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Londra, 18 giugno 1926.

Winifred

Ho bisogno di vedere il mio Lord.
Quanto lo amo.
Sono davvero felice in questo momento.
Finalmente quel farabutto di Farrokh ha lasciato casa mia e Lord Gallandher sembra dedicarmi molte più attenzioni di prima.
Che mi voglia fare una proposta di qui a poco?
Non lo so.
Ma voglio tanto scoprirlo.
Mi dirigo tutta pimpante nella camera degli ospiti, voglio andare a trovare il mio amante.
Apro la porta, eccolo lì.
È sul divano, in vestaglia, petto nudo e giornale tra le mani.
Quanto lo amo.
La stanza è invasa dal fumo, e io emetto qualche colpo di tosse.

- Oh, eccola lì, la mia donna preferita... - mi accoglie lui, con il suo sorriso smagliante.

- Buonasera, Lord Gallandher... - rispondo io, chinando il capo come per prendere in giro le cameriere.
Il mio amante ride, e io lo accompagno.

- Vieni qui - mi ordina lui, prendendomi per mano e imprigionandomi tra le sue braccia.

- In questo periodo sei molto di buonumore...che succede? Mi devi dire qualcosa? - insinuo io, sorridente.

- Mi becchi sempre subito tu, eh? ...in effetti è vero. Succede che è il periodo favorevole per trasformare i nostri sogni in realtà. -

- Che vuoi dire? - chiedo io, curiosa.

- Beh, semplice. Tuo marito...è provato abbastanza per quello che è successo...non ci resta solo che obbligarlo a lasciarti andare, e allontanarlo da questa casa. Con le buone o con le cattive. Affinché sarà tutto mio  - a quelle parole, cambio drasticamente espressione, facendomi seria.

- I-in che senso...con le buone o con le cattive? Non hai mica intenzione di fargli del male...vero? Ricordati che è pur sempre il padre dei miei tre figli... - balbetto io, incredula.

- Assolutamente no, mia cara. Anche se io all'inizio ti avevo chiesto se eri pronta a tutto per amarmi. E tu avevi detto di sì -

- Ma che c'entra insomma, certamente non era in quel senso... - ribatto io, agitandomi.

- Stai tranquilla, mia cara. Io non sono cattivo. Ti puoi fidare di me. Una volta fatto fuori tuo marito, ci occuperemo finalmente di noi due, ci sposeremo, avremo questa bellissima casa...e soprattutto, non ci dovremo più nascondere - quelle parole mi confondono sempre di più. Non riesco più a percepire ciò che il mio amante mi riferisce, perché l'amore che provo per lui è più forte di mille parole.

- D'accordo - acconsento io, e inizio a baciarlo.
Il bacio si fa sempre più spinto e passionale, fino a quando il mio Lord mi solleva trasportandomi sul suo letto.
Ci baciamo, ci mordiamo, ci svestiamo, ci desideriamo.
Mi fa sua, lo faccio mio, io sotto, lui sopra, i nostri odori si mischiano, ci uniamo, diventiamo un tutt'uno.

Rosie

Entro nella camera di mio padre.
Sta dormendo.
È con Winifred.
Li guardo.
Li studio.
Li esamino.
Sono nudi, scombinati, disposti a casaccio sul letto disfatto, la luna piena impallidisce la loro pelle perlata di sudore.
Non riesco a provare nulla nemmeno davanti alla passione così profonda.
Sono completamente assente, a tutto.

Mi avvicino al letto, giungendo al capezzale di mio padre.

- Papà... - sussurro, rimanendo in attesa di un suo riscontro.

- Papà... - ripeto, stringendogli un braccio.

Mio padre si muove leggermente,  per poi socchiudere gli occhi.
Mi guarda a lungo, ancora stordito, fino a quando, svegliandosi definitivamente, non sobbalza dallo spavento.

- Rosie! Ma che diavolo ti salta in mente? Che ci fai qui? -

- Ti devo parlare... - rispondo con sufficienza.

- Ora? - chiede lui.

- Ora. - ordino io.

Mio padre sospira, guarda Winifred e senza svegliarla, scende dal letto, ricevendomi in biblioteca.

- Sembri un fantasma con quella camicia da notte addosso. Mi hai fatto venire un infarto, guarda che sono vecchio io -

- Che cosa hai intenzione di fare?- chiedo io, senza ascoltarlo.

- I-in che senso...? - chiede lui, confuso dalle mie parole così dirette.

- Non fare il finto tonto, so benissimo che c'è qualcosa sotto.- rispondo io, decisa.

Mio padre mi guarda perplesso, fino a quando non si decide a mollare la presa.

- D'accordo, te lo dirò. Sei mia figlia dopotutto...è giusto che anche tu sappia. E conosca la vera versione dei fatti. Insomma, vado subito al sodo. Il signor Taylor è distrutto da tutto quello che è appena successo, non c'è bisogno di specificare cosa. Ora non ci resta altro che trarre la situazione a nostro vantaggio. Ci servono soldi, figlia mia, non riusciamo ad andare avanti, dovremo lavorare altrimenti e sai che i nobili non si riducono mai a tutto ciò. Ebbene, convincerò il signor Taylor a divorziare con la moglie, dopodiché ce ne sbarazzeremo, in modo tale da acquisire il controllo completo della casa, sposerò sua moglie il prima possibile, anche il giorno stesso delle tue nozze con Roger...e ucciderò Winifred poco dopo. E anche tu farai lo stesso con Roger- a quelle parole, sento una stretta al cuore.

- C-che cosa? - chiedo io, sbigottita. Non ci credo che mio padre abbia avuto il coraggio e la decenza di dire una cosa simile.

- Esatto figlia mia. Ucciderai tuo marito, e io ucciderò mia moglie, lo stesso giorno. Dopodiché, avremo tutto. -

- M-ma...io a-amo Roger...e tu ami Winifred... -

- Ah! Che bella battuta. No piccola mia, io non amo Winifred esattamente come tu non ami Roger. È solo politica, nient'altro. Apri gli occhi mia cara, non sai nemmeno che cosa vuol dire amare... -

- I-io so che cosa vuol dire... - ribatto io, mentre gli occhi mi si riempono di lacrime.

- Oh, ma ti prego. Ti ho ordinato io di amare Roger e così tu hai fatto. Ora ti ha ridotto uno straccio, guardati! Sei un mostro, senza più dignità, e ti ostini ancora a dire che lo ami? Questo non è amore, questo è suicidio! -

- Beh...preferirei mille volte il suicidio piuttosto che uccidere per mano mia l'amore della mia vita! - urlo, scoppiando a piangere. È una follia, io amo Roger, e lo voglio mio per tutta la vita. Non posso nemmeno pensare di vederlo ucciso dalla mia stessa lama.

A quel punto, mio padre sospira, e si avvicina a me, abbracciandomi.

- Sono tuo padre, desidero solo il meglio per te, mia piccola Rosie. E questa, è la soluzione migliore per te - mormora, sorridendo.

- Una volta uccisi, avremo i loro soldi, e ci saremo finalmente sistemati, figlia mia, non soffrirai più. - niente da fare, non mi convincerà mai e poi mai.

- Io non sono un oggetto, ho dei sentimenti! Magari è vero, magari io mi sono innamorata di Roger a furia di ordinarmi ad amarlo, ma i-io...n-non sono insensibile e superficiale come te, io voglio l'amore nella mia vita, non i soldi! -

- Pensa alla mamma, mia cara - a quel punto, mi blocco.

- Pensa al modo in cui l'hai delusa, prima che ci lasciasse... - mormora mio padre. Le sue parole sono taglienti come lame.

-  Fallo per lei, se non vuoi farlo per me, o per te. - dopo quella frase, una lacrima mi riga il volto, mentre vengo illuminata dalla luce pallida della luna piena.

Come Amare Sull'orlo Del Baratro-FrogerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora