Capitolo 27 - Omissione

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CHARLES

"Charles!" La voce di Giorgia mi richiama non appena termino di parlare con gli agenti, che mi comunicano dell'arresto dello stupratore.
Mi giro verso di lei raccontandole l'accaduto e mostrandole la posizione di Leyla.
"Sta parlando con sua madre" La informo.
"Te ne occupi tu?"
"Certo Giorgi non preoccuparti"
"Ti ho detto di non chiamarmi così!"
"Gne gne" Rispondo imitando la sua voce, beccandomi un'occhiataccia fulminante.
Sorrido alla sua faccia buffa, quando sento Leyla salutare finalmente sua madre e riporre il telefono nella tasca. Mi dirigo verso di lei e le comunico dell'arresto dell'assalitore, cercando di tranquillizzarla.

"Grazie" Si asciuga le lacrime che le hanno rovinato il trucco, mantenendo la sua solita bellezza "I-io non so cosa avrei fatto se non fossi arrivato tu"
"Ehi" Avvolgo il suo viso freddo ed arrossato tra le mie mani mentre cerco di tranquillizzarla "Non pensarci più"
"Okei" Un leggero sorriso spunta sul suo volto che ricambio volentieri.
Le sue labbra. Le sue labbra sottili e rosee.

"Leyla!" Mi volto verso la persona che l'ha appena chiamata e si sta dirigendo nella nostra direzione con uno sguardo preoccupato.
"Lorenzo" Le sue braccia avvolgono il suo corpo minuto, donandomi una sensazione di disagio.
"Come ti senti?" Chiede lui fissandola negli occhi.
Come credi che stia idiota? Ha appena rischiato di essere violentata!
"Sto bene, grazie a Charles"
Lorenzo si stacca dall'abbraccio per dirigersi verso di me e stringermi la mano come ringraziamento. Un sorriso forzato ricopre il mio volto.
"Grazie amico" Amico chi?
"Non c'è di che"
"Torniamo a casa Leyla?"
"Si"
"Ciao Charles"
"Ciao"
Resto impalato avvolto dal freddo della notte mentre osservo i due allontanarsi fino a scomparire nel buio.
Non so cosa avrei fatto se non fossi arrivato in tempo.

Sospiro pesantemente, prima di recuperare le chiavi dell'auto dalla tasca dei pantaloni e dirigermi verso il parcheggio per tornare a casa.
"Charles!" Giorgia mi richiama per l'ennesima volta correndo nella mia direzione.
"Che c'è Giorgi?"
"La borsa di Leyla. Gliela dai tu?" Chiede lei con il fiatone.
"C-certo" Prendo la tracolla nera tra le mani osservandola velocemente.
"Grazie caro, ci vediamo domani"
"Ciao" Riprendo la strada per il ritorno, salendo in sella alla mia auto ed accendendo il motore ruggente.
Che cosa è appena successo?

Mi godo la sensazione dei cavalli sotto il corpo mentre le luci di Maranello sfrecciano ai lati disegnando delle scie luminose. Le strade sono vuote perciò accelero leggermente, sfruttando la Ferrari nera lucida per sfrecciare sull'asfalto scuro.

Parcheggio sotto casa e mi prendo del tempo per riordinare i pensieri che mi offuscano la mente.
Cosa mi stai facendo Leyla?
Gli ultimi giorni sono stati davvero difficili da affrontare. Stare lontano da lei e comportarmi in maniera distaccata è stata una vera e propria impresa ma lo faccio per il suo bene e non posso farla soffrire ancora. Non potrei sopportarlo di nuovo.

Lo sguardo cade sulla sua borsa appoggiata sul sedile del passeggero mentre le mie mani recuperano il cellulare digitando il suo numero. Non rispondo delle mie azioni e in men che non si dica mi ritrovo con il cuore che pulsa a mille attendendo una sua risposta.
"P-pronto" Cerca di nascondere i singhiozzi senza buoni risultati.
"Leyla, guar... Che succede?" Chiedo preoccupato.
Se le fosse accaduto qualcosa non me lo potrei perdonare.
"I-io, l-lui, non... Potresti venire qui? Mi manca il respiro." Merda.
"Sto arrivando. Resta lì. Non attaccare." Sbatto la portiera dell'auto ed il accendo motore percependo tutti i cavalli scalciare sotto di me.
"Le? Ci sei?" Il suo respiro rapido e pesante è udibile attraverso la cornetta.
Le, era da un bel po' di tempo che non la chiamavo così.
"Si sono qui"
"Sono quasi da te" Cerco di fare il più veloce possibile, schiacciando il pedale destro.
Spero di non incontrare alcun agente.
"Ok"

Come primule nell'oceano // Charles LeClercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora