Niccolo's pov.
Messaggio da Emanuele :
« Ho trovato le chiamate ed i messaggi. »
Messaggio ad Emanuele :
« Quindi? »
Messaggio da Emanuele :
« Quindi cosa? »
Messaggio ad Emanuele :
« Ci dobbiamo vedere oppure no? »
Messaggio da Emanuele :
« Non mi sono mai tirato indietro. »
Messaggio ad Emanuele :
« Preparati, tra dieci minuti passo da te. »
Spensi lo schermo e posai il telefono accanto alla mia gamba sinistra. Stavo guardando diritto davanti a me la libreria alta e legnosa. Le dita ossute si sfioravano le une con le altre e talvolta si intrecciavano nervosamente in un groviglio sudaticcio. Se avessi potuto, avrei spaccato tutto.
Messaggio da Emanuele :
"Sono pronto, dove stai?"
Messaggio ad Emanuele :
"Cinque minuti ed arrivo".
Afferrai la maniglia della porta e mi incamminai per il corridoio con la stessa andatura che avevo adottato la sera dopo l'avventura con Valerio, qualche istante prima di arrivare a casa di Emanuele. Quando giunsi nella stanza che avevo lasciato un quarto d'ora prima, vidi mio fratello stretto in un abbraccio singhiozzante con mia madre. Era successo di nuovo, Matteo aveva ceduto. Lei mi vide e mi indicò di fare finta di nulla con gli occhi, così afferrai silenziosamente le chiavi e scomparvi verso le scale. Per quanto dai miei racconti Matteo possa sembrare apatico, è in realtà un ragazzo pieno di sorprese che ha sofferto molto, soprattutto in amore. L'amore che gli era appena venuto a mancare era quello di mio padre ed io sapevo perfettamente come si sentisse. Avevo provato la stessa cosa anche io nel preciso momento in cui le labbra di mia madre si toccarono per dire Tuo Padre C'Ha Un Altra. Scesi velocemente le scale e mi ritrovai proiettato sulla strada colma di macchine. Qui imboccai un marciapiede stretto e cominciai a muovermi verso la via di casa di Emanuele. Quando fui giù gli feci uno squillo ed aspettai che si facesse vivo. Nel frattempo rimasi seduto sul solito bordo della strada. Il sole era caldo e non mi aiutava di certo a stare calmo. Era una situazione davvero insostenibile. Più cercavo di non pensarci e più sentivo il desiderio delle lacrime di scendere dalle guance al mento. Ed intanto bruciavano.
« Eccomi. »
« Ciao » tirai su col naso.
« Hai gli occhi... » ma lo bloccai con un cenno della mano.
« Sì, non importa. »
« Non sembri nemmeno tu. »
« Non è niente, sono venuto qui per chiarire. »
« Per ciò che è successo ieri? »
« Per cosa altrimenti. »
« Mi scuso per il mio comportamento. »
Lo guardai e rimasi in silenzio.
« Mi è venuto difficile crederti, ma sai il perché » aggiunse sviando un po' lo sguardo in ogni direzione che non fosse la mia.
« Va bene. »
« Va...bene? »
« Sì, cioè capita. »
« Capita... » mi fece il verso.
« Già. »
« Adesso mi spieghi perché stai così? »
« Non mi va, scusa. »
« Non ti scusare, va bene. »
Sorrisi e lo abbracciai stringendolo forte abbastanza da poter sentire le sue vertebre sul palmo della mano. Nonostante fosse muscoloso, era possibile sentirle sotto lo strato di pelle.
« Ti voglio bene » mi disse vicino all'orecchio.
« Anche io, tanto. »
« Partiamo tra quattro giorni. Ti farò dimenticare tutto. » percepii che si fosse schiuso in un sorriso dal modo in cui contrasse i muscoli della faccia.
« Quattro giorni? Non potevi dirmelo? » gli dissi staccandomi da lui.
« Be', l'ho appena fatto. »
« Andiamo da me così ti do i soldi del biglietto. »
« Ci ha già pensato tua madre. »
Mi accigliai e non gli staccai gli occhi di dosso.
« Tutto questo a mia insaputa. »
« Esatto, non è fantastico? »
« No, meritavo di saperlo prima! » gli diedi un colpo sulla spalla.
« Voleva essere una sorpresa. »
Se non avessimo litigato non me l'avrebbe detto.« La situazione peggiorerà di questo passo. »
« Sempre meglio che fare finta di nulla. »
« Valerio è strano. »
« Valerio è solo confuso, tanto quanto lo sono io. »
« Da lui non me lo sarei mai aspettato » disse a voce bassa.
« Ho davvero bisogno di parlargli anche se non credo che risponderà alle mie chiamate o ai messaggi. »
« Probabilmente non lo farà. » disse « Credo che dovresti lasciare perdere. Almeno fino a quando non sarà lui a richiedere un confronto. »
« Sai che non sono fatto per questo. »
Mi guardò ed annuì.
« Se vuoi chiarire devi adeguarti. »
« Adeguarmi. » ripetei.
« Valerio ne ha passate tante, gli serve solo del tempo. Tempo per metabolizzare. »
« Non ne ha già avuto abbastanza? »
« No Nic, no. »
Annuii poco convinto ed infilai una mano nella tasca dei pantaloni. Non sono solito farlo, ma in circostanze così confuse, il mio corpo reagisce con altrettanta confusione.
« Più tardi facciamo un giro, se lui decidesse di venire non fare nulla. Comportati come se niente fosse accaduto, per favore » mi raccomandò . Astuto da parte sua.
« Va bene. »
Avrei voluto scrivergli e dirgli di non farsene una colpa. Di non reputarsi un cretino e soprattutto di dimenticare quanto successo. Sarebbe stato il nostro segreto e sarebbe andato bene così per entrambi. Non nego tuttora che quello che è stato mi è piaciuto tantissimo. E mi ha portato a riflettere su me stesso.
« So che non va bene in realtà » continuò a guardarmi compassionevole. Mi faceva sentire stupido. Non gli risposi, non volli. Non c'erano risposte per esprimere il modo in cui mi sentissi. E Non mi aspetto che capiate, ma sono certo che qualcuno ci sia già passato, non è così?
« Cosa ti va di fare? » domandò.
Alzai lo sguardo verso il suo viso e risposi.
« Niente. Solo stare in silenzio. »
Mi prese per il polso delicatamente e mi abbracciò. Vieni a casa da me, disse. Ci staccammo e lo seguii. Quando fummo arrivati nella sua abitazione mi misi sul divano e non dissi niente. Mi limitai a guardare il soffitto mentre il televisore faceva da sottofondo ai miei pensieri. Avrei voluto essere stupido. Avrei voluto non essere all'altezza di tante cose. Avrei voluto essere felice, tanto felice quanto lo ero da bambino.
« Ti va di guardare qualcosa? » mi domandò aprendo un pacco di patatine alla paprika dolce.
« Del tipo? » lo guardai di lato.
« Una serie o un film » fece spallucce.
« Meglio un film. »
« Di che genere? »
« Qualcosa di allegro. »
« Allegro » ripeté smanettando sul telecomando.
Sapevo benissimo che gli sarebbe piaciuto di più guardare un bel film horror pieno di jumpscare anche se non volle ammetterlo. Gli importava che fossi felice e accondiscese alla mia richiesta.
« Hai dei titoli da proporre? » domandò.
« No, fai tu. »
« Te l'ho chiesto proprio perché non so quale dei tanti fare partire. »
Mi voltai a riguardarlo di lato e risi divertito.
« Ho deciso! »
« Cosa? »
« Faccio play con uno a caso. »
« A caso? »
« Hai sentito bene. »
Il film partì anche se non lo guardai neppure. Avevo in mente talmente tante di quelle cose che mi scordai già il titolo dopo due minuti dalla fine della visione. Non riuscivo a smettere di ricordare quel bacio così scaltro e fugace. Sembrerei esagerato se vi dicessi che mi ero sentito cattivo?
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SO BADARE A ME STESSO
Dla nastolatków© So Badare A Me Stesso In un connubio imperfetto tra arte, introversione e puro sentimentalismo adolescenziale, Niccolò e Valerio si scontrano come le onde fanno con gli scogli rocciosi. Per loro è spaventoso essere adolescenti ed ancor di più lo è...