~Capitolo 35~

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Cosa faccio? Dovrei rispondergli?
Infondo, è pur sempre Brian...
Ma cosa sto dicendo?!?
In questo momento anche lui é sicuramente dalla parte di mio padre, ma io ho ormai preso la mia decisione e nulla e nessuno me la farà cambiare.
Rimango a guardare il cellulare squillare fino a quando non smette.
Sospiro ormai esausta della situazione, mentre James mi guarda silenziosamente in modo preoccupato ma io non ci faccio caso.
Successivamente, il mio cellulare si illumina nuovamente a causa di una nuova, millesima notifica.

BRIAN:

"Se per stasera verso le 21 non sei a casa mia, divento cattivo"

"Ora perché stai sorridendo?" La voce di James mi riporta alla realtà.
"Cosa? Non sto ridendo!"
"Oh no, certo. Se tu non stai ridendo io sono la regina d'Inghilterra"
"James! Sono seria"
"No, non lo sei. Posso sapere perché stai ridendo?"
"Ma non sto ridendo!"
Ecco di nuovo quest'espressione...
"Non capiresti..." Continuo io, questa volta leggermente più seria, ma con comunque un piccolo sorriso sul volto.
"Se non me lo dici, non puoi saperlo"
Rimango in silenzio per alcuni secondi, infine sospiro pesantemente.
"É una lunga storia ed é molto complicata"
James mi guarda confuso, ma a mia fortuna decide di non insistere.

"Uh, che paura"

Digito velocemente sul mio cellulare.

"Fai bene ad averne"

"Cercherò di venire, ma non ti prometto nulla..."

"Farai meglio a venire, o vedrai un Brian davvero cattivo"

"Un esemplare di Brian Harold May cattivo!
Mh, mi piace!"

"Qui c'è lo zampino di qualche ragazzo...!"
Per l'ennesima volta, la voce di James mi risveglia.
"Dai, dimmi. Chi è questo tuo Romeo?"
"Ma cosa stai dicendo? Sei un cretino!" Rispondo ridacchiando e tirandogli un lieve pugnetto sul braccio.
"Dai, non lo dirò a nessuno!"
"James, finiscila. Non c'è nessun Romeo!"
"Tanto prima o poi scoppierai e me lo dirai!"
"Mh, ne dubito"
Ridiamo entrambi e successivamente non posso fare a meno di abbracciarlo.
"Mi sei mancata tanto..."
"Anche tu, Jam. Davvero tanto..."
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Sono le 22 in punto e mi trovo difronte l'abitazione di Brian.
Suono il campanello e aspetto che il riccio mi apra la porta; spero solo che non ci sia papà con lui...
"Sono le 22, sei in ritardo di un ora...Stavo iniziando a preoccuparmi!"
"Sai, ho avuto da fare!
Comunque; cosa c'è?"
Brian mi guarda confuso.
"Mi hai detto tu di venire, qual'é il motivo?"
"Non c'è alcun motivo"
"E allora perché mi hai chiamata?"
"Beh, dove avevi intenzione di dormire? Sotto i ponti?"
"Esattamente"
"Cretina! Entra, dormi da me"
"Non c'è mio padre, vero?"
Il riccio sbuffa pesantemente, ma risponde comunque.
"No, non c'è.
Ora zitta ed entra in casa, qua fa freddo"
Senza farmelo ripetere due volte, entro in casa May, che a mio sollievo scopro essere vuota.
"Dove sei stata tutto il giorno?"
"Via" Rispondo tranquillamente.
"Via dove? Stavi con qualcuno?"
"Perché ti interessa così tanto saperlo?"
"Forse perché..." Si blocca di colpo e io lo guardo confusa.
"Perché sei... Cioè... Più o meno... Cioè si..."
"Sono?"
"Dai, cioè... Non devo darti alcuna spiegazione!
Dimmi dove sei stata e basta"
"E perché mai dovrei? Non sei mio padre.
E comunque, neanche io devo darti alcuna spiegazione" Decido di rispondergli con la sua stessa moneta, ma in questo modo lo lascio completamente di sasso.
Per qualche secondo - che io percepisco passare come ore - io e il ricciolino ci guardiamo negli occhi, capendoci con essi, ma facendo scendere il più totale silenzio che viene improvvisamente interrotto dal campanello di casa.
"Non avrai mica detto a mio padre che sono qua?"
"No, non gli ho detto nulla! Vai in salotto, vado a vedere chi é..."
Ubbidisco alle parole di Brian e vado in salotto, mi siedo sul divano e rimango il silenzio religioso così da poter ascoltare ciò che avviene all'ingresso.
"E tu che cazzo ci fai qua?!?" Urla Brian.
"Amore mio, mi manchi"
"Ma cosa diamine vuoi ancora?!?"
"Voglio te, amore della mia vita"
Appena sento quella stridula vicina da strega sento ribbollirmi il sangue, e innervosita decido di agire.
Forse non dovrei farlo e dovrei rimanere nel mio, ma non permetterò a Màlika di fare nuovamente il lavaggio del cervello a Brian.
"Che succede, amore?" Chiedo al ricciolino avvicinandomi a lui, che si trova difronte la porta d'ingresso.
Appena vedo Màlika quasi mi viene da sboccare: è letteralmente la copia di Maya, se non addirittura peggiore.
Brian mi guarda confusa, ma dopo poco capisce il mio intendo e regge il gioco.
"Tesoro mio, sei qua!" Risponde cingendo il suo braccio attorno ai miei fianchi.
La donna ci guarda con aria disgustata e basita.
"Adesso te la fai con le bambine, Harold?"
"Partiamo dal presupposto che tra poco più di un una settimana sarà maggiorenne... Comunque lei é molto più matura di altre donne che conosco, molto più grandi d'età"
"Tipo di te" Continuo la frase di Brian dedicando un sorrisetto - rigorosamente falso - a Màlika.
"Quindi... Ora ci puoi fare cortesemente il piacere di sparire?
Io e il ricciolino abbiamo da fare.
Vero amore?"
"Esatto...
Ciao ciao Màlika, non farti più sentire!"
"A mai più cagnolina!"
Senza dare il tempo alla donna di rispondere, Brian le chiude la porta in faccia e io mi ritraggo dalla sua stretta.
Non proferisco mezza parola e torno in salotto, dove pochi istanti dopo vengo raggiunta da Brian.
"E adesso che hai?"
Non gli rispondo, mi limito a guardarlo male e successivamente smanetto velocemente sul mio cellulare, scrivendo un messaggio sfogativo a Fabiana alla quale ho raccontato tutto della mia giornata.
Il ragazzo mi raggiunge sul divano sedendosi precisamente accanto a me, ma nell'immediato io mi sposto.
"Sei arrabbiata?"
Questa volta gli lancio un occhiataccia di fuoco, ma mi ostino a non rispondergli e torno concentrata sul mio cellulare.
"Si, sei arrabbiata... Posso capire il motivo?"
Stavolta nemmeno lo guardo.
Lui si avvicina nuovamente a me, ma questa volta io non mi sposto.
Sbuffo rumorosamente e lascio il cellulare sulle mie gambe e porto successivamente la mia attenzione su Brian.
"Cosa vuoi?"
"Sapere perché sei arrabbiata"
"Non sono arrabbiata, okay?"
Brian si ferma a fissare un punto ben preciso, inizialmente non capisco né dove stia guardando né il motivo di tale azione, ma dopo pochi secondi realizzo di aver lasciato il cellulare acceso sulla schermata della chat di Fabiana.
"Ehi, che stai facendo?!? Non ti ho dato il permesso di leggere!!!" Esclamo in preda al panico, spegnendo il cellulare e gettandolo dall'altra parte del divano.
"Tu sei gelosa, per questo sei arrabbiata!"
"Non è vero!!!"
"Allora perché sei diventata tutta rossa e sei così agitata?"
"Non sono rossa e sono calmissima!!!"
Il riccio rotea gli occhi e mi prende per i fianchi, facendomi così sedere a cavalcioni sulle sue gambe.
"Lasciami!"
"Solo quando avrai ammesso di essere gelosa"
"No, perché non lo sono. Ora mi lasci?"
"Finché non ammetterai la verità, no"
"Quindi hai intenzione di rimanere così per tutta la notte?"
"Anche tutta la vita, se c'è ne sarà il bisogno.
Io così sono comodo, e tu?"
Sbuffo roteando gli occhi, dopodiché Brian scoppia a ridere e io lo guardo interrogativamente.
"Sei proprio una cocciuta!"
"Perché?"
"Perché non vuoi ammettere che sei gelosa di qualsiasi donna mi si avvicini"
"Non essere così sicuro di te, May"
"Vedi? Sei una cocciuta!" Dopo l'esclamazione del ragazzo, cala il silenzio.
Ed ecco che sta accadendo di nuovo; mi perdo nei suoi immensi occhi grigi e attorno a noi si crea un atmosfera indescrivibile a parole.
Poggio la mia fronte sulla sua e inizio a prendere respiri irregolari, mentre il mio cuore gioca a boxer con la gabbia toracica.
Sento il respiro di Brian - anch'esso irregolare - farsi sempre più vicino a me fino a quando le sue labbra si posano inevitabilmente sulle mie.
Sembra essere tutto così perfetto...
Fino a quando non si aggiunge una terza voce proveniente dal corridoio, che raggiunge nell'immediato il salotto.
"Bri, sono io.
So che lasci sempre una chiave di riserva sotto lo zerbino e non - AAAAAHHH!!!"
Io e Brian fermiamo immediatamente il bacio e io scendo di scatto dalle sue gambe.
"Freddie, mi hai fatto prendere un infarto!!!" Esclama Brian portandosi una mano sul petto.
"Io ti ho fatto prendere un infarto?
E io cosa dovrei dire allora?!?"
"N - non è come pensi..." Provo a difenderci, ma a quanto pare il riccio non è della mia stessa idea.
"Sì che é come pensi, invece"
"Potrei avere delle spiegazioni, per favore?"
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"Sisì, bel racconto... Ma alla fine dei conti; state insieme si o no?"
"É molto complicato"
"Saremo una coppia ufficiale il giorno del mio diciottesimo, vediamola così"
"Quindi fra poco più di una settimana?"
"Ti ricordi veramente del mio compleanno? Aw, mi sciolgo" Commento intenerita.
"Ma che razza di domande fai? Mi sembra più che ovvio! Sai che per me sei come una figlia.
Comunque, chi altro sa di tutto ciò oltre a me?"
"Solo tu e Fabiana"
"E John?"
D'un tratto divento completamente più fredda e distaccata.
"Non mi interessa, lui non è più nulla per me.
Con lui ho chiuso, non mi importa più minimamente nulla"
"Glory, é pur sempre tuo padre..." Risponde Brian.
"No, non è nulla ormai!"
"Gloria, cerca di capire... Papà sta malissimo..."
"E perché mai? Si è liberato di me, dovrebbe essere felice, se non addirittura far festa"
"Sei sua figlia, sei la donna della sua vita e lui ti ama immensamente.
É vero, nell'ultimo periodo si è comportato da stronzo, ma non puoi negare che lui tenga immensamente a te"
"Forse prima era così... Ora c'è Maya"
"Certo che sei proprio una testa calda!!!" Continua Freddie, ma di certo non mi farà cambiare idea.
"Non ha tue notizie da quando gli hai inviato il messaggio questa mattina; è preoccupatissimo.
Sono venuto qua con l'intenzione di venirti a cercare assieme a Brian... Sono tutti davvero molto preoccupati"
"Mi dispiace, ma questo non mi farà cambiare idea"
"Glory..."
"No! Dite a tutti che sto bene, ma che non devono venirmi a cercare"
"Non avrei voluto dirtelo, ma a quanto pare devo...
Questo pomeriggio tuo padre é svenuto per il troppo stress e ansia accumulata.
Però, ha sbattuto pesantemente la testa contro il pavimento e l'abbiamo portato in ospedale.
Non si è ancora risvegliato..." Mi dice Brian assumendo un aria molto più seria.
Freddie lo guarda leggermente confuso, ma io non ci faccio caso.
"...É in coma" Continua questa volta Freddie.
Mi accascio a terra e inizio a piangere sotto li sguardi preoccupati di Brian e Freddie e io vengo divorata dai sensi di colpa e dai rimorsi.
Il mio papà... In coma...
Non posso crederci, non voglio crederci.

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