~Capitolo 36~

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É mattina e io e Brian siamo in macchina, sul sentiero per l'ospedale in cui é ricoverato papà.
Ieri sera avevo chiesto a Freddie e Brian di portarmici, ma dato che erano le 23 non ci avrebbero fatti entrare e ho passato la notte a casa di Brian.
Più ci avviciniamo alla nostra meta, più sono convinta di poter scoppiare in lacrime da un momento all'altro.
"Cucciola, non stare così... Si riprenderà, ne sono più che certo" Mi dice dolcemente il riccio, io abbozzo un sorriso ma nella mia mente tutti i peggiori pensieri stanno prendendo il sopravvento.
E se non dovesse farcela?
Non voglio neanche immaginare cosa potrebbe accadermi...
"Siamo arrivati" La voce di Brian mi riporta alla realtà e il mio cuore non perde tempo ad implodere.
Cinque minuti dopo siamo nel corridoio difronte la stanza in cui è ricoverato papà.
Come avrete già immaginato, sono tutti qua presenti: Freddie, Fabiana, Roger, Cameron e Luke.
Mi fiondo subito fra le braccia dei miei fratelli, piangendo come una bambina.
"S - scusatemi... Non i - immaginavo mai... Una cosa simile... É tutta colpa mia"
Dopo qualche secondo sciogliamo l'abbraccio e noto facilmente che i miei fratelli hanno gli occhi rossi e lucidi, e stanno trattenendo a forza le lacrime; probabilmente per non dimostrarsi deboli difronte a me.
"Non è affatto colpa tua, amore"
"No, Luke. É solo colpa mia... Se non avessi fatto quella scenata adesso non saremmo qua e papà starebbe bene"
"Glory, non è colpa tua. Non è colpa di nessuno.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare una cosa simile" Questa volta é Fabiana a parlare, che nel frattempo si è avvicinata a me.
Oltre a Cameron e Luke, anche tutti li altri hanno gli occhi rossi e lucidi ma cercano di trattenersi il più possibile...
...Tutti tranne Freddie
"Il mio Deaky!!!" Continua ad urlare mentre piange con tutta la potenza che ha in corpo e Roger cerca di tranquillizzarlo, ma invano.
"Dai Fred, se la caverà!"
"E se cosi non fosse? Il mio piccolo ballerino!!!" Esclama Freddie che successivamente poggia il suo capo sulla spalla del biondo, arrivato ormai all'esasperazione.
"Glory, dovresti entrare tu per prima a parlargli" Mi dice Brian e subito dopo arriva un infermiere.
"Adesso potete entrare a visitare il paziente, ma solo uno per volta"
Nell'immediato ho tutti gli occhi puntanti addosso, prendo un bel respiro e decido di andare
"Vado io per prima" Rispondo e lentamente mi dirigo verso la stanza di papà.
Con il cuore in gola apro la porta, entro e richiudo la porta alle mie spalle.
Ho lo sguardo fisso sul pavimento bianco e ascolto il silenzio più assoluto, che viene spezzato solamente dal bip del macchinario che controlla lo stato di mio padre.
Mi incammino vicino al lettino e mi accomodo sulla sedia situata di fianco ad esso.
Prendo una carica di coraggio e alzo lo sguardo, vedendo papà per la prima volta.
Ha gli occhi chiusi, indossa una mascherina per l'ossigeno e ha vari fili attaccati alle braccia.
Sento un magone allo stomaco...
"Ehi papà... Mi senti?"
L'unica risposta proviene da un ennesimo bip.
"Sono io, Glory... Mi dispiace tanto, davvero.
Non volevo farti preoccupare... Se adesso ti trovi in queste condizioni é solo colpa mia"
Cade nuovamente il silenzio.
"Tu sei tutta la mia vita, tu mi hai cresciuta e ti sei preso cura di me senza l'aiuto di nessun'altro.
Ricordi quando ero piccola? Ti facevo impazzire con la mia iperattività anche alle tre di notte, ma tu non ti arrabbiavi mai e continuavi a giocare con me ed a leggermi favole su favole.
Sei il mio eroe, e sempre lo sarai.
Per favore, non te ne andare... Non mi lasciare"
Cosciente di essere ormai arrivata al limite, lascio un bacio sulla fronte di papà ed esco dalla stanza.
"Come stai?" Brian si precipita da me.
"Mio padre sta lottando tra vita e morte, come dovrei stare?"
Il riccio non esita ad abbracciarmi, io ricambio e nascondo il mio viso nell'incavo del suo collo.
Intanto, ad essere entrato nella stanza di papà é Luke.
Dato che non so praticamente nulla sulle condizioni di mio padre, scendo al piano di sotto e mi rivolgo alla prima infermiera che trovo.
"Scusi... Potrei avere della informazioni sullo stato di John Deacon?"
"É un suo parente?"
"É mio padre... Cosa gli è successo?"
"Il signor. Deacon era in macchina, ma compenso una mossa azzardata ha perso il controllo del suo veicolo e ha sbattuto su una parete, urtando il capo sul finestrino.
Probabilmente l'ha fatto di proposito, insomma, per farla finita... Comunque adesso è in bollino arancione; non è a rischio di morte, ma non dobbiamo abbassare la guardia.
Potrebbe anche esserci il rischio che gli rimangano danni irreparabili come ad esempio un ritardo cronico.
In tal caso, non sarebbe più la stessa persona di prima, ma bensì avrebbe bisogno d'aiuto anche per le più minime cose e non comprenderebbe più nulla del mondo che lo circonda poiché si farebbe un immagine completamente diversa di tutto ciò che lo circonda.
Vivrebbe in un universo tutto suo, incomprensibile per tutti li altri"
In un istante mi crolla il mondo addosso.
"Va bene, grazie..." Ringrazio l'infermiera e corro piangendo al piano di sopra.
Vado nel reparto di papà, notando che la situazione é cambiata di ben poco;
Ad essere entrato da papà adesso é Freddie, Roger cammina nervosamente avanti e indietro per tutto il corridoio, Fabiana é abbracciata a Luke nell'intento di consolarlo dato che sta piangendo tanto quanto me e Brian e Cameron parlottano insieme nell'intento di distrarsi, ma ovviamente invano.
Mi avvicino rabbiosamente al riccio, piazzandomi difronte a lui.
Appena esso mi nota, cerca di abbozzare un sorriso ma io non perdo tempo e travolta da un ondata di rabbia gli tiro uno schiaffo sulla guancia.
"Ahia!!! Perché?" Esclama Brian massaggiandosi la guancia rossa.
"Mi hai riempita di cazzate!
Perché mi hai detto che era stato un semplice svenimento quando invece ha provato a suicidarsi?!?"
Il ragazzo abbassa silenziosamente il capo, ma lo rialza subito dopo.
"Non volevo farti preoccupare più del dovuto..."
Faccio cenno di negazione con il capo, successivamente mi allontano rimanendo con un indescrivibile amaro in bocca.
Dopo essermi allontana dalla folla mi siedo a terra poggiando la schiena alla parete e nascondo il viso fra le mani.
É tutta solo e unicamente colpa mia...
Se non mi fossi comportata in modo così immaturo adesso papà non rischierebbe di essere colpito da un ritardo cronico.

Somebody to love • Brian MayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora