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Scusate per il capitolo extra corto di ieri, ma dovevo pubblicare per forza perché è tanti giorni che non pubblicavo e ho troncato lì a un certo punto perché stavo per collassare nel letto dato che ho dormito sei ore in tre giorni ahahahah avete visto che senso del dovere solo per voi??? Ora tra un treno e l'altro ho avuto un po' più di tempo dato che sia la macchina che il mio motorino sono dal meccanico (giornate di merda a go go) e nulla raga, in più ho il raffreddore e qui a Genova piove...
In questo momento sto girando con un dito medio alzato dentro la tasca della giacca..., sto mandando affanculo il mondo intero, comunque è una buona cosa, mi sta aiutando molto, se avete l'umore sotto le scarpe infangate e superstiti da una pestata di merda immancabile nei giorni in cui tutto di va di merda è un buon metodo per tornare a sorridere, quando facevo il liceo accorrevo a questo metodo tutte le mattine. E niende ora vi lascio perché la mano con cui tengo il telefono si sta congelando e ADDIOOOO
BUONA LETTURAAA E BUONA GIORNATA ANCHE SE È UN PO' TARDI PER DIRLO...SPERO SIA MIGLIORE DELLA MIAAAAA❤❤❤❤
Tranquilli tutti, le giornate di merda capitano, pesce e uova a tutti✌❤

Michael

Mio figlio è gay. È malato. È un deviato. Non ragiono più. Lo schiaffeggio una, due, tre volte, fino ad atterrarlo con un destro. Lo lascio a terra tramortito, per poi voltargli le spalle e salire le scale urlando

- Dov'è quel figlio di puttana? Quel pianista da quattro soldi!? - mi fiondo nella stanza di mia moglie, che mi guarda allarmata, interrompendo la sua lezione di canto.
Il suo maestro di canto sobbalza dallo spavento, e mi domanda

- Signor Taylor...c'è qualcosa che non va? - io lo incenerisco con lo sguardo, non rivolgendogli la parola.

Incrocio lo sguardo di quell'invertito di Freddie, anche lui inquieto per la mia comparsa così burrascosa.

- Come hai potuto? - chiedo io, con un filo di voce, al limite dell'esasperazione.
A quella domanda, Freddie capisce tutto, e si alza dal pianoforte.

- Dopo tutto quello che ti ho dato...una casa in cui stare...e che casa...un lavoro di cui vivere...e che lavoro...ti ho dato tutto, trattandoti come un figlio...e tu prendi il mio figlio prediletto e lo trasformi in un deviante? -

- Ma caro, di cosa stai parlando? - chiede Winifred, spaesata.

- Signor Richardson, ci lasci soli... - ordino io, e il maestro di canto di mia moglie sgattaiola via, chiudendosi la porta alle spalle.

- Signor Taylor...mi dispiace molto, ma...io amo suo figlio... -

- Che cosa hai detto tu? - abbaia Winifred, sbarrando gli occhi.

- Zitto! Zitto! Zitto! Non è possibile! Due uomini che si amano sono il male! Solo l'inferno spetta a persone come voi! - sbraito io, tappandomi le orecchie per non sentire quelle eresie.

- Io credo che l'inferno lo stiamo passando ora, nella società odierna...fatta di valori arcaici... - osa dire lui, e il mio cervello si azzera un'altra volta.
Lo schiaffeggio, lasciandogli cinque dita stampate in faccia.

- Non osare mai più mancare di rispetto al padrone di casa, Freddie -

- O forse è più appropriato chiamarlo Farrokh... - interviene mia moglie, alzando un sopracciglio.

- In che senso? - chiedo io, aggrottando le sopracciglia.

- Nel senso che il suo vero nome è Farrokh Bulsara, non è Freddie Mercury...ha mentito due volte. Quindi schiaffeggialo due volte caro, atterralo, riempilo di botte quello straccione disonesto. È questo quello che si merita!- Alle parole di mia moglie, io sospiro, amareggiato.

- Una sola cosa ti avevo detto. Per me, le radici sono importanti. E ora, fuori da casa mia - ordino io, senza nemmeno più forza nel parlare. Sono talmente sfiancato dal corso degli eventi che le parole ora per me sono pesanti come macigni.

Farrokh obbedisce subito, e lascia la stanza a capo chino.
Scende le scale lentamente, indolente, lacrimevole.

Io lo guardo andar via restando nella stanza della mia fedele moglie, che,sempre pronta a sostenermi, mi porta un suo braccio al collo, circondandosi in un abbraccio affettuoso.

Farrokh

Sono ritornato ad essere Farrokh Bulsara, la persona che ero prima, sono tornato alle origini, e mi accorgo di essere incompleto.
Scendo le scale lentamente, quasi come un automa che risponde ai comandi senza sentimenti.
Perché ora, non riesco a provare nessun sentimento.
Una volta giunto al piano terra, sento la pressione dello sguardo di lord Gallandher e di Trevor Taylor, ma continuo a fissare un punto indefinito davanti a me.
Incrocio lo sguardo di Roger, mogio e pieno di sangue, reduce da una violenta lite con il padre, deduco io.
Non sono riuscito a proteggerlo.
Roger appena mi vede cerca di raggiungermi, mi vuole abbracciare, baciare, vuole avere del contatto fisico con l'amore della sua vita, e anche io lo voglio, più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma ciò ci viene privato da Rosie, che afferra Roger per un braccio, trattenendolo.
Mi rivolge uno sguardo vittorioso, compiaciuto, come per comunicarmi che lei è la vincitrice, e che Roger sarà suo per sempre.
Lei però non ha lottato per ciò che ama, ha fatto fare tutto ad altre persone, a differenza nostra.
Sorvolato anche lo sguardo di Rosie, arrivo alla porta, per scomparire dalla casa in pochi istanti.

Come Amare Sull'orlo Del Baratro-FrogerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora