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Londra, 1° agosto 1926.


Rosephine (nonna di Roger)



Sono preoccupata per mio nipote.

Quella serpe di Rosie e quel ficcanaso di suo padre hanno in mente qualcosa, lo so.

Stanno tramando qualcosa di grosso.

E io, non posso lasciare che quei due parassiti proseguino il loro piano indisturbati.

Devo fare qualcosa.

Decido così di scendere dalle mie stanze cercando di farmi notare il meno possibile, e mentre percorro il corridoio, sento delle voci provenire dalla biblioteca.

Mi blocco, per poi ritornare alla porta e appoggiare l'orecchio sulla sua superficie.

- ...questa situazione ci sta sfuggendo di mano, papà... - stringo le labbra non appena odo la voce stridula di Rosie.

- andiamo, rilassati! - lo rassicura la voce calma e posata di Lord Gallandher. - Tutto sta procedendo secondo i piani piccola mia. Il tuo fidanzato ora si è arreso e ha riiniziato ad amarti, a novembre vi sposerete e una volta sposati tu... -

- Shh! Ho inteso il piano, basta continuare a ripeterlo, potrebbero sentirci! È meglio che stiamo all'erta, potremo rilassarci solo una volta sistemati - lo allarma la figlia, non avendo poi tutti i torti.

- D'accordo Rosie. Beh, ora vado a trovare il mio amichetto Michael...abbiamo delle faccende in sospeso da chiudere - a quel punto, in preda al panico, corro via infilandomi nella cucina quando

-  Rosephine! Che sorpresa, sei scesa! Ma dove vai tutta di corsa? -

È Winifred.

- Oh, ciao Winifred! Beh, vedi, ho deciso di fare una passeggiata in questa grandissima e spaziosissima casa, insomma, un po' di attività fisica fa sempre bene! - le rispondo tutta agitata, facendo capolino fuori dalla cucina per monitorare gli spostamenti del signor Gallandher.

- ...Ma mi sono accorta che dopo quattro passi ho già il fiatone e l'acido lattico nelle gambe quindi ho bisogno di bere una bella spremuta d'arancia! - dico tutto d'un fiato, afferrando un bicchiere pieno di spremuta in bella vista sul tavolo e uscendo di corsa dalla cucina, mentre Winifred starnazza

- Ma dove vai ora? E quel bicchiere in realtà era mi... -

Colgo il momento migliore per fiondarmi sulle scale e raggiungere la camera degli ospiti, dove dorme il signor Gallandher.

Chi è veramente quest'uomo? Che cosa sta cercando?

A quel punto, entrando a carponi, accosto la porta piano, per poi chiuderla a chiave.
Una volta dentro mi avvicino al comodino, frugo nei cassetti alla ricerca di qualche indizio, ma non trovo nulla.
Cerco nell'armadio, dietro alle tende, nella cassapanca, nelle tasche dei vestiti.

Nulla da fare, non c'è niente.

A quel punto, mi viene un'idea.

Devo pensare con la mente di un criminale.

Lo sguardo mi cade sul letto,  per poi passare a rassegna tutta la stanza.

Lo sguardo mi ricade sul letto, sorvolo.

Fisso il letto. Questa volta il mio sguardo si prolunga per diversi istanti.

Mi avvicino a grandi falcate verso il letto e lo disfo, tolgo le lenzuola, le piume dentro i cuscini, per poi togliere definitivamente il materasso e trovare finalmente ciò che cercavo.

Indizi.

Documenti.

Prendo tutti i fogli presenti e mi metto a studiarli alla scrivania.

Inforco gli occhiali, per poi immergermi nell'indagine.

Ci sono documenti di nascita, certificati, l'attestato della laurea...
Fino a quando non noto una foto.
E che foto.
Ritrae una donna bellissima, nel fiore dei suoi anni, con i suoi occhi profondi fissi sull'obbiettivo e una bambina in braccio, Rosie.
Sotto la foto, è stato allegato un documento di matrimonio.
È un po' ingiallito, ma riesco a leggere un nome in particolare.

Annabelle Hawkings.

Dopodiché, il mio occhio cade su un altro documento di matrimonio, ma questo, decisamente più rovinato.

È stato accartocciato, ha segni evidenti di bruciature e diverse cancellature.
Non riesco a leggere il nome, ma questo basta per farmi capire che lord Gallandher si è sposato due volte.

Guardo di nuovo la foto della ragazza e del documento, concentrandomi sulla voce indirizzo di domicilio della consorte.

"49 Featherstone Street, London"



A quel punto, mi viene un'illuminazione.

- Ma diamine, è qui vicino! - esclamo, forse urlando un po' troppo.

In quel medesimo istante, sento delle mani pesanti bussare alla porta, prima piano, e poi sempre più insistentemente.

- Signora Taylor? - mi blocco, in preda al panico.

È lord Gallandher.

A quel punto mi alzo talmente tanto energicamente da far cadere la sedia su cui ero seduta.

- Signora Taylor? Perché è chiusa nella mia stanza? -  la voce di Lord Gallandher si fa sempre più furiosa.

È giunto il momento di scappare.

Afferro tutti i documenti alla rinfusa, e corro alla finestra, aprendola.

Guardo giù.



È molto, molto alto.



Il signor Gallandher ora sta cercando di sfondare la porta.



Sono nel panico.










Lord Gallandher

Entro in camera mia come una furia.

Ho appena sfondato la porta.

Appena vedo lo stato della mia camera, mi viene quasi da svenire.

È tutto sottosopra, il letto, i cassetti, i vestiti tutti sparsi sul pavimento.

Ma quello che mi preoccupa di più, sono le tende che danzano libere nel vento causato dalla finestra aperta.


Un urlo acuto mi riporta alla realtà.

Ero rimasto quasi incantato a quella visione.

- Signora Taylor! - è la voce di una cameriera.

Mi reco alla finestra, di corsa, e vedo il corpo della matriarca steso sul prato, totalmente coperto dal suo mantello nero.



Sorrido.



Fatalità o stupidità?

Come Amare Sull'orlo Del Baratro-FrogerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora