volte, sparai a quell'uomo.
"Peter!" Lo chiamai accasciandomi affianco a lui.
Era ancora sveglio.
"K-Kate, io starò bene, non pensare a me, p-pensa a te ora"
"No, Peter, ora ti porto in ospedale, tranquillo"

Strinsi forte la sua mano e con l'altra afferrai i miei anelli.
Aprii un varco e portai Peter attraverso, ero davanti all'ospedale, lo portai subito dentro.

Un'infermiera corse subito in mio aiuto.
Diversi infermiri lo circondarono, misero Peter su una barella e sfrecciarono via di cosa io li seguii mentre i miei occhi erano gia pieni di lacrime da un bel pò.
"Peter!" Continuavo ad urlare inseguento quella maledettissina barella.

"Mi dispiace, qui non può entrare" un'infermira mi bloccò.
"No, vi prego, ditemi che stà bene, ce la farà vero, fatemi restare al suo fianco" insistii inutilmente.

Notai fuori da una finestra che era ancora notte, May, dovevo assolutamente informarla.

Chiesi un telefono a diverse persone e solo un ragazzo me lo presto fortunatamente.

May arrivò sul posto solo 10 minuti dopo, gli spiegai velicemente la situazione tra i diversi singhiozzi, anche a lei scesero diverse lacrime.
"Ma ora come sta?"
"Non lo so May, non lo so, non mi fanno spare nulla e da mezz'ora che sono qui e non so come sta o se sia ancora vivo, quello stupido l'ha colpito al petto!" Ero ancora in preda all'agitazione mista a preoccupazione.
"Starà bene, ci penso io" una voce mi attirò da dietro.
Era... era Tony Stark.

DEVIL (Peter Parker)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora