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Rosie

Mi guardo allo specchio.
L'abito mi è largo ai fianchi, per via del mio dimagrimento drastico negli ultimi mesi, e l'avorio è un po' troppo intenso.
Lo avrei preferito più bianco, ma Mrs. Taylor ha insistito che indossassi il suo vestito da sposa, e così ho fatto.
Il mio sguardo indagatore passa in rassegna sul mio viso.
Il trucco agli occhi è sbavato, la matita è colata sotto gli occhi per via del mio pianto di qualche istante fa, e sembro un mostro, così decido di aggiustarmelo svogliatamente passandomi i medi sotto gli occhi.
Quando penso di aver rimediato a sufficienza, il mio sguardo si dirige sul bicchiere di vetro poggiato su un tavolo situato alla mia destra.
Serro le labbra.
Mi avvicino lentamente, respirando a pieni polmoni per farmi coraggio.
Quando arrivo esattamente perpendicolare al bicchiere, prelevo dal mio corpetto la fialetta datami da mio padre, e svito il tappetto in sughero, per poi versare le tre gocce ordinatami da esso.
Il liquido ambrato si mischia con lo champagne versato in precedenza, senza lasciare la minima traccia.
A quel punto, assottiglio gli occhi, riducendoli a due fessure, e con un gesto deciso, verso tutto il contenuto al suo interno.

- Se lo dobbiamo uccidere, è meglio farlo come si deve... - sibilo io, con odio.

A quel punto però, l'ennesima crisi scoppia.
Inizio a singhiozzare, prima silenziosamente, poi sempre più forte, fino ad esplodere in un pianto inarrestabile.
Mi butto a terra, afferro il candelabro, lo scaglio contro il muro, strappo un lembo dello strascico che di lì a poco avrei dovuto indossare.
Cado in ginocchio, mi spettino i capelli, fino a coprirmi il volto con le mani tremanti, vergognandomi profondamente di me stessa.

Roger

Ho smesso di lottare.
Amo Freddie, lo amo alla follia, ma tutto ciò è da pazzi, e non può continuare.
Lui è in carcere ora, e sarà costretto a rimanerci per molti anni ancora.
È meglio sposarmi con Rosie, fare figli con lei al più presto e dimenticare tutta questa storia, all'istante.
Non posso fare altrimenti.
Ha ragione Lord Gallandher, devo crescere, non posso più continuare a sognare e sperare di cambiare il mondo.
Il mondo non cambierà mai.
Continuerà a premiare gli ingiusti e a punire i puri di cuore, perché da sempre così ingenui, così fiduciosi nel loro avvenire.
Ora basta, è giunta l'ora di maturare, e comportarmi da adulto.

- Roger! Su, sorridi un po'! Ti stai per sposare, dovresti sprizzare di gioia ed allegria! - strilla mia madre, con quella sua voce da oca.
Io rimango irremovibile, triste e rassegnato al mio misero destino.
A quel punto, mia mamma sospira e allunga la mano sulla sua trousse, tirando fuori la sua cipria e la sua terra.

Mi prende per il mento, obbligandomi a voltarmi verso di lei, e, ispirata, inizia a truccarmi.

Io a quel punto la guardo stranito, e lei ridacchia, buttando i capelli all'indietro.

- Quando aspettavo te, ho sempre pensato che fossi femmina... - confessa lei, ricordando malinconica quel periodo con il sorriso.

- D-davvero? -

- Già...sono rimasta molto delusa quando ho scoperto che eri un maschio. Quando eri piccolo mi piaceva vestirti da femmina, e tuo padre mi rimproverava un sacco per questo! - esclama lei, ridacchiando.
Mi sta parlando con un tono così amorevole...non credo sia mai successo.

A quel punto, aggrotto le sopracciglia, confuso, ma anche divertito all'idea.

- E ora guardati. - mi ammira lei, fiera. - Un bellissimo giovanotto che sta per fare il grande passo -  e detto questo, mi abbraccia, lasciandomi senza parole.

Che cosa sta succedendo?

Quella scopa di mia madre si sta sciogliendo?

Mia madre è molto strana oggi, e non solo lei.

Sto vedendo una sua nuova versione.

Sarà una lunga giornata.

Lord Gallandher

Busso alla porta della camera di Roger per poi entrare subito dopo, impaziente.
È in quel momento che lo sorprendo abbracciato con Winifred.
Stringo i denti, arricciando il naso.
Winifred sta cedendo proprio ora?
Non posso lasciare che ciò accada.
Non si deve ribellare pure lei.

- Winifred! - la chiamo io, e mamma e figlio sussultano, voltandosi verso di me.

Roger mi squadra con odio misto a timore, e il mio ghigno ricompare sul mio volto.

- Ti posso parlare un attimo in privato, tesoro? - chiedo io, con un finto tono dolce e melodioso, il migliore che potessi fare.

Così, Winifred, addolcita da quel nomignolo, come un cane, giunge dal suo padrone.

A quel punto, io e Roger ci squadriamo in malo modo, fino a quando io non chiudo la porta sbattendola con forza.

Prendo la chiave e lo chiudo dentro, girandola tre volte nella serratura.

- Ma tesoro...perché l'hai fatto? - chiede Winifred, sorpresa e dispiaciuta.

Io faccio roteare gli occhi.

Che cosa le sta succedendo?

- Beh, amore della mia vita...non voglio che questo biricchino scappi proprio il giorno di questo tanto ambito matrimonio! Chi l'avrebbe mai detto, eh? Finalmente ci siamo arrivati...e tutto è bene quel che finisce bene... - ribatto io, cercando di portare il discorso in un'altra direzione.
E ci riesco, perché l'espressione da gattamorta si impossessa nuovamente del suo viso.

Si avvicina a me, allacciando le sue braccia al mio collo, e stampandomi un bacio sulle labbra.

- Già...mio figlio e tua figlia si stanno per sposare...non è romantico? -

- Così romantico che mi è venuta in mente una cosa ancora più romantica...sposiamoci anche noi, oggi stesso. - dispongo io, mentre gli occhi di Winifred luccicano come diamanti.

- Oh, sì! Sì e sì! - è la sua risposta entusiasta, e così la mia amante mi salta in braccio, e io la sollevo.

Freddie

Siamo arrivati.
Ce l'abbiamo fatta.

Michael fa per entrare, quando però si blocca e poggia l'orecchio sul legno.
Non ci vuole molto affinché sul suo volto si disegna un'espressione afflitta.
Si volta verso di noi, sospirando, per poi incrociare gli occhi con i miei.

- La cerimonia è appena iniziata, non abbiamo tanto tempo. Appena il prete pronuncia la fatidica frase, io entro, e mi oppongo, tu Fred devi aspe... - a quel punto, Michael si blocca.
I suoi occhi si alzano un poco dai miei per fissare turbati qualcosa dietro di noi.

- Che...che cosa c'è...? - chiedo io sottovoce, ma lui non mi risponde.
A quel punto decido di girarmi.
Brutta mossa, perché in quel momento i miei occhi si imbattono in quelli di due poliziotti, due veri poliziotti, che provengono dritti dritti dal carcere da cui io e i miei amici siamo appena evasi.

Come Amare Sull'orlo Del Baratro-FrogerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora