Lord Gallandher
È finita.
Devo andarmene da qui.
Ormai non posso più continuare a combattere.
Ma prima...non posso lasciare mia figlia in quella casa.
Anche se questo significa perdere tutto.
Devo salvarla.
Si sono presi Winifred, non posso lasciare che si prendano anche Rosie.
Parcheggio la macchina di quel moccioso di Roger davanti al cancello, per poi entrare di soppiatto dentro quella casa maledetta.
Emetto un respiro profondo.
Non sono ammessi errori stavolta.
Una volta dentro, sobbalzo.
La casa è deserta.
E io che pensavo fosse pieno di gente.- Rosie! - esclamo io, con il cuore in gola.
- Rosie, dobbiamo andare! Dove sei? - la mia voce riecheggia nel lungo corridoio principale.
Questa calma apparente è così inquietante.
Tutto tace, nulla si muove.
Perfino le lancette degli orologi hanno smesso di andare avanti.
Il tempo, sembra essersi fermato.Ad un tratto, scorgo la porta in soggiorno socchiusa, attraverso la quale trapassa una luce.
Deglutisco.- Rosie? - quasi sussurro.
- Rosie non c'è. È morta. Suicida. -
È Michael.
A quelle parole, il cervello mi si azzera.
Quel mostro ha ucciso la mia bimba.
Cautamente apro la porta, che scricchiola a quel mio gesto.
Il padrone di casa è lì, seduto a capotavola su quella tavola bandita a festa.
È apparentemente distrutto.
In quel momento, impugno il pugnale e lo nascondo dietro la schiena, pronto a colpire.
- S-s-signor Taylor! Non crederà mai a quello che è appena successo! Una banda di ragazzini, alla quale facevano parte anche Freddie e il suo figlioletto, hanno ucciso la sua adorata moglie Winifred. Sono scappato via per miracolo, altrimenti, uccidevano anche me. Ho fatto il possibile per salvarla, ma purtroppo, non c'è stato nulla da fare. -
Michael
Il mio sguardo rimane fisso sul bicchiere di vetro trovato in camera di Rosie.
Quel maledetto ha ucciso anche mia moglie.
Quel lurido porco, quel farabutto assassino.
Ora deve pagare.- Quell'immigrato evaso è una minaccia per lei e per tutta la sua famiglia! - continua quell'uomo piccolo - Non può continuare a girare libero! Finirà per uccidere perfino suo figlio! -
- Smettila di parlare, prima che ti faccia del male. - Lo interrompo io, stufo. - Un parassita, ecco quello che sei, Paul Gallandher. Ti ho dato una casa lussuosa in cui restare fino a quando il matrimonio dei nostri figli non fosse avvenuto, e tu invece di ringraziarmi hai fatto tutt'altro, scopandomi la moglie, trucidandomi la madre, mettendomi contro al mio stesso figlio...cercando di uccidermi. E ora mi uccidi pure la donna che è stata al mio fianco per tutta la vita. Non la sopportavo, era vero, ma mi ha fatto conoscere l'amore più grande, dando alla luce i miei tre figli, che hai cercato di rubarmi. Winifred è stata comunque fedele a me fino a quando tu non l'hai ingannata. E non solo. Le tue macchinazioni hanno anche ucciso la tua stessa figlia, e allora la domanda mi sorge spontanea: Che razza di uomo sei, Paul? Tu vedi le persone intorno a te come delle pedine degli scacchi, da muovere al momento giusto per raggiungere i tuoi scopi. E quando una di queste viene mangiata, non te ne importa più di tanto, perché in fondo...è soltanto un gioco. Già, e allora se la vita è un gioco che cosa ti importa di vivere? -
- Ehi, allora frena! Insomma, perché mi hai accusato di aver fatto tutto questo? - chiede il signor Gallandher, prendendo il bicchiere di vetro rosso appoggiato sulla tavola apparecchiata del matrimonio.
- Non negare l'evidenza, Paul. Ormai è finita, e tu lo sai benissimo - mormoro io, fissandolo attentamente mentre beve tutto il liquido all'interno.
Paul Gallandher inizia a comportarsi in maniera poco lucida, inizia a gesticolare tenendo in mano un pugnale con naturalezza e a farfugliare frasi ridicole ma allo stesso tempo agghiaccianti
- Io non so di che parli...tua madre, non sono stato io ad ucciderla, è morta di vecchiaia, tua moglie...beh, è stata lei a provocarmi, ed è stata uccisa da quei due pochi di buono...mia figlia se si è suicidata allora non vedo perché incolpare me per la sua morte e...che altro...beh, è stato tuo figlio Trevor ad insistere di uccid...d...d..e..r-ti...- Paul perde l'equilibrio e collassa a terra, tenendosi stretto il collo.
Io lo raggiungo con calma e prendo il bicchiere dalle mani, annusandolo.- Beh, direi che tua figlia ti ha appena vendicato...oppure sei caduto nella tua stessa trappola. Non so che cosa preferisco tra le due. In effetti è ingegnoso. Il piano non fa una piega. Tua figlia avrebbe ucciso Roger al momento del brindisi e tu, dopo aver sposato mia moglie il giorno stesso avresti fatto la stessa cosa. Così voi due avreste avuto i soldi a cui tanto ambivate. Peccato che siete entrambi fregati.
E così, mi dileguo, lasciando Paul Gallandher agonizzante sul tappeto del soggiorno, che chiudo a chiave affinché abbia la privatezza necessaria per un passaggio così delicato.
Mi dirigo dai miei figli, ancora chiusi dentro la biblioteca, e appena apro la porta mi saltano addosso, sollevati di vedermi sano e salvo.- Papà! - urla Claire.
- Perdonami papà! È stata tutta colpa mia - mormora Trevor, affranto.
- Tranquilli, non avete fatto niente voi. Ora è finita, non c'è niente di cui vi dovete preoccupare - li tranquillizzo io con fermezza, mentre li abbraccio.
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Come Amare Sull'orlo Del Baratro-Froger
FanfictionInghilterra, 1926: Michael Taylor, un ricco banchiere in cerca di un pianista che suoni nelle sue feste, assume Freddie Bulsara sotto consiglio del figlio Roger, interessato a lui in una forma ben lontana da una semplice amicizia.