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Londra, 21 giugno 1926.

Rosie

- Allora, hai capito quello che devi fare? - chiedo io, sull'orlo di perdere la pazienza.

- Sì...ma non ho capito perché Freddie vi da così tanto fastidio...che male c'è se vuol stare con Roger? - a quella domanda impudente, io allaccio le braccia sul petto.

- Intanto si chiama Farrokh, non Freddie.  E poi, beh...tu sei ancora troppo piccola per capirlo -

-  Non sono piccola! - urla quella bambina viziata, sbattendo il piede a terra.

- Beh, e allora se non vuoi essere considerata come tale fa quello che ti dico e alla svelta! - sbotto io, spazientita.

- No! - urla la sorella di Roger, dandomi le spalle.

- E ora che c'è? - chiedo io, alzando gli occhi al cielo.

- Se mi insulti allora io non farò un bel niente! Perché non lo fai tu, scusa? - chiede, e io sbuffo.

- Non posso farlo perché Roger ormai non si fida più di me - spiego io, e Clare soffoca una risata.

- Beh, allora fatti due domande del perché non si fida più. - a quella frase mi infurio talmente tanto da tremare per la rabbia, ma in un secondo momento capisco che non posso reagire, dato che Clare è l'ultima speranza che ho per mettere Freddie definitivamente fuori da giochi.
Sospiro

- E va bene. Mi dispiace per averti trattata in quel modo, non dovevo usare quei termini...ora mi fai questo favore? - alle mie parole più pacate, Clare annuisce con sufficienza.

Farrokh

Vedo Clare che si avvicina nella stalla degli animali, luogo in cui Roger mi ha nascosto affinché noi due possiamo continuare a vederci.
Aggrotto le sopracciglia.
Come fa a sapere che io sono nascosto qui? Di sicuro deve averglielo svelato Roger...è l'unico che sa...ma perché l'ha fatto?
Beh, sua sorella Clare non mi preoccupa, è l'unica persona non corrotta in questa famiglia, così, appena mi raggiunge, io la accolgo con un bel sorriso.

- Ciao Clare! Ma chi si vede, qual buon vento... -

- Ciao Fre...Farrokh. - aggrotto le sopracciglia. Sembra strana, distaccata.
Che fosse successo qualcosa?

- Che ti succede? - domando io, preoccupato. Magari era successo qualcosa di brutto a Roger...

- N-niente...Non preoccuparti, è stato Roger a dirmi dove ti nascondevi, mi ha mandato lui qui. Vuole vederti, all'istante. Vuole dirti una cosa importante - a quelle parole, io mi tiro su alla svelta spolverandomi un po' le gambe dalla paglia, per poi entrare in casa con lei molto cautamente.
Durante il tragitto dalla stalla alla casa fisso Clare da dietro perplesso.
Mi pare strano che Roger abbia chiesto aiuto a Clare...insomma, va bene che è l'unica persona della sua famiglia della quale si fida, assieme a sua nonna ovvio, ma è anche l'unica persona non coinvolta in tutta questa storia...perché coinvolgerla? Dovrà essergli successo qualcosa di molto grave, oppure sa che sta per accadere...
Non lo so, non posso far altro che pensare in negativo. Il corso degli eventi non mi permette di fare altrimenti.
Inoltre, Clare indossa un cappello di lana insolito per la stagione in cui siamo, che le copre gli occhi e parte del volto, assieme ai capelli rossicci.
È coperta anche da un cappotto altrettanto pesante, sotto a un vestitino estivo.
Decido però di non dare tanto peso a questa osservazione e vedo che Clare si fa seguire nella sua stanza, lanciandomi un'occhiata come per dirmi di seguirla, e io eseguo.
Appena ci ritroviamo in camera sua lei chiude la porta e mi guarda terrorizzata.

- Che sta succedendo? Perché mi hai portato qui? - chiedo, cercando di stare calmo.

- Sta succedendo quello che deve succedere - a quel punto Clare si sfila il cappello e il cappotto, mostrando un corpo costellato da lividi e segni molto evidenti. Mi agguanta e mi trascina sul suo letto, urlando

- Lasciami! Lasciami andare! Aiuto! -

Nel giro di pochi istanti, quando ancora io non riesco a capacitarmi di quello che sta succedendo, la porta della camera di Clare viene sfondata, ed entrano Michael, Winifred e, per ultimo, Roger.

- Oh, figlia mia! Lasciala, lasciala subito! La stavi violentando! Lo sapevo che prima o poi l'avresti fatta grossa! - urla Winifred, avventandosi contro la figlia e spingendomi via da lei.

A quel punto io scendo dal letto, e incrocio lo sguardo di Michael, che mi guarda con occhi del tutto inespressivi, a metà strada fra la delusione e la frustrazione.

- Come hai potuto... - mormora a quel punto.

- Già, come hai potuto... - ripete Roger, mentre gli occhi gli si riempono di lacrime amare.

- Roger, ascolta... - riesco a dire io, con la voce spezzata dal pianto.

- Sta...lontano da me - mi intima lui, prima di correre via.

Io a quel punto penso solo a una cosa.
All'amore della mia vita.
Mi lancio al suo inseguimento, ignorando Michael che urla

- Vieni qui! Ora chiamo la polizia!-

Come Amare Sull'orlo Del Baratro-FrogerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora