ALIQUID TACITUM RELINQUO.

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Niccolò's pov.

La sua vespa, nonostante fossero ormai le due di notte, stava ancora parcheggiata sotto la mia finestra ed io stavo attendendo il momento in cui tornasse per andare a casa e sparire definitamente. Pensare che tutto quello che avevamo passato, per lui,  fosse di poco conto, mi aprì una voragine sullo stomaco. Mi sentivo come se mi stessi auto digerendo un po' alla volta. Come se da un momento all'altro dovessi scomparire. Che forse sarebbe stato meglio così, no? La casa era diventata silenziosa ormai. Avrei voluto essere più caparbio ed accontentarmi di quel Stavo Scherzando, così magari me ne sarei dimenticato e non saremmo giunti a quel punto. La luna quella sera era nascosta nel cielo da qualche grande nuvolone scuro. Le stelle erano luminose. Quando si erano fatte le tre lui non si era fatto vivo. Iniziai a temere che gli fosse successa qualcosa e sentivo che non me lo sarei mai perdonato.
Messaggio ad Emanuele:
« Hai sentito Valerio? »
Messaggio da Emanuele:
« Ao, so le tre di notte. No. »
Messaggio ad Emanuele:
« Non è passato a prendere la vespa. »
Messaggio da Emanuele:
« Probabilmente starà ancora in giro. »
Messaggio ad Emanuele:
« Manu, son le tre. »
Messaggio da Emanuele:
« Sta' tranquillo. Verrai che lo verrà a prendere. E te non m'avevi detto che volevi staccarti in tutti i modi da lui? Come mai lo cerchi? »
Messaggio ad Emanuele:
« Non vorrei che gli accadesse qualcosa. Mo' vado a dormire. Notte. »
Prima però dovevo avere la certezza che Valerio stesse bene e tornasse a casa. Mi voltavo e rivoltavo nel letto cercando di dare un fermo alle mie paranoie e non smettevo di pensare che poteva essergli successo qualcosa. Mi alzai nuovamente a guardare la finestra e quel maledetto motociclo continuava ad essere lì. Sei sveglia? Scrissi a mia sorella Marta. Ci mise un po' prima di rispondere.
Messaggio da Marta:
« Sì, dimmi. »
Messaggio a Marta:
« Che ne dici se ci facciamo un tè? »
Messaggio da Marta:
« Ma sono le tre del mattino. »
Messaggio a Marta:
« Ho bisogno di parlarti, ti aspetto in cucina. »
Mi spostai silenziosamente ed aspettai che lei mi raggiungesse. Poi accendemmo la luce e chiudemmo la porta.
« Spero che sia importante. »
« È una questione delicata » la guardai mentre allungai le braccia per prendere la teiera.
« Dimmi tutto. »
Quando il tè fu pronto, ci aggiunsi il succo di due limoni e con un po' di zucchero lo addolcii.
« Tieni » le allungai la tazza.
La tenne salda e poi io riempii la mia. Mi accomodai e la guardai serio mentre lei sorseggiò tranquillamente.
0Ti ricordi il mio amico? »
« Quello dell'altra sera? »
« Sì. »
Annuì. Lei mi guardò tranquilla.
« Mipiace. » dissi tutto d'un pezzo.
« Dillo senza correre. »
« Mi piace » chiusi gli occhi.
Lei non rispose ed io non avevo il coraggio di aprirli. Immaginai che avesse potuto non accettarlo. Ed invece la risposta mi stupì.
« Cosa vuoi che ti dica? Sono contenta. »
« Contenta? »
« Sì, perché non dovrei? » mi strinse forte « Qualunque cosa accada, sarò sempre dalla tua parte. »
« C'è dell'altro. »
Rimase zitta.
« Abbiamo litigato. »
Lei annuì.
« Mi ha detto che io e lui non siamo nulla e non sappiamo cosa essere l'uno per l'altro. »
« È confuso » disse piano lei « Gli serve solo tempo magari. »
« Tempo per cosa? »
« Tempo per tutto » fece spallucce « Non tutti sanno accettare sin da subito la loro sessualità. E lui probabilmente deve capire se sei davvero quello che lui vuole. »
« E doveva per forza usarmi? »
« Immagino che non ti abbia usato. Credo che il suo essere insicuro abbia parlato al posto suo. Non ti capita mai? Secondo me dovresti provare a parlargli e magari dargli l'opportunità di spiegarsi meglio. Sul momento può aver detto delle cose che di sicuro non pensava sul serio. »
Annuii e continuammo a sorseggiare la bevanda calda lentamente. Marta aveva sofferto tanto, tantissimo per la separazione da Andrea, il suo ex marito. Si meritava un po' di pace dopo tanto tempo. Lui l'aveva tradita. avessi la mente occupata in un dialogo con mia sorella, era come se ci fosse una parte specifica del mio cervello dedicata a Valerio. Mi resi conto che lui era più importante di quanto credessi.
« C'è una cosa che mi preoccupa. »
« Di che parli? »
« Non ci siamo più sentiti » continuai « E la sua vespa è ancora qui sotto. »
Mi alzai ed uscii in balcone. L'aria era un più fresca di quanto lo era stata di giorno. La vespa era ancora lì, immobile. Avrei voluto che si muovesse, che Valerio ci fosse seduto sopra e che dopo averlo visto se ne sarebbe andato. Il giorno dopo seppi che vomitato tutta la notte e che anche aveva rischiato di farsi investire per strada chiedendo di me. Io l'avevo aspettato. Per tutta la notte in balcone, in attesa di vederlo un'ultima volta da lontano. Avevo la partenza da Fiumicino prefissa per le sei e un quarto del mattino.
« Emozionato? » domandò mia sorella da dietro una tazza di latte caldo.
« Non poco. »
« Mi raccomando, sii responsabile. »
« Mamma, non è necessario che controlli i bagagli per la milionesima volta. È tutto lì, non manca nulla! »
Arrivati al portone uscimmo e ad attenderci c'erano Lea e Riccardo, i genitori di Emanuele. Mi avrebbero fatto da tutori per tutta la durata della vacanza. Si salutarono amorevolmente con mia madre e poi mi aiutarono a caricare la valigia in auto. La macchina partì e ci dirigemmo in aeroporto. Arrivati ci addentrammo verso i controlli.
« Niccolò! » era Valerio « Ti prego. P-puoi venire un solo secondo? »
Mi avvicinai piano sotto gli occhi di tutti e non feci nulla. Restai a guardarlo in silenzio.
« Mi dispiace, sono stato uno stronzo » si asciugò le lacrime « Non mi dici niente? »
« C'è davvero qualcosa che posso dire? »
« Dimmi qualunque cosa. Ne ho bisogno. »
Io indietreggiai d'istinto. Lo volevo, ma ero riluttante e lui se n'era accorto. Mi guardò ed il pianto prese a scendere verso il mento.
« Mi spiace » sussurrai prima di voltarmi e andare verso i controlli.
Non cercai più il suo sguardo. Pensai che fosse meglio per entrambi prenderci del tempo.
« Ma che fai? » mi domandò Emanuele prima che gli passassi davanti indifferente. Io non risposi. Andammo tutti ai controlli e Valerio divenne soltanto un piccolo punto in lontananza.

SO BADARE A ME STESSODove le storie prendono vita. Scoprilo ora