AB ALIQUO ALIQUID DESIDERO.

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Niccolò's pov.

Non capivo come potesse adirarsi contro quei due orango tango senza cervello pur sapendo che non mi importava nulla di loro e dei loro insulti. « Valerio mi ha proposto di fare un salto al luna park questo pomeriggio, dopo la scuola. Volete essere dei nostri? Ci farebbe piacere » sorrisi ad Emanuele e a Ludovica che senza neanche consultarsi un attimo, accettarono di buongusto. Ero contento per loro. Il caschetto sopra le spalle di lei le dava quell'aria da ragazza immagine che le si addiceva ed il sorriso che gli rivolgeva in qualunque momento lui parlasse, era una chiara dimostrazione. « Amo così tanto la ruota panoramica! Ha qualcosa di magico, tu mi capisci. Non è così? » mi domandò guardandomi con aria sognante.
« Non posso concordare. » La verità è che odiavo la ruota panoramica. Valerio comparve alle mie spalle facendomi sobbalzare. « E tu sei stato un vero stupido a discutere con la professoressa Bailey. È una tosta » commentò Emanuele.
« Dategli tregua, è agitato »  lo difese lei. « Ricordate tutte le volte in cui ho discusso con la Malandrino? Come potete dimenticarle? »
« Da quest'anno ti darai un contegno, dico bene? » Ludovica lo ammonì . Valerio mi tenne puntato e con i suoi occhi verdi mi guardò dall'alto verso il basso. « Smettila di guardarmi con quell'aria da saccente. Non mi piace quello che hai fatto e lo sai bene. »
« E tu sai benissimo quanto mi portino fastidio che ci si prenda gioco di me. Stavo soltanto cercando di difenderti! » ringhiò. Doveva essere dura cambiare istituto, cambiare classe e cambiare ambiente. « Ma che cosa gli prende oggi? » mi domandò Emanuele ed io mi voltai a guardarlo. Mi spostai verso di lui notando che mi stesse guardando di sottecchi. « Puoi smettere di fare finta di non avermi notato. Ho capito che mi stai guardando » gli dissi e lui sollevò il viso storcendo le labbra verso destra.
« Finocchio uno è giù di morale. Poverino » si avvicinò Gabriele Viscardi. Si rivolgeva a Marco Tardini indicando Valerio che chiuse lentamente gli occhi. « Gabriele, sparisci »
« Finocchio due ha tirato fuori le palle. » « Dico sul serio, tappati quella fogna! » gli urlai e la classe mutò da uno stato di caos ad un regno di silenzio in un millesimo di secondo. Lui si guardò attorno.
« Cosa c'è? Non ti senti approvato? » ridacchiai.
« Cosa farai quando finocchio uno non ti proteggerà più? Chi chiamerai per difenderti? » mi domandò arrogante Viscardi senza aspettarsi risposta.
« Vuol dire che mi sporcherò io le mani, se sarà necessario. Ti ammaccherò il naso » un sorriso ironico mi comparve in viso.
« Siete ridicoli, tutti quanti » commentò Laura dal fondo della stanza « Che classe patetica. »
« Scusate ragazzi, è questa la terza A linguistico? » ci interruppe un uomo che aveva all'incirca  trentacinque anni. Munito di valigetta per i libri, camicia nascosta sotto un maglione giallo senape, i pantaloni color sacco ed un paio di occhiali dalla montatura leggera e dorata. « Sì » risposi ed allora entrò « Bene. Salve, prendete posto. » Non sapevamo ancora di chi si trattasse, ma per intuito doveva trattarsi di un nuovo professore. Al terzo anno del liceo cambiano la metà del corpo docenti e se la tua classe è fortunata, ti capita qualcuno che sappia insegnare davvero qualcosa. Nel caso contrario, sei fregato. I nuovi professori saranno totalmente disinteressati, andranno dritti come un treno.
« Mi presento! sono il professor Costa, Filippo Costa, ed insegnerò da oggi letteratura inglesi da voi. Non serve che state in piedi, accomodatevi » ci invitò a sederci con un leggero movimento della mano.

Valerio's pov.

Filippo Costa sembra portare bene la sua età. Parrebbe anche un ventiseienne da come parla e da come si comporta eppure poco fa ha risposto alle nostre domande ed ha detto di avere trentotto anni. Niccolò sembra perplesso guardandolo e credo sia perché lui sostituirà una certa prof Malandrino. « Dunque, io mi sono presentato. Che ne dite se facciamo un breve giro di nomi? » Non rispondiamo. È chiaro che qualunque cosa diciamo non c'è comunque via di fuga. Sembra anche simpatico, il che è strano dato che io odio quasi tutti i professori.
« Ricciolino! » quasi urla ed alzo la testa « Sì, tu » mi indica ed io gli rivolgo una faccia mista alla sorpresa e alla confusione. Cosa vuole?
« S-sì? » mi schiarisco la voce e lui sorride.
« Che ne dici se iniziamo da te? »
Sul serio? Meno duemila punti al signor Costa. « Se proprio devo » faccio spallucce.
« Hai l'aria da duro, pensavo fosse una buona idea rompere il ghiaccio con te » ride.
« Mi chiamo Valerio Cantarano e questo è il mio primo giorno al liceo linguistico. »
« E dimmi. Come mai, Valerio Cantarano, ti sei spostato da qualunque indirizzo frequentassi a questo qui? » Non vuole mollare la presa, tenace e testardo.
« Non avevo scelto bene e mi sono reso conto che un istituto scientifico non faceva per me. »
« Bene Valerio, sembri davvero tenace. »
« Tu accanto » sposta lo sguardo su Niccolò che si inarca in avanti e per poco non si scioglie per l'emozione. Il solito esagerato.
« Mi chiamo Niccolò Gallo. » Tutto qui? Mi sarei aspettato che straparlasse.
« Ciao Niccolò Gallo. Tu al contrario di Valerio sei un po' più taciturno. Ti piace parlare poco? »
« Azzeccato » afferma piatto lui.
« In compenso credo tu sia un buon ascoltatore. L'ho capito dal modo in cui stavi ascoltando Valerio. » Il giro in classe procede indisturbato. Nessun intoppo. Sembriamo piuttosto reattivi e forse Costa ha una buona influenza su di noi.

SO BADARE A ME STESSODove le storie prendono vita. Scoprilo ora