23

75 9 27
                                    


Londra, 26 luglio 1926

Roger

È il mio compleanno.
Ho diciannove anni.
È più di un mese che non esco dalla mia stanza.
Mangio poco, dormo poco, mi lavo poco.
Non faccio altro che stare sul letto a piangere e a pensare al mio amore perduto.
C'eravamo promessi di fare come ci aveva detto mia nonna, ovvero di combattere, ma io ora mi sento solamente un fallito.
Freddie starà passando chissà quali guai in carcere a quest'ora...e io sono così impotente da starmene chiuso in camera a fissare il soffitto e ripensare ai bei tempi passati insieme...con quale coraggio riesco a fare ciò.
Anche se so bene che non è coraggio, ma non trovo le parole.

Qualcuno bussa alla porta.
Non rispondo, né vado ad aprire.
Ribussa.

- Roger, apri! Sono io, Rosie... - mi mordo il labbro, indeciso su cosa fare.

È stata lei a portarmelo via.

"Non ti puoi fidare di nessuno, se non del tuo cuore. Io te lo faccio battere, e tu devi sempre e solo credere a me..." le parole di Freddie mi ritornano alla mente.

Perché devo fidarmi di una persona spregevole come lei? Mi ha portato via tutto. Vuole solo la sua felicità, non le interessa quella degli altri.

Bussa per una terza volta.

- Roger! Coraggio, fammi entrare! - urla lei.

Sospiro, e decido di alzarmi dal letto per andare ad aprirle.

La fisso per un po', lasciandola sulla soglia della porta.

È tutta elegante, con indosso un vestitino viola, i tacchi alti, truccata a festa...ha in mano una torta di cioccolato brutta e triste.

- Buon compleanno! - mi augura lei, e io le rivolgo un breve sorrisetto alquanto schifato.

Rimaniamo in silenzio a guardarci per un po' fino a quando lei non lo rompe con un

- Posso entrare...? - a quella domanda, la fulmino con lo sguardo, per poi sospirare e spostarmi da un lato, per permetterle di entrare.

Appoggia la torta sulla scrivania, per poi sedersi sul letto e fissarmi.

- Che ci fai qua? - sbotto io, stufo di essere fissato.

- Come sei brusco... - mormora lei.

- Rispondi alla mia domanda! - esclamo, sempre più impaziente.

Rosie abbassa lo sguardo, triste, per poi iniziare a piangere lentamente.

- Mi dispiace, Roger...mi dispiace proprio tanto. Ti giuro, io non volevo arrivare a questo punto. So che è ridicolo da parte mia pronunciare queste parole, perché sono stata io a portare via Farrokh da te...ma non ho potuto fare altrimenti. Non potevo continuare a vederlo baciare e amoreggiare con il mio futuro marito. Io non sono cattiva, sono solo insicura. - a quel punto, scoppia in un pianto disperato
- Tu Roger sei la mia sicurezza, l'unica parte di me che amo, perché sì, tu sei parte di me, volente o nolente. Purtroppo è successo, e tu devi andare avanti. Devi ritornare alla realtà, noi due ci sposeremo a novembre. Lo so che non mi vuoi, ne sono perfettamente consapevole, ma devi almeno provare ad amarmi, perché io posso darti l'amore che cerchi - singhiozza, lei, perde il controllo, si agita e si dispera, lei, con il trucco che le scivola via. Tremano le sue mani, che si muovono agitate e confuse tra i boccoli biondi, è a pezzi lei, che nonostante io a tradissi sotto ai suoi occhi, mai e poi mai ha smesso di credere in noi e desiderarci insieme, via da tutto, alla volta della nostra vita felice.

-  Non sei in grado di darmi l'amore che mi dava Freddie.... - rispondo brusco io, leggermente scosso da quell'immagine.

- ...Beh, puoi almeno provare - azzarda lei.

- Lo so già -

- Magari ti sbagli...magari sono cresciuta...magari ho iniziato ad amarti proprio nel momento in cui hai smesso di farlo tu - a quelle parole, mi blocco, riflettendo.

Mi avvicino a lei, e le guardo gli occhi stanchi, consumati dai mille pianti che io le ho provocato, ma pieni d'amore nei miei confronti.
È sincera.
Lei mi ama.
Forse non potrà mai sostituire Freddie...ma almeno può aiutarmi a superare il dolore dell'amore perduto.
Ha ragione, devo rassegnarmi.
Io e lei ci dobbiamo sposare a novembre, e non posso far altro che tornare alla realtà ed accettare la mia situazione.

Sospiro, e mi avvicino di più a lei, che, incredula, alza lo sguardo umido e lo incrocia con il mio.
Sorridiamo.
E ci baciamo.
È un bacio lento, lungo, morbido e casto.
Ci stacchiamo.
Rosie finalmente ride, ride di cuore, cacciando la testa all'indietro.

Rosie

Non ci posso credere.
Sta realmente succedendo.
Tutto ciò in cui io ho sempre sperato.
Il mio sogno si sta avverando.
Anzi, è già realtà.
Ci stacchiamo da quel primo, meraviglioso bacio, ma sappiamo entrambi che ne vogliamo ancora, e allora le nostre labbra si riuniscono e danzano a ritmo della stessa melodia ancora e ancora, fino a quando i nostri corpi non cadono l'uno sopra all'altro su quel letto soffice, di cui tanto ho sentito mancanza.
Ci spogliamo, un capo io, un capo Roger, lentamente, non c'è fretta, fino a rimanere nudi e abbracciati.
Vivrei così.
E io vivrò così.
Con lui io acquisisco sicurezza, e allora ecco lì che il cielo diventa meno grigio, i fiori appaiono più colorati, e il profumo dell'amore si percepisce nell'aria.
Il mio futuro, un po' meno cupo, il mio presente, è cambiato per sempre.
Mi sento in paradiso.
Roger mi bacia asciugandomi le lacrime equivalenti a mesi di pene, e un sorriso spontaneo si presenta sul mio volto.
Per sempre io, per sempre tu.
Roger, mio amato, con me, solo tu.

Come Amare Sull'orlo Del Baratro-FrogerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora