Capitolo 1 - Sopravvivi

2.9K 71 4
                                    

LEYLA

Ultimo anno, ultimo sforzo e tutto sarà finito poi ci sarà un oceano a separare questa opprimente città da me.
Continuo a ripetere questa frase mentre, a malavoglia, mi alzo dal letto trascinandomi verso la finestra dopo aver posticipato, ormai per troppe volte, l'odiosa sveglia che per i prossimi mesi rovinerà i miei sonni tranquilli, se così si possono definire.
Scosto leggermente le tende verde acqua, acquistate in qualche negozio costoso, per far filtrare gli ultimi estivi raggi di sole in grado di illuminare la stanza tappezzata da carta da parati a sfondo bianco raffigurante delle rose, che una volta amavo, e osservo davanti a me l'unico aspetto che apprezzo di questa casa; casa per me ormai eccessivamente stretta sebbene sia una delle più grandi della metropoli.
Il mar Mediterraneo si estende per tutta la sua bellezza di fronte ai miei occhi che hanno perso quel verde, di cui tutti si complimentavano quando ero bambina e ancora ignara di quanto la vita potesse essere ingiusta, sostituito da un grigio cenere contornato da un bianco spento e corroso dalle lacrime che sono stanca di versare.
Da qualche parte ho letto che le lacrime contengono degli enzimi il cui scopo é di lenire il dolore, non tanto fisico quanto psicologico.
Mi chiedo quante ne debba versare ancora per fermare, anche in parte, la sofferenza che pulsa ininterrottamente nelle mie vene offuscando quel leggero sollievo che riesco a malapena a trarre dalla vista del maestoso paesaggio davanti a me sebbene siano passati due mesi da quel giorno.
Quel giorno in cui la mia vita è cambiata, quel giorno in cui la Leyla ragazza spensierata ed ingenua si é scontrata rovinosamente con la realtà scoprendone il lato più oscuro.
Distolgo il mio sguardo dalla finestra rendendomi conto di essere in ritardo per il mio ultimo primo giorno di scuola e apro l'armadio alla ricerca di qualche indumento che mi permetta di non dare troppo nell'occhio ed evitare di diventare lo zimbello dell'istituto.
Oggi opto per una maglietta color pesca e un paio di jeans attillati abbinati ad un paio di converse nere alte; fortunatamente il clima si dimostra ancora piacevole quindi non ho bisogno di coprirmi eccessivamente.
Scendo le scale dopo essermi risciacquata la faccia con acqua di rose e averla successivamente ricoperta di crema agli agrumi e cannella, che mi ricordano la vacanza in Sicilia di qualche anno fa dove gustai i migliori cannoli mai assaggiati, mi dirigo in cucina guidata dall'odore pungente di caffè appena macinato e pane appena tostato che mi solletica il naso.
"Buongiorno tesoro" odo da mia madre intenta a spalmare del burro sul toast.
"Buongiorno mamma" rispondo pescando dal cestino della frutta una mela e iniziando a tagliarla sbuffando e ripensando al caldo letto in cui vorrei rifugiarmi per il resto della vita.
"Ti vedo pensierosa Leyla, qualcosa non va?", " É tutto a posto mamma, sono solo stanca" E invece è una merda e tu ti comporti come se non fosse successo nulla ma se ti dicessi la verità tu la ignoreresti quindi mento ripenso tra me e me.
"Bene tesoro, allora passa a prenderti Nelly fuori da scuola oggi pomeriggio, ok? " ribatte mia madre dopo aver terminato il toast farcito e ed essersi sistemata la gonna in raso blu da tipica donna in carriera abbinata ad una giacca dello stesso colore ed una camicetta bianca
"Va bene mamma " rispondo masticando uno spicchio di mela.
Nelly é la nostra domestica, è sempre stata come un'amica per me soprattutto dopo l'incidente ed è divenuta una specie di psicologa personale in grado di aiutarmi a recuperare la mia salute mentale.
Prendo lo zaino che ho preparato la sera prima prevedendo il ritardo della mattina e lo poso sulle spalle prima di richiudere la pesante porta in legno di ciliegio con tre mandate di chiave ed attraversare il giardino inglese, rigorosamente irrigato tutti i giorni all'alba, fino al cancello automatico che separa la mia dimora dalla fermata dell'autobus che mi accorgo di aver appena perso.
Inizio a correre dietro al mezzo ma le mie gambe, seppur allenate, non sono in grado di reggere lo sforzo e così mi arrendo all'idea di arrivare puntuale a scuola.

Sarà una giornata lunga.

...

Ecco a voi il primo capitolo della storia!
Ho deciso di pubblicare visto che non mi aspettavo visualizzazioni così presto🤩Lo so è piuttosto breve ma vi prometto che i prossimi si allungheranno🤞🏻
Se vi è piaciuto lasciate un commento o pigiate la stellina!
Un bacione
L

Come primule nell'oceano // Charles LeClercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora