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HMP Shepton Mallet, carcere di Cornhill,  27 luglio 1926.

Freddie

Dopo un intero mese di processo, mi hanno condannato a sette anni di carcere, e mi hanno sbattuto nel carcere di Cornhill.
È uno, se non il più spaventoso carcere dell'intera Inghilterra.
Al suo interno si sono svolte un sacco di esecuzioni brutali e sono stati incarcerati alcuni tra i criminali più pericolosi al mondo.
Molto rassicurante.
È la sera del mio arrivo in carcere, e penso di non essere mai stato più agitato in vita mia.
Io non sono un criminale, sono solo un uomo che ama un altro uomo.
Come potrebbero reagire gli altri detenuti una volta che scopriranno il perché mi trovo qui?
E soprattutto, con chi verrò smistato in cella?
Dovrei stare qui dentro per sette anni, non tre giorni.
E sette anni in carcere ci mettono tanto a passare.
Appena entro, cerco la catenina di Roger, e bacio il ciondolo con il crocifisso.

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Pausa drammatica ihihihih
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Mi odiate, lo so
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Sono in mensa, seduto in un tavolo da solo, cercando di ingoiare il più velocemente possibile dell'insipido porridge.
Tengo lo sguardo basso, cercando di non incrociarlo con nessuno.
Ma a quanto pare...
Una mano grossa e tatuata sbatte con forza sul tavolo dove stavo mangiando, facendomi sobbalzare.

- Ma chi abbiamo qui? Oh, che carino, è il novellino ragazzi! Venite a divertirvi! - esclama il proprietario di quella manona, mentre vengo circondato da altri galeotti muscolosi e pieni di tatuaggi che sghignazzano.

- Lasciami stare... - mormoro io, senza nemmeno guardarlo.

A quel punto, le mani del mio molestatore mi afferrano per il colletto sollevandomi di peso e obbligandomi a guardarlo negli occhi.
È un omone enorme, alto e grosso, tatuaggi in ogni centimetro di corpo, cranio rasato e occhi piccoli e rabbiosi.

- Come hai detto checca? Non ti devi permettere mai più di rivolgerti così a me, altrimenti... - e in quell'istante, mi sferra un destro scaraventandomi nel pavimento freddo e umido.

Tutti gli altri ridono, compreso il mio molestatore, e io precipito nella vergogna più profonda.
Il mio naso sanguina, i miei occhi si riempiono di lacrime, ma decido di reagire.
Mi rialzo a fatica, per poi scagliarmi contro di lui e riempirlo di calci e pugni, ma lui è troppo forte, i miei pugni non hanno alcun effetto su di lui, che mi guarda ridendo.
Mi ferma il volto mettendomi una mano in faccia, per poi colpirmi nuovamente con un gancio nel torace.
A quel punto, cado sulle ginocchia, tossendo più e più volte.

- Ora basta! - esclama una voce misteriosa, attirando l'attenzione di tutti i presenti.

Si fa avanti un ragazzo alto e magro, con i capelli ricci.

- Oh, ecco che è arrivato lo scienziato a rovinarci il divertimento... - protesta il mio molestatore, mentre un altro ragazzo più basso con i capelli castani si materializza vicino a me dandomi una mano ad alzarmi.

- Che cosa vuoi, Brian? Perché devi sempre intervenire in cose che non ti riguardano? - chiede il galeotto, mentre quel ragazzo che rispondeva al nome di Brian gli si para davanti a braccia conserte.

- Sei un codardo, James...dici tanto di essere grande e grosso, vai a cercare briga con i ragazzi della tua stazza! - esclama, e James incredibilmente abbassa il capo, allontanandosi con la sua cerchia di amici.

-  Ti è andata bene questa volta, frocetto! Ma vedi di rigare dritto, perché la prossima volta non avrai i tuoi amichetti che ti verranno a reggere il culo! - urla, in lontananza.

Quando finalmente rimango solo con i miei due salvatori, i poliziotti suonano i loro campanacci, segno che dobbiamo ritornare nelle nostre celle.
Dato che io non ci ero ancora entrato, seguo quei due ragazzi e scopro di essere stato smistato nella loro cella.
Una volta dentro, il riccio mi rivolge un sorriso accogliente.

- Piacere, io sono Brian, e lui è il mio amico John - stringo le mani a entrambi e mi presento anch'io

- Piacere, io mi chiamo F-Farrokh, ma mi potete chiamare Freddie...anzi, dovete farlo, vi obbligo, darlings - a quella mia insolita presentazione, Brian e John si scambiano un'occhiata perplessa, per poi scoppiare a ridere.

- Wow, devo dire che sei una persona molto singolare, Freddie...mi piaci - commenta Brian.

- Grazie, anche voi mi piacete, ma...sono meglio io - e i due scoppiano a ridere una seconda volta.

Restiamo in silenzio per un po' e io mi accorgo di non averli ancora ringraziati per quello che hanno fatto.

- Comunque grazie per avermi salvato, siete stati molto coraggiosi - mugugno io.

- Figurati - rispondono all'unisono.

- Allora, raccontaci un po' di te, Freddie...che cosa ti ha portato qui? - chiede John, curioso.

- Beh, il mio crimine è amare un altro uomo - a quella mia risposta, Brian e John sprofondano in un silenzio agghiacciato, e io sorrido per tranquillizarli.

- A gennaio di quest'anno, ho conosciuto un ragazzo, Roger. Diciott'anni, ricco borghese figlio di un bancario...dopo una serie di incontri-scontri casuali, ci siamo innamorati...è successo tutto così improvvisamente, tra un'insicurezza e l'altra, eravamo turbati dai nostri sentimenti, da chi ci stava intorno...ma abbiamo seguito i consigli delle persone giuste, che ci hanno dato la forza necessaria di combattere per quello che volevamo diventare un giorno, agli occhi della gente, ovvero una normale coppia di innamorati che non ha bisogno di nascondersi, ma è libera di vivere il proprio amore fresco all'aria aperta. E così, eccomi qui...ma io, posso dirvi che anche se ora ho raggiunto il fondo del baratro, sono pronto a rialzarmi, e a rinascere dalle mie ceneri più forte, più consapevole dell'amore che provo per lui, perché il nostro amore sarà così, caratterizzato da tragiche cadute e formidabili risalite. Solo una cosa ci è proibita. Arrendersi. Mai farlo, e sono certo che anche lui starà lottando come me, anzi forse più di me, perché è il destino che ci ha fatti incontrare, ma è il nostro coraggio a unirci per sempre. - al termine del mio discorso appassionato, Brian e John mi guardano sbalorditi.

- Wow...che bella storia...spero vivamente che riuscirete a farcela - conclude John, ispirato.

Rimaniamo un po' in silenzio fino a quando un dubbio non assale i miei pensieri.

- Ma voi invece...per quale motivo siete qui? - e Brian e John si guardano, scoppiando a ridere.

- Beh, non avevamo voglia di studiare - scherza John.

Come Amare Sull'orlo Del Baratro-FrogerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora