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Londra, 15 giugno 1926.

Rosie (prego, insultatela ahahah)

Non ne posso più.
Sento di non riuscire a resistere ancora per molto.
Freddie è stato cacciato di casa, ma è ancora nei paraggi, percepisco la sua presenza.
Lo vedo.
Le donne sentono.
Le donne vedono.
Le donne sanno.
Roger continua ad essere felice, a sorridere in un modo in cui non l'avevo mai visto fare prima, nemmeno quando non c'era ancora Freddie...
Beh, sono passati pochi mesi, ma io li percepisco come secoli.
Non mi ricordo nemmeno quei bei vecchi tempi in cui Roger mi copriva di rose, gioielli e di tutte le attenzioni di cui avevo bisogno, ora è tutto un ricordo sfuocato.
Ma so per certo che Roger anche prima di Freddie non era felice. Pensava di esserlo, ma era tutto un'illusione.
Non mi ha mai amata.
Già.
Non mi ha mai amata.
Peccato che io lo amo alla follia.
Sto andando via pian piano.
Non mangio, non dormo, non mi vesto come prima, indosso solo camicie da notte lunghe e ingombranti, non sopporto più il mio corpo, il mio viso, il mio carattere, nulla, la mia autostima è scesa sotto allo zero, perché la persona a cui tenevo di più al mondo si è da me allontanata.
Per sempre.
Già, per sempre.
E non importa se un giorno ci sposeremo, se avremo dei figli o se insieme noi invecchieremo, non importa quanti regali mi farà e quanti vestiti di lusso mi potrà comprare.
Se non c'è amore non c'è felicità, e l'amore, è la prima cosa di cui noi tutti abbiamo bisogno.
Basta.
È giunta l'ora di darci un taglio.
Che devo fare? Non lo so, ho diciotto anni, la risposta non la posso sapere ora.
Devo chiedere aiuto ad un'altra donna, molto più matura di me, che certamente sa già la risposta, e che oltretutto è la donna, forse l'unica, a cui Roger tiene di più al mondo.
Sua nonna.
Salgo i cinque piani di scale, fino ad arrivare in cima.
Davanti alla porta emetto un respiro profondo e busso tre volte.

- Avanti, zuccherino - a quel punto, un po' sorpresa da quel nomignolo, decido di entrare, chiudendomi la porta alle spalle.

Appena entro nel suo appartamento però, lei mi guarda sbigottita.
Probabilmente si aspettava Roger al mio posto.

- E tu che ci fai qui? - è il suo buongiorno.

- Buongiorno anche a lei, signora Taylor... - rispondo io, acida.

- Che cosa vuoi? Se cerchi soldi cerchi invano - abbaia.

- No, stia tranquilla. Non sono una persona banale -

- Beh, allora mi vuoi dire che stai sposando mio nipote per amore?- a quel punto, stringo il labbro, emettendo un respiro profondo in modo da restare calma.

- Proprio di questo le volevo parlare...insomma, so che lei mi ha inquadrata come cattiva, manipolatrice e approfittatrice, ma purtroppo devo dirle che sbaglia, e che io sono follemente innamorata di suo nipote. Desidero soltanto essere amata da lui. Chiedo tanto? - a quel punto, la matriarca si aggiusta gli occhiali, mostrandosi più interessata a me.
Mi guarda a lungo, con indosso un'espressione compassionevole.

- Rosie, io non ti ho inquadrata come una manipolatrice, piuttosto come una ragazza manipolata dalle persone che ha attorno. Per anni, ti hanno riempito la testa di menzogne, e tu, ragazza così fragile e indifesa, non hai avuto altra scelta. Ci hai creduto. Per questo tu credi di amare Roger, ma è soltanto un'illusione -

- Io sono follemente innamorata di Roger! - ribatto io.

- L'amore che provi per lui è solamente una conseguenza data dalle mille storie che ti hanno raccontato - continua la signora Taylor, irremovibile.

- Lei non lo sa che cosa vuol dire amare! - sbraito io, giunta al limite della sopportazione.

- Io non so che cosa vuol dire amare? Ragazza, io sono nata secoli prima di te. Alla tua età mi innamorai di un  giardiniere, lavorava per mio padre, e ogni settimana veniva ad occuparsi del giardino. È stato subito amore. Iniziammo così una relazione segreta, nessuno doveva sapere. Insomma, eravamo ancora nel diciannovesimo secolo, se ci avessero scoperto insieme sarebbe scoppiata la prima guerra mondiale...Poi però, mi dovetti sposare con un ricco borghese. Anche la mia famiglia era benestante, ma stava affrontando un periodo di crisi, dal quale il mio futuro sposo ci avrebbe fatti uscire. Era più grande di me di ben trent'anni. Aveva già avuto una moglie e due figli dal precedente matrimonio, terminato per via della scomparsa prematura della moglie, morta mentre dava alla luce il suo secondo figlio. Successivamente, entrambi i figli morirono di tifo. Insomma, aveva avuto una vita segnata dalle disgrazie, e io potevo farlo ricominciare a sorridere. Ovviamente, dandogli l'erede tanto desiderato. E così, ci sposammo, mi ero fatta prendere dall'ingenuità e dagli inganni da parte della mia famiglia, che con parole dolci mi accompagnò all'altare. Non fu poi un matrimonio così disastroso, era una brava persona, mi aveva anche concesso di portare nella sua casa il mio giardiniere, con il quale continuavo la mia relazione segreta. Una volta datogli l'erede, ci allontanammo, non gli permisi più di sfiorarmi. Era un bravo padre, molto premuroso. Forse un po' protettivo, ma dopo aver visto la morte dei suoi primi due figli, come si fa a non esserlo. Furono i suoi anni più belli, quelli accanto a mio figlio. Morì di vecchiaia qualche anno dopo. Mio figlio si chiuse molto dopo la sua scomparsa, come si fa a non diventarlo. E per quanto bene gli abbia voluto, noi mi vergogno di dire che quello è stato il periodo più bello della mia vita. Finalmente io e il mio grande amore potevamo smettere di nasconderci, nessuno poteva più fermarci. Io avevo ereditato le ricchezze di mio marito, i soldi non erano più un problema. Mi chiese di sposarlo e io accettai, eravamo così euforici. Dopo vent'anni di segretezza, finalmente potevamo uscire allo scoperto, e smettere di fingere. Ma tutto ciò non accadde, perché l'unico amore della mia vita ebbe un'infarto poco prima delle nozze. -

- È...una storia commovente. M-mi dispiace, I-io non volevo -

- Stai tranquilla ragazza, ormai è passato. E non si può più tornare indietro. Roger e Freddie...beh, per quanto il loro amore sia altrettanto impossibile, è comunque ancora pieno di speranza. Loro sono più coraggiosi, più combattivi. Ce la possono fare. Anzi, ce la faranno. - a quelle parole, i miei occhi si riempirono di lacrime.

- Come può dire ciò? Io e Roger ci sposeremo a novembre! - esclamo io, in un misto di rabbia e dolore.

- Mi dispiace per te, ragazza. Davvero. L'amore non corrisposto forse è la più grande delle pene. Ma purtroppo, non ti resta che accettarlo. Con mio nipote, rimarrai in balia degli eventi. Apri gli occhi sulla tua triste realtà, basta sognare. E te ne prego, non essere d'intralcio all'amore più puro. -

- Beh, e io sa che cosa le dico? Le sue belle parole non sono riuscite a mettermi fuori gioco. Anche io posso combattere per amore, e lo farò fino alla morte. Pensavo di venire qui e trovare un'alleata, ma a quanto pare non ho trovato altro fuorché una nemica - detto questo, mi alzo, ed esco dall'appartamento della matriarca con un misto di rabbia e disperazione. Le lacrime mi rigano il volto, il mio cuore è a pezzi.

Ma io sono ancora in piedi.

Come Amare Sull'orlo Del Baratro-FrogerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora