~Capitolo 38~

614 34 6
                                    

Sono passati tre giorni da quando papà é finito in coma, ed in quello lasso di tempo io ed i miei fratelli non siamo mai rimasti soli; Freddie, Fabiana e Roger ci stanno davvero molto vicini e io ne sono molto felice.
Brian invece non si é più fatto sentire né vedere da quando mi sono arrabbiata con lui, e questo mi fa star molto male...
Per probabilmente la prima volta in vita, ho deciso di mettere da parte l'orgoglio e di andargli a chiedere scusa di persona.
Suono il campanello di casa May, e pochi secondi dopo mi ritrovo davanti la persona che meno avrei voluto vedere.
"Cosa...?" Sussurro incredula.
"Oh, ma chi si vede! Come mai questa faccia, sembra che tu abbia visto un mostro!"
"Beh, in pratica si dato che ho visto te.
Sai, non c'è molta differenza tra te e un mostro.
Posso sapere che cazzo ci fai a casa di Brian?"
"Dai piccolina, non fare cosi!
Pensavi davvero che Brian potesse perdere tempo dietro a te?
Ma fammi il piacere!!!" Esclama Màlika con la sua solita prepotenza, scoppiando in una fragorosa risata.
"Che succede qua?"
La donna viene raggiunta poco dopo da Brian, che nonappena mi nota si irrigidisce.
"Gloria..." Dice il riccio sottovoce.
"B - Brian..." É l'unica cosa che in questo momento sono in grado di dire.
Scuoto il capo incredula a tutto ciò, mentre a stento cerco di trattenere le lacrime.
"Perché l'hai fatto...?"
"Perché mi ama, dolcezza"
"Tu stai zitta o giuro che ti ammazzo" Rispondo rabbiosamente a Màlika.
Mi giro verso Brian che non risponde e mantiene lo sguardo fisso su di me.
Scuoto il capo in segno di negazione "mi fai schifo May"  successivamente alzo i tacchi e vado via.
Una volta sicura che né Màlika né Brian possano vedermi, scoppio a piangere.
Cammino senza avere idea di dove andare; ho perso la persona che amo, con chi mi dovrei confidare adesso?
Solitamente, era proprio con lui che mi confidavo maggiormente in quest'ultimo periodo.
Avrei tanto bisogno di parlare con papà in questo momento...
Accendo il cellulare per controllare l'orario: 10:45.
Solitamente, a quest'ora c'è l'orario di visita in ospedale.
Cambio rotta e mi dirigo verso la clinica che fortunatamente non dista molto da dove mi trovo adesso.
Dopo all'incirca dieci minuti raggiungo l'ospedale, e, successivamente, la stanza di papà.
Poiché c'è già qualcuno al suo interno, sono costretta a dover aspettare il mio turno in corridoio.
Onestamente non so chi ci sia insieme a papà in questo momento, ma é la da un bel po' di tempo.
I minuti scorrono lentamente, e il tempo sembra essersi come fermato.
Dopo un eternità, la porta difronte a me si apre e ne esce fuori Roger, con gli occhi non più azzurri ma bensì rossi.
"Ehi Roger... Tutto bene?"
"Oh, Glory, sei qui...! Comunque si, sto bene..."
Roger é un pessimo attore; io l'ho sempre detto.
"Rog, non c'è bisogno che tu nasconda le tue emozioni! Cosa succede?"
"Mi manca tanto Deaky, ho paura che non c'è la faccia..."
"Papà manca a tutti, abbiamo tutti paura di perderlo... Non c'è nulla di cui vergognarsi"
Il biondo abbozza un sorriso e dopodiché mi abbraccia dolcemente, io ovviamente ricambio con tutto l'affetto di questo mondo.
"Dai, ora vai da lui. Ha bisogno di sentire la tua voce" Mi dice indicando la porta - ovviamente chiusa - per la stanza di papà.
Faccio un cenno con il capo e timidamente entro nella stanza.
Vedere papà in queste condizioni mi distrugge...
"Ehi papi, come stai?"
Vorrei tanto che a rispondere fosse mio padre con la sua voce stridulina, e non quel dannato macchinario che lo mantiene il vita.
"Sai, poco fa ho visto Roger...
In questi ultimi tre giorni sta cercando di nascondere le sue emozioni e i suoi veri sentimenti, ma come ben sai è un pessimo attore.
Gli manchi tanto, come manchi tanto a me, Luke, Cameron e tutti gli altri... mi manca parlare e scherzare con te, mi mancano le tue coccole e tutto ciò che per noi era la più assoluta normalità fino a poco fa.
Sapere che sei in queste condizioni a causa mia, mi distrugge psicologicamente..."
Passo almeno un ora a parlare del più e del meno a papà.
Dato che é la mattinata di un giorno della settimana - più precisamente il giovedì - sono tutti troppo indaffarati e non possono far visita a mio padre, perciò ho tutto il tempo che voglio per passare io del tempo assieme a lui a fargli visita.
Non sto più andando a scuola poiché i miei fratelli ritengano che sia meglio per me non andarci fino a quando papà non si riprenderà.
Mi manca così tanto...
Lui si è preso cura di me dal primo istante, dopo che mamma è andata via io sono stata cresciuta dalle sue sole forze.
Mi ha sempre trattata come se fossi una fragile, unica e indifesa creatura; lui ha fatto di tutto per me, e io me ne sto rendendo conto solamente ora che, probabilmente, è troppo tardi.
Ho tanta paura di perderlo...
"Ora é tardi, devo andare o tra poco le infermiere mi cacceranno via a calci!
Non sono molto cordiali qua...!
Spero solo che trattino bene te..."
Faccio un bel sospiro, in seguito lascio un debole ma dolce bacio sulla fronte di mio padre.
"Ti voglio bene, davvero tanto..."
Anche se un po' controvoglia, esco dalla stanza lasciando papà solo.
Dato che sono ormai le 12:45 credo sia proprio ora di tornare a casa!
Inizio ad incamminarsi per la via di casa, ma vengo interrotta dal mio cellulare che inizia a squillare.
INIZIO CHIAMATA.
"Pronto?"
"Finalmente hai risposto! Ti stavo chiamando da mezz'ora"
"Oh, scusa! Ero andata a trovare papà e ho preferito spegnere il cellulare"
"Tranquilla! Comunque, volevo solo informarti di venire a casa mia: oggi tu e i miei fratelli venite a pranzo da me.
Luke e Cameron saranno qua fra circa venti o trenta minuti"
"Oddio si! Grazie mille, davvero"
"Sono o non sono la tua migliore amica?"
"Sei direttamente mia moglie!!!"
"Sto arrivando"
"Ci vediamo!"
FINE CHIAMATA.
Cambio direzione e con un sorrisetto stampato in viso mi incammino verso casa Mercury.

Somebody to love • Brian MayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora