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Londra, 25 febbraio 1926.

Freddie

La mattina seguente, raggiungo Roger nel seminterrato, dove lui è solito trafficare con la sua collezione di macchine.
Gli voglio parlare circa la nostra situazione, dato che oggi devo lasciare la casa, ora che la festa di benvenuto si è conclusa.
Sono un po' agitato, anche perché il bacio di ieri è stata una cosa improvvisa, non credevo sarebbe mai accaduto, ma se è successo vorrà dire che qualcosa Roger prova per me...e io voglio scoprirlo, ora.

Scendo le scale e mi materializzo alle sue spalle, fissandolo mentre lucida una delle sue macchine.
Non ho mai visto una collezione di macchine così estesa, di sti tempi poi, le macchine non sono un fenomeno così diffuso, e costano parecchio.
Roger, sentendo una presenza dietro di lui, si volta, facendo un balzo dallo spavento.

- Ah, sei tu! Mi hai spaventato...ero così assorto ad ammirare questa bellissima macchina...ma lo vedi quanto è bella? Fosse per me ci vivrei...e non solo... -

- Un giorno io e te faremo l'amore lì dentro... - oso dire io, senza nemmeno pensarci.

A quella frase, il volto di Roger si fa paonazzo, e il suo sorriso svanisce nel nulla.

- F-Freddie...t-ti volevo parlare proprio di questo... - balbetta lui, anticipandomi.

- A-anche io ti volevo parlare...e scusami per la battuta, non era mia intenzione, davvero... - ammetto io, facendo un passo indietro.

- Tranquillo, lo so...vedi, il fatto è che...io credo di provare dei sentimenti per te. Non lo so con certezza, io non ho mai amato una persona, non sono stato educato ad amare...ma con te, è diverso. Non provo le stesse cose che provo con te quando sono con Rosie...io credo di amarti - le sue parole mi scaldano il cuore.

- Anche io...credo di amarti...no, io lo so con certezza, ti amo Rog, punto e basta - alle mie parole, più decise e definite, Roger arrossisce abbassando lo sguardo per l'ennesima volta.

- Beh...c'è un però. Insomma...anche se noi ci amiamo, non cambieranno le cose...io mi devo sposare con Rosie a novembre...e stare con te mi disorienta -

- E...quindi...che cosa intendi fare?- chiedo timoroso io. No, non voglio perderlo, Roger per me è tutto. Anche se lo conosco da poco, ma questo non vuol dire nulla.

- Intendo...lasciarti. Non possiamo andare avanti, è una mancanza di rispetto nei confronti tuoi e in quelli di Rosie, è una follia, le nostre strade sono destinate a dividersi... - decide Roger.

- O-ok...se questo è quello che vuoi... - ma in quell'esatto momento, sentiamo dei passi provenienti dalle scale.

Qualcuno ci sta raggiungendo.





Ho il cuore in gola.

- Sorpresa! Sono io, pensavate di esservi liberati di me, eh? - io e Roger guardiamo attoniti.

È lei, la madre di Roger, e chi sennò.

E se avrà sentito la nostra conversazione?

- Roger, mi fai il piacere di lasciarmi solo con il gentiluomo Freddie? Ho bisogno di parlargli riguardo a una questione...importante - a quelle parole, io e Roger ci scambiamo un'occhiata terrorizzata. Roger non ha intenzione di lasciarmi. È ancora sotto shock per quello che è stato obbligato a dirmi, non può lasciarmi in un momento così delicato, e se lo facesse, sarebbe per la seconda volta.

- Roger? - lo chiama sua madre, starnazzando.

- S-sì...v-vado... - e Roger, seppur controvoglia, decide di lasciarmi solo, con il cuore spezzato, assieme a sua madre.

Winifred aspetta in silenzio che Roger salga le scale del seminterrato e chiuda la porta, per poi sistemarsi i capelli riavviandoli con le mani ed esordire con un

- So benissimo che tu stai architettando qualcosa alle mie spalle, e mio figlio è per te solo una vittima illusa. Mi pare di averti già informato a riguardo, ma mi pare evidente che non mi sei stato ad ascoltare...per cui, è ora di correre ai ripari adottando un'altra tecnica... - a quelle sue parole, che giungono alle mie orecchie feroci come lame, io ho una leggera strizza.

Che cos'ha in mente di fare?

- So benissimo che il tuo lavoro come pianista qui è finito, ma so anche che tu e mio figlio non la smetterete di vedervi, e continuerete a farmela alle mie spalle, come se io fossi stupida e non avessi capito nulla di quello che c'è tra di voi...quindi, io vi terrò costantemente d'occhio, e quale migliore occasione, se non quella da farmi da pianista nelle mie lezioni private di canto? Diventerai il mio servetto personale, ti farò suonare ogni qualvolta lo desideri, sarai costantemente nella mia camera, ti sorveglierò notte e giorno, affinché tu non possa manipolare mio figlio a tuo piacimento...non puoi rifiutare. Perché tu ora sai chi sono io. -






Come Amare Sull'orlo Del Baratro-FrogerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora