6.

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"Aspetta un secondo" dissi uscendo velocemente dalla stanza.

Andai in bagno e presi un asciugamano bagnato, e del disinfettande, non potevo lasciare quella brutta ferita così.

Tornai in camera e mi precipitai su Peter.
Poggiai l'asciugamato bagnato sulla ferita e la tamponai pulendo un pò il sangue.

Peter aveva un espressione dolorante, ma continuava a guardare tutti i miei movimenti, si era creata una situazione imbarazzante tra noi due, ma continuavo a disinfettare la ferita.

"Grazie" disse non appena finii di mettere la garza.
Gli sorrisi come risposta, poggiai la mia mano sulla sua.
"Mi hai fatto preoccupare troppo, ho chimato tutte le persone che conosci sperando fossi con loro, stavo per chimare anche la polizia e May" spiegai mentre lui strinse di più la mia mano, quel contatto mi provocò una scarica su tutta la schiena, non volevo più lasciare la sua calda e morbida mano.

"Grazie per esserti preoccupata, tranquilla io starò benissimo, mi devi fare solo un ultimo favore, mi devi coprire con zia May, sta sera non mi deve vedere" spiegò.

"Ho capito che non vuoi preoccuparla, ma forse devi farti vedere quella ferita, io non sono un medico, ho solo messo un pò di disinfettante" dissi mentre l'imbarazzo di sentire ancora la sua mano stretta alla mia si faceva sentire.

"Mi sento gia molto meglio grazie a te, fidati domani starò benissimo" mi rassicurò.

Abbassai un pò il capo sorridento.

"Hai pianto?" Chiese.
Alzai la testa e aveva lo sguardo fisso sul mio.
Io annuii timidamente.

Sciolse il contatto che avevamo e si tirò su pogiando la schiena sulla testiera del letto.

"Piano, ti fai male" sussurai vedendo i suoi movimenti.

Lui non rispose, ma si avvicinò un pò di più a me abbracciandomi.
Quel contatto era anche meglio della mano.

Rincambiai l'abbraccio, mi fece sentire al sicuro.

Ci staccammo leggermente, ma eravamo ancora molto vicini.

"K-kate, c'è una c-cosa che vorrei dirti da un p-pò..." disse senza sciogliere lo sguardo visivo.
Lo incitaii a continuare.

"E-Ecco, è un pò c-complicato, come posso dirtelo?"
Era imbarazzato.

Venne interrotto dalla porta di ingresso che si aprì.
May era tornata.

Peter si tirò sotto le coperte di scatto, si comprì fino alla testa.
Io mi allontanai da lui giusto in tempo, prima che May entrasse nella nostra camera.

"Sono tornata" disse lei.

"Ciao" salutai.

"Cos'à Peter?" Disse vedendolo nel letto.

"Lui sta dormendo, è molto stanco" mi inventai subito.

"Oh, ok" disse tornado alla porta, fece per uscire ma si bloccò.

"Cos'è quello?" Chiese rientrando in stanza e avvicinandosi nel punto in cuoi stava indicando.

Cavolo?! L'asciugamano! Era ancora sporco di sangue ed era poggiato proprio hai piedi del letto.

Lo presi prima di lei.

"Ehm... lo stavo giusto portando a lavare" cominciai ad inventarmi.

"Ma è sangue?!" Escalmò lei provano a vederlo meglio, ma io continuai a squoterlo per non far capire bene cosa fosse.

"No! Ma che sangue?! Ecco... è che non mi piace parlarne ma... a me piace dipingere, si lo ammetto, io adoro dipingere e prima mi sono un pò sporcata con la pittura rossa" inventai.
La cosa bella? Bhe, è che ci aveva davvero creduto.

"Non sapevo ti piacesse dipingere, magari dopo mi fai vedere cosa hai fatto se ti va?" Chiese.

"Si, c-certo, cioè no! Voglio dire, non lo ancora finito" dissi facendo un sorriso finale, e ora cosa gli faccio vedere che non sono capace neanche di prendere in mano un pennello.

Per fortuna, uscì presto dalla stanza chiudendo la porta dietro di se.
Peter tirò giù le coperte.
"Ci stava per scoprire" disse Peter ridendo.

"Non c'è nulla da ridere, e mi devi un corso di pittura per persone negate, tua zia vuole un dipindo" dissi, ormai anche io iniziai a ridere.

"Cosa facciamo?" Mi chiese lui poco dopo.

"In che senso cosa facciamo?" Chiesi.

"Non ho intenzione di stare fino a domani qui" spiegò.

"Peter, hai un grosso taglio sul fianco che non è neanche stato curato come dovrebbe, devi stare li e riposare, finchè non guarisci non ti farò muovere da li" lo avvertii.

"Ok, mamma" disse facendomi accennare una risata.

"Almeno domani posso uscire? È sabato." Disse facendomi gli occhi da cucciolo. Era così carino quando lo faceva, ma non era lo stesso quando stava male, quindi doveva stare a letto finchè non fosse guarito.

"Assolutamente no! Quella ferita non guarisce con una sola notte" spiegai.

Accennò un sorriso dopo le mie parole.
Lo trova divertende? Se prova ad alzarsi da quel letto ce lo lego.

La sera fu tranquilla, ma non fu lo stesso la notte.

Mi svegliai di scatto più volte, continuavo a fare incubi, sempre legati all'episodio di quando avevo 3 anni.
Sta volta era diverso però, nel sogno, come sempre c'erano i miei genitori e mio fratello Thomas che venivano inseguiti da quel demone, sta volta con loro c'era Peter.

La mattina dopo mi svegliai distrutta.
Peter dormiva ancora, non lo avrei svegliato, era meglio se riposava con quella brutta ferita sul fianco.

Andai in cucina, May stava preparando la colazione.

"Kate, tesoro, ti sei svegliata? Peter dorme ancora?" Chiese posando i piatti sul tavolo.

Io annuii.

"Predi cio che vuoi, io lo vado a svegliare, poi esco che ho una riunione urgente a lavoro" spiegò.

"Tranquilla, ci penso io a svegliarlo, ieri sera era molto stanco, tu va pure" dissi.

Lei mi diede retta e uscì di casa salutandomi.

Dopo avere finito la mia colazione, presi un vassoio e ci misi sopra la colazione di Peter, il solito latte con i biscotti, e lo portai in camera.

"Peter, svegliati" sussurai scuotendolo con una mano facendo attenzione a non far cadere il vassoio.

Si svegliò e, capendo la situazione, si alzò poggiando la schiena sulla testiera.

Gli poggiai il vassoio sulle gambe.

"Cosa ho fatto per meritarmi la colazione a letto?" Scherzò ancora assonnato.

"Ti sei fatto colpire da dei brutti criminali" risposi io.

"Bhe, allora mi farò colpire più spesso" disse inzuppando un biscotto nel latte.

"Non ti conviene, se ti vedo ancora così mi verrà un infarto e dopo niente più colazione a letto" dissi.

Sorrise per poi ringraziarmi per la colazione.

Quella mattina decisi di farmi una passeggiata, ero ancora distrutta dalla notte. Ovviamente, prima di uscire costrinsi Peter a restare a letto, anche se lui diceva di stare molto bene.

Mi feci un giro per la città e più tardi decisi di passare in palestra.

"Ehi, erano anni che non ti facevi vedere qui la mattina" richiamò la mia attenzione Cole.

Cole lo conoscevo da moltissimo tempo, ha 2 anni in più di me e si allena sempre con me. Ci piace spesso prenderci in giro fra di noi, sopratutto io che gli ripeto ogni volta che si fa battere da una ragazza anche più piccola, ma comuqnue ci vogliamo bene e lo facciamo solo per scherzare.

Restai un'oretta lì per poi incamminarmi per casa.

DEVIL (Peter Parker)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora