LEYLA
Non mi sono mai rispecchiata nello stereotipo della ragazza viziata.
Sebbene fin da bambina i miei genitori abbiano sempre cercato di rendermi felice con qualche regalo in più, l'importante per me era che avessi l'amore dalla mia parte. Il resto non importava, le bambole, le borse, i vestiti erano solamente diversivi alla mia felicità.
Ho imparato col tempo che ciò che rende davvero una persona valorosa è il peso che questa rivolge alle relazioni con gli altri e non con gli oggetti. Ho imparato a fregarmene del giudizio altrui basato solamente sugli indumenti, malgrado siano ore che cerchi un outfit che possa andare bene per il processo.
Il processo.
Già, ancora non ho avuto modo di elaborare pienamente la faccenda nonostante siano passate settimane dall'accaduto. La ferita si è rimarginata ma il pensiero di rivedere quella sua espressione terrificante riapre tutte le cicatrici che pensavo avessi accantonato.Fisso dettagliatamente la mia figura riflessa nello specchio appeso al muro, analizzando con lo sguardo ogni singolo particolare dell'immagine proiettata.
L'outfit è composto da un completo rosso, come la mia scuderia preferita, abbinato ad una camicetta bianca di cotone e dei décolleté neri scamosciati che fanno sempre comodo per queste occasioni.
"Secondo me sei perfetta" La voce amica di Michelle mi riporta alla realtà facendomi storcere il naso.
"L'hai detto per tutti gli outfit che ho provato finora" Sistemo il tessuto con le mai per nascondere alcune pieghe che si sono create.
"Perché è la verità — Michelle apre la braccia verso di me e sulla sua faccia compare la solita espressione da che ci posso fare io? — Ma, se proprio devo scegliere il mio preferito, sicuramente il rosso. Colore dell'amore e della passione."
Riporto gli occhi sul riflesso per poi convincermi che è questo l'outfit che voglio indossare per affrontare il mio carnefice.
"Vada per questo allora." Sorrido timidamente alla mia migliore amica malgrado non sia pienamente convinta della mia scelta.
Nessun outfit mi avrebbe convinta effettivamente...
Prendo un profondo respiro per ossigenare tutti gli organi del mio corpo, che sembrano voler collassare da un momento all'altro, e scendo al piano inferiore seguita da Michelle.
"Oh tesoro! — Mia madre mi accoglie tra le sue braccia magre per poi lasciarmi un leggero bacio tra i capelli — Sei stupenda."
"Grazie mamma." Ricambio il sorriso sebbene in questo momento sia l'ultima cosa che voglio fare mentre mi siedo al bancone della cucina, squadrando la quantità enorme di cibo che Nelly ha preparato per noi.
Il mio stomaco in subbuglio mi impedisce di ingerire qualsiasi alimento io trovi in questa casa perciò opto per mangiare solo al termine dell'udienza.Esco di casa accompagnata dalle due donne più importanti della mia vita e saliamo insieme in macchina per dirigersi verso l'imponente struttura locata a circa mezz'ora di strada.
"Come ti senti cara?" La voce dolce di mia madre risuona come una melodia nell'abitacolo, riuscendo a tranquillizzarmi leggermente.
"Piuttosto agitata"
"Lo sai che andrà tutto bene. Quest'oggi verrà fatta giustizia, ne sono certa."
Mia madre è una delle poche persone che riesce a trovare sempre le parole giuste qualsiasi sia il mio umore. Ho sempre ammirato questa sua capacità di utilizzare i giusti termini per ogni situazione.
"Speriamo"
Il resto del viaggio trascorre serenamente al ritmo delle canzoni che vengono trasmesse alla radio. Adoro l'attitudine della musica di riuscire a lenire qualsiasi emozione una persona possa provare. Nei mesi passati mi è stata molto d'aiuto per superare diverse situazione difficili e per questo gliene sarò sempre grata.
La musica mi ha permesso di sovrastare quei pensieri che altrimenti mi avrebbero danneggiata.Il palazzo della giustizia di Monaco ha un'architettura piuttosto particolare e per tale motivo resto qualche secondo ad ammirare la sua bellezza esteriore.
Ci siamo Leyla, è ora di finire questa storia.
Prendo un profondo respiro per alimentare la mia mente che si sta offuscando e mi faccio forza sulle gambe per dirigermi all'interno dell'edificio preceduta da mia madre è Michelle.
Se non mi avessero accompagnata probabilmente sarei svenuta prima di arrivare qui.
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Come primule nell'oceano // Charles LeClerc
RomanceDa una vita perfetta al suo peggior incubo. Capo delle cheerleader, presidentessa del consiglio scolastico, ragazza più popolare della scuola e sorella del capitano della squadra di basket. La vita di Leyla Emerson era perfetta, in tutti suoi aspet...