53. Lacrimae rerum

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Giugno 1981

-"Piton! Dove stai andando?" gli chiese duramente la McGranitt, accelerando il passo nella sua direzione. Severus si arrestò, abbassò la testa e prese un profondo respiro:
-"Nell'ufficio del Preside" disse mellifluamente, lasciando che la voce sibilasse nel corridoio; era stanco di essere trattato in quel modo da settembre, stanco di tutta quella diffidenza, esausto di essere visto come un mostro; stanco di dover sopportare lo scetticismo dei suoi "colleghi" quando ancora cercava elaborare anche la morte di Wilkes. Wilkes... un altro amico che aveva lasciato quel mondo terreno allo stesso modo con il quale aveva vissuto: con crudeltà. Né Wilkes, né Rosier e nemmeno Regulus Black erano stati dei santi, tutt'altro... ma erano stati – ed erano ancora nel cuore di Severus – suoi amici... e il dolore era tanto, troppo.
-"E perché, di grazia, stai andando nell'Ufficio del Preside?" soffiò la strega, incrociando le braccia.
-"Il Preside in persona ha richiesto la mia presenza, quindi, se non le dispiace..." la voce flautata fu accompagnata da un sorrisetto forzato di cui Severus stesso si stupì, quindi inclinò il capo in un saluto e si voltò, facendo svolazzare la veste dietro di lui.
Proseguì a passo svelto per evitare ogni tipo di contatto col corpo docente e studentesco: sebbene le cose fossero leggermente migliorate e divenute più vivibili col passare dei mesi, ne aveva abbastanza del trattamento riservatogli da alcuni colleghi – senza contare Lumacorno, che dopo un trimestre si era addolcito esponenzialmente nei suoi riguardi – e della sconfinata ignoranza dei ragazzini che infestavano quel castello che era simulacro di incommensurabile sapienza e magnificenza. Ed era proprio quello che lo spronava a resistere: rimettere piede ad Hogwarts, che fu entusiasmante, nonostante l'assenza di Lily e di tutto quello che la rappresentava.
L'unica realtà con il quale Severus aveva una non indifferente difficoltà col "relazionarsi", erano tutti quei ragazzini e ragazzine degli anni più avanzati che, per sua grandissima sfortuna, lo conoscevano, avevano condiviso aule e tavoli con lui e lo avevano visto umiliato dinanzi a tutta la scuola. Severus se lo ricordava bene il giorno in cui perse Lily, quando quella feccia di James Potter lo aveva appeso a testa in giù e con le mutande in bella vista. L'unica differenza era che i due coniugi vivevano insieme e si amavano, Severus invece doveva affrontare a testa alta tutti quei mocciosetti che gli avevano visto, per l'appunto, le mutande e potevano esattamente descriverne il colore e le cuciture.
Quell'anno di prova sembrava davvero non finire mai, gli incastri con le ore di lavoro nella bottega alchemica erano al limite della sopportazione umana e, come se non bastasse, il Signore Oscuro richiedeva molto frequentemente la sua presenza.
Severus girò l'angolo e si trovò dinanzi ai due gargoyle:
-"Scarafaggi a grappolo" disse e le due imponenti statue si spostarono con un balzo, il muro si spostò e finalmente Severus poté inforcare la stretta scala a chiocciola. Bussò tre volte, quindi gli venne dato il permesso di entrare.
-"Ah, Seveurs, entra pure" gli disse Silente da dietro la scrivania, poi sgocciolò la piuma nel calamaio e la pose nel suo supporto argentato; nello stesso momento Fanny, la fenice, gracchiò pulendosi contemporaneamente sotto un'ala.
-"Buon pomeriggio, Preside"
-"Buon pomeriggio a te, Severus. Stai bene?"
-"Potrei quasi illudermi di stare bene, se non fosse per l'assillante presenza e diffidenza dei miei futuri colleghi"
-"Ah!" sospirò Silente, girando intorno al tavolo e dirigendosi nella sua direzione "Cerca di portare pazienza e di capirli, Severus. Per loro non è facile accettare il tuo passato e la tua attuale posizione mezzana, in più..."
-"Cosa?" chiese lentamente, incrociando le braccia "In più, cosa?"
-"In più, con la tua recente domanda per la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, che non è passata inosservata, non credo che tu li abbia tranquillizzati circa la tua posizione, tantomeno convinti"
-"Quella carica è la sola e unica che io possa ricoprire"
-"Non credo, Severus. Hai tantissime altre qualità e per giunta il Professor Lumacorno sta per lasciare il posto per andare in pensione"
-"E con questo cosa vorrebbe dire, Preside?"
-"Voglio dire che non posso affidarti la cattedra per cui hai fatto richiesta"
-"Come scusi?" sciolse le braccia dall'intreccio, facendole ricadere rigide lungo i fianchi. Sperò di non aver capito bene.
-"Non posso darti il ruolo di professore di Difesa contro le Arti Oscure, per vari motivi, e anche perché non desidero esattamente vederti in una sorta di... ricaduta. Voglio che tu ti inserisca bene ad Hogwarts e quella cattedra non te lo permetterebbe"
-"Una... ricaduta?" chiese mellifluamente, arricciando le labbra dal nervoso.
-"Temo di essermi espresso male, Severus-"
-"Oh no, no no, va benissimo così" gli voltò le spalle, offeso, e girò i tacchi per uscire immediatamente da quel posto. Ma per chi diavolo lo avevano preso? Un buono da nulla? Un debole? "Ricaduta" sibilò tra sé e sé, ormai prossimo all'uscita. Era inutile negarlo che l'affermazione di Silente lo avesse offeso profondamente, e la cosa gli faceva più male di quanto potesse ammetterlo a se stesso, soprattutto perché – a quanto pareva – nemmeno Silente si fidava ancora di lui. Aveva giurato fedeltà e per amore di Lily avrebbe dato la sua stessa vita per difenderla... e Silente ancora non gli credeva, quindi anche il restante corpo docenti dubitava fortemente di lui. Era a pezzi, e odiava sentirsi in quel modo per colpa di altri: era intollerabile che altri esseri viventi potessero giostrare in quel modo la sua vita, eppure ci riuscivano. Forse il motivo era profondo e molto più sensibile di quanto volesse ammettere a se stesso: sentirsi accettato per ciò che era non era mai stato facile e possibile nella sua vita. Forse nemmeno con i Mangiamorte ci era riuscito appieno...
-"Seveurs-"
-"No, Silente. Ho capito perfettamente" si girò di scatto, con una mano sulla manopola del portone "Non vi fidate di me nonostante abbia giurato fedeltà alla causa, con tutto ciò che ne comporta, soprattutto i rischi e la mia vita perennemente a repentaglio... tuttavia non mi interessa, sono pronto a morire per rimediare l'errore che mai mi perdonerò nella vita. Ma voi continuate imperterriti a non fidarvi di me solo perché sono il jolly e siete ciechi davanti all'immensa opportunità di avermi come professore di Difesa contro le Arti Oscure: saprò pur bene quali tattiche e "armi" utilizza il nemico? Potrei insegnarlo in modo efficace e sicuro alle ragazze e ai ragazzi, ma voi... voi non volete! Sia mai che possa avere delle ricadute. Va bene così, lasciate che degli incompetenti ricoprano quel ruolo, lasciate pure che i ragazzi più grandi escano di qui impreparati e vengano massacrati peggio che al mattatoio. Quando poi vi deciderete a darmi quel posto io, che ci crediate o meno che tengo alla vita degli altri, accetterò"
-"Severus" lo chiamò gentilmente, prima che potesse uscire "Lo sai anche tu che quella cattedra ha una maledizione e i professori cambiano ogni anno: potrei mai correre un rischio simile?"
-"Sì!" alzò la voce, controllandosi a malapena "Potete, Silente! Potete eccome! Perché se entro un anno la situazione bellica non cambia, vorrà dire che l'Oscuro Signore avrà vinto, e per la grazia di Paracelso mi auguro che questo non accada, tutti voi non immaginate..."
-"Oh, noi immaginiamo, Severus... soprattutto io" rispose lentamente, senza distogliere lo sguardo dal suo "E non mi azzardo, anzi, non voglio, metterti in ulteriore pericolo. Esporti apertamente ad una maledizione significherebbe condannarti a morte certa, e non voglio questo perché mi fido di te e sono certo che tu possa fare del bene. Desidero vederti vivo".
Severus soffiò dalle narici, amaramente. Di facciata non riuscì a fare altro che quello, ma detestava che le più semplici attenzioni e parole premurose lo scuotessero dentro: non poteva darlo a vedere, non voleva, ma il fatto che finalmente qualcuno si interessasse a lui e che addirittura fosse paventato per la sua sorte, lo teneva un poco ancorato a quel mondo.
-"Severus" lo richiamò Silente "sei venuto qui per un motivo".
Severus, molto lentamente, asserì col capo e congiunse le mani sotto le larghe maniche della veste.
-"Che cosa vuole sapere Voldemort?" gli chiese Silente.
-"Vuole sapere dove si trova ciò che sta cercando da quasi un anno, ovvero la casa di Potter e Lily, ma questo ormai è scontato" disse, tra il bofonchio e il tono piatto "Chiaramente se riuscissi a riportargli delle informazioni circa il numero di auror e volontari dell'Ordine che venerdì prossimo cercheranno di fermare l'incontro con le nuove reclute dei Mangiamorte, sarebbe già qualcosa"
-"Digli che ci saranno circa venti persone, ma Alastor non ha ancora disposto le reclute auror, quindi non sappiamo ancora per certo-"
-"Professor Silente" lo interruppe, con un sorriso sornione sulle labbra, le mani sempre congiunte sotto la lunga veste nera "Il Signore Oscuro pretende delle informazioni certe, non so se sono stato chiaro..." insinuò, cercando di far cogliere il lampante sarcasmo inevitabilmente e volutamente referenziale alla sua potenziale morte per carenza di informazioni utili.
-"Sei stato chiarissimo, Severus, tuttavia il numero di reclute che cercheranno di interrompere l'incontro dei Mangiamorte è ancora incerto. Ciononostante, riferisci a Lord Voldemort che l'intento è quello di accerchiarvi, e non di attaccare su un solo lato... credo di essere stato abbastanza preciso, più di così condannerei quasi certamente tutti i ragazzi e tutte le ragazze che verranno là"
-"In teoria l'intento è quello..." osservò Severus, di circostanza, con una velatura di disprezzo "Ma va bene così. Ora vorrei chiederle una cosa, professore..."
-"Se intendi chiedermi di Lily Potter, sai che non posso dirti dove si trova né tantomeno portarti da lei"
-"Attendo di incrociare il suo sguardo da quasi un anno" spiegò lentamente, reprimendo la rabbia ribollente "Mi meriterei di vederla anche solo da lontano..."
-"Severus, metteresti a rischio la tua posizione nonché, se qualcosa dovesse andare storto, Voldemort potrebbe vedere l'ubicazione in una delle sue incursioni mentali, e da quanto mi hai riferito ultimamente ne compie quasi perennemente in tua presenza"
-"Confermo" asserì Severus, freddamente "Ma ho sempre tenuto la situazione sotto controllo, non è mai riuscito ad accedere ad informazioni importanti... non ce la fa, non ci riesce: posso tenerlo sotto controllo"
-"Non ne dubito minimamente, Severus. Sei diventato un mago molto, ma davvero molto capace. A volte mi sorprendo delle tue abilità, perché sono davvero sorprendenti, tuttavia sarebbe meglio non rischiare...".
Severus sbuffò interdetto e contrariato; lo fece perché, dopo tutto, Silente aveva completamente ragione, come tutte le altre volte, ma la tentazione di vedere Lily anche solamente da lontano era troppa.
-"Almeno sta bene?" chiese al vecchio preside.
-"Sì, sta bene. Comprensibilmente, è stanca di stare asserragliata in casa o di uscire a pochi metri dal cancelletto esterno, completamente occultata da un mantello magico" spiegò tranquillamente e Seveurs evitò di guardarlo negli occhi, vergognandosi di ciò che aveva fatto per ciò che ne aveva comportato: rendersi il "carceriere" della donna che amava non era di certo qualcosa di cui andare fieri.
-"Conoscendola, posso solo immaginare..."
-"E tua madre come sta?" chiese Silente, inclinando il capo.
-"La malattia sta facendo il suo corso fin troppo in fretta, come se non le fosse bastato un ictus..." sospirò, sapendo in cuor suo che le condizioni di sua madre erano gravissime, dopo la scoperta di una metastasi tumorale al cervello dovuta all'ictus avuto due anni prima "Ma lei è forte e resiste".

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