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Michael

È ora.
Spalanco le porte della sala, rimaste chiuse per troppo tempo ormai.
Non ci vuole molto affinché gli occhi dei presenti si sostituiscono ai festosi cappelli che essi portavano per l'occasione.
Vedo qualcuno in prima fila agitarsi: Lord Gallandher.
Anche mia moglie sembra alquanto stizzita nel rivedermi.
Decido di non darci poi troppo peso.
La pacchia è finita.
Sono qui per rimettere a posto le cose.
Raggiungo mio figlio all'altare, e mi volto verso Rosie, salutandola con un cenno del capo.

- Che cosa ci fai tu qui? - chiede mio figlio, freddo.
Sospiro.
Sono stato molto duro con lui, e non ultimamente.
Ha ragione a trattarmi in questo modo.
Dovrebbe fare anche peggio.

- Già, perché sei qui? Non te l'eri svignata in villeggiatura? - abbaia Lord Gallandher, ma io lo zittisco con una semplice occhiata acida, per poi rivolgermi di nuovo verso mio figlio.

- Mi dispiace. Scusami per tutto quello che ti ho fatto. E non sto parlando di tutta questa storia che si sta concludendo in un drammatico finale. Sono generico. Io ti ho sempre amato - per una frazione di secondo guardo Trevor, che freme in un angolo della stanza - sì, ammetto, forse ti ho amato più di tutti, ma non sono mai riuscito a dimostrartelo. Mi dispiace, non sai quanto sia difficile per me esternare le mie emozioni. Tu invece sei diverso da me. - rido, pensando a Freddie. - Tu per fortuna hai una capacità innata di innamorarti e fai di tutto per far sentire amata la tua anima gemella. Sai a chi mi riferisco. Sei identico a mia madre, tua nonna - lo vedo sorridere. Mi sento sollevato.

- Il dramma è che tu sei impossibilitato a mostrare i tuoi sentimenti al mondo intero. Perché al giorno d'oggi, non ti è permesso. Sei un incompreso, un malato, un pazzo, un deviato...sì, questo è quello che dicono gli altri. Ma sappi, che agli occhi di tuo padre, rimarrai sempre e solo il bambino che ama le macchine e suona le pentole. Sappi, che agli occhi di tuo padre, tu vai bene così come sei. Non c'è niente di più bello che amare profondamente una persona, indipendentemente da chi essa sia. - tutti gli invitati rumoreggiano, alcuni si alzano in piedi, spazientiti, altri si mettono le mani nei capelli.
Rosie invece ha lo sguardo chino, sofferente, e mi dispiace per lei.
Guardo gli invitati sorridendo, e capisco che non c'è niente di più bello da fare che mandarli su tutte le furie.

- Perciò ama, Roger. Ama, e non avere pietà. Soltanto questo. Sembra così comune innamorarsi, ma pochi in realtà lo fanno davvero. Non permettere mai che siano gli altri a decidere per te, non prendere mai la strada più facile, scegli quella che porta all'orlo del baratro. Se desideri un futuro, va a prenderlo. È lì fuori, che ti aspetta - detto questo, lo sguardo di Roger si illumina, e mi salta addosso, abbracciandomi.
È un abbraccio lungo e intenso.
Nessuno intorno a noi fiata.
Meglio, abbiamo le orecchie aperte per sentire ciò che fa più bene all'anima: il ritmo del nostro cuore.

- Allora, ho detto che il futuro ti aspetta, vuoi andare a prendertelo? - lo incalzo io, facendogli l'occhiolino, a quel punto, ecco lì che Roger capisce e insieme, ci dirigiamo verso l'uscita, sentendoci in cima al mondo.

Lord Gallandher

- Sei un patetico asino colombiano dal muso lungo! - urlo io a Trevor, perdendo la pazienza.

Roger e Michael sono appena usciti come due amici di Dorothy saltellano lungo il sentiero dorato (citazione acculturatah: essere amici di Dorothy, quella del mago di Oz, negli anni venti dello scorso secolo era un'espressione comunemente utilizzata per riferirsi alla comunità LGBT dell'epoca...da questa mia scoperta diciamo che è venuta fuori tutta questa storia, ed ecco anche spiegata la ragione per cui ho deciso di ambientare la storia proprio negli anni venti :3 )

- mi scusi, signor Gallandher...è che...-

- non hai scuse! Razza di somaro meticcio...ora devo andare! Non c'è tempo da perdere! -

- Aspettami, my lord! Vengo anch'io. Quell'insolente di Michael la deve pagare cara! Deve vedersela con me! - starnazza Winifred, infuriata.
Sbuffo. Una palla al piede.

Rosie

È tutto inutile.
Ormai, è tutto inutile.
Non c'è più niente da fare, c'è solamente da sedersi comodi, e rassegnarsi.
Non avrò futuro, non esisterà nessuno oltre a Roger.
Perché è lui la persona che ho sempre amato in vita mia.
E no, mio padre non c'entra nulla.
È amore vero, il mio, non è ingenuità.
E so benissimo che non potrei mai andare avanti. Come potrei, dopo tutto quello che mi ha dato?
Mi ha fatto sentire meno brutta, meno grassa, meno in colpa per la morte di mia madre.
Se io non fossi scappata dalle sue braccia, non avrebbe mai attraversato la strada con quella irruenza.
Roger mi ha fatto sorridere, e ha fatto tutto, inconsapevolmente.
Non si è sforzato nel farlo, perché è una persona buona, e le persone buone non ragionano, sono semplicemente loro stesse.
L'ho amato per davvero, e non posso permettermi di andare avanti.
Lui ha fatto la sua scelta, ed è giusto rispettarla per il suo bene.
Io ora, devo fare la mia.
Poggio i fiori sulla sua sedia, e vado via dal matrimonio.
Lo faccio silenziosamente, così che nessuno possa accorgersi di me.
Non lo hanno mai fatto, fin dal principio.

Freddie

Arrivo al portone, con l'umore a terra.
Roger e Winifred sono in pericolo di vita.
Cosa posso fare ancora per salvare il mio amore?
Mentre questi pensieri assalgono la mia mente, ecco lì che i miei occhi si perdono negli unici in cui credo veramente.
È Roger.
Finalmente è lui.
Non posso credere di averlo lì, a pochi passi da me.
È così strano, vederlo dopo così tanto tempo.
Le parole che ha scritto sul suo diario riaffiorano nella mia mente.
Lui mi ama, non ha mai smesso di farlo.
A quel punto, si mette a correre verso di me, e mi salta in braccio, cingendo le sue gambe attorno al mio tronco, forse un po' troppo energicamente, ma ora nulla ha importanza, e le emozioni scorrono.
Ci baciamo, dopo tanto tempo.
Ci assaporiamo di nuovo, imprimendo il nostro profumo nell'altro.
Iniziamo a piangere, ma siamo felici, più di prima.
Siamo cresciuti, e dopo mille domande a cui faticavamo di venire a capo, siamo riusciti a guardarci dentro e a maturare dentro di noi che la nostra non era solo attrazione, ma vero amore.
Mi ha raggiunto anche Michael nel mentre, e rimane alla giusta distanza da noi a capo chino, visibilmente imbarazzato per la situazione.
A quel punto, io decido di mettere giù suo figlio, ma ecco lì che l'ansia e la paura proprio nel mio momento di massima felicità.

- Roger dobbiamo andare - sono le prime parole che riesco a dirgli. A seguito di ciò Roger non può far altro che spegnere il suo sorriso angelico, e rivolgermi uno sguardo allarmato.

- Come mai? Che sta succedendo? -

- Sei in pericolo...lord Gallandher vuole ucciderti. Dobbiamo andare! - mentre lo strattono per un braccio verso il garage delle sue macchine, Michael ci blocca.

- Freddie. Prenditi cura di lui. E non fartelo scappare. Siete carini insieme, e dovete rimanere così, per tutta la vita. Avete la mia benedizione - a quelle parole, Roger sorride, e lo abbraccia, forse per l'ultima volta, così noi lo ringraziamo e corriamo verso la salvezza.

Ma proprio mentre saltiamo sulla macchina preferita di Roger, ecco che una voce, proveniente da in cima le scale dello scantinato, non si fa sentire

- Dove credete di andare voi due, piccioncini? -

Come Amare Sull'orlo Del Baratro-FrogerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora