35. Un furto imperdonabile

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Marzo era iniziato da un pezzo ormai, i pulcini di Bhuidhe erano belli grassottelli ed in salute; Hagrid aveva scelto tra la cova un pulcino femmina piuttosto attivo e curioso. L'aveva chiamata 'Ingrid' che spesso usciva dal nido in perlustrazione, spostandosi sui rami e mangiando grandi quantità di cibo; le piacevano soprattutto i biscotti di Hagrid, forse era l'unico essere vivente sulla faccia della terra ad apprezzarli sul serio.

Le quantità di cose da studiare aumentavano sempre, ma Severus era ben organizzato e sapeva come saltarne fuori con ottimi voti. Passava molte ore a studiare con Lily e con i suoi amici, ma lui era pur sempre un "lupo solitario" e i labor limae li faceva da solo, con solo la sua testa che ragionasse. Gli sembrava più produttivo e imprimeva meglio le nozioni imparate, senza dimenticarle nel tempo.
In quei mesi passati Severus si era esercitato moltissimo nei duelli e in molte delle pratiche magiche apprese fino a quel momento, ma ciò che aveva occupato buona parte del suo tempo era l'evocazione del suo patronus. Ancora non vi era traccia di un patronus corporeo, non riusciva a spuntare quella magia nemmeno ricordando i pochi momenti sereni; si dimostrò un'impresa più difficile di quanto potesse lontanamente immaginare.

Era un venerdì mattina particolarmente nuvoloso, l'aria soffiava lieve ma ancora fresca e i primi germogli si fecero avvistare timidamente solo sugli alberi più vicini alle acque del Lago Nero; alcune nubi molto basse e scure passavano velocemente sopra il tetto di Hogwarts.
Severus era seduto al tavolo dei Serpeverde -intento a spalmare il burro sul suo pane tostato caldo- quando un grosso gufo reale marrone gli planò accanto. Alla zampetta coperta di morbide piume era legata una piccola lettera ripiegata su se stessa:
-"Porti buone notizie?" allungò la mano per sfilare la missiva e si accorse di una striscia di piume bianche sull'ala sinistra; era il gufo di Lucius Malfoy.
-"Speriamo di sì..." si rispose da solo mentre allungava una fetta di bacon al rapace che la trangugiò in un sol boccone.
Il sigillo dei Malfoy svettava dalla ceralacca verde smeraldo, Severus lo spezzò con un colpo secco ed aprì la lettera:

Ciao Severus,
spero tu stia bene.
Ti scrivo in merito ad una decisione importante che ho fatto e che avrà ripercussioni per tutta la mia vita, con mia grande gioia.
Ho trovato l'occasione e il coraggio sufficiente per chiedere la mano a Narcissa. Con mio grande sollievo ha accettato e uniremo le nostre casate in un legame indissolubile tra soli due mesi. Forse dirai che sia avventata come scelta per la nostra giovane età, ma il solo pensiero di legarmi a lei per tutta la vita mi rende cieco di felicità e orgoglio, infine, il tempo stringe. Il recentissimo incarico ed onere che ho accettato, per la nostra più che nobile causa, sottrae tempo al nuovo ruolo che ricopro al Ministero. Ho molto da fare e mai come ora sono stato così urgente nelle mie scelte. Mi dispiace solamente che tu e tutti gli altri non potrete partecipare al matrimonio per via della permanenza ad Hogwarts, ma ci vedremo quanto prima possibile; fino ad allora attenderò paziente quel giorno!
Un caro saluto.

Lucius Malfoy

Appena terminò di leggere quella missiva Severus alzò lo sguardo oltre il tavolo dei Serpeverde, insolitamente chiassoso in quella colazione. I suoi occhi saettarono su Lily -fresca e leggiadra- seduta al suo tavolo assieme alle sue amiche, poi abbassò lo sguardo, fissando un punto impreciso tra la fine del suo tavolo e il pavimento. Si sentiva strano, come se fosse finito qualcosa di routinario e sicuro. Lucius si sarebbe impegnato nel più nobile, puro e coraggioso dei legami, coronando il suo grande amore con Narcissa: tutto sarebbe cambiato. La figura e la personalità che Lucius si era costruito in quei lunghi anni, ovvero freddo, distaccato e brutale, poteva essere smontata con quelle poche righe. Com'era strano e forte l'amore, com'era imprevedibile la vita.
Tutto stava cambiando: le loro vite, le loro priorità, persino il mondo con tutte quelle guerre stava imboccando una strada senza ritorno. Severus guardò nuovamente l'amica al tavolo dei Grifondoro, immaginando per qualche momento un ipotetico futuro con lei. Sarebbe stato così perfetto... E lui l'avrebbe amata tantissimo, l'avrebbe adorata e venerata in tutta la sua essenza e sarebbe stato il ragazzo -e poi l'uomo- più felice al mondo, ma era così irraggiungibile...
Lily alzò lo sguardo nella sua direzione all'improvviso e gli sorrise, quindi lui scostò gli occhi da lei e si ritrasse:
-"Severus hai letto?" lo strattonò Regulus, destandolo dai suoi romantici pensieri; si avvicinarono anche Avery, Mulciber e Rosier.
-"Oh sì" li guardò e fece un lieve sorriso "È una bellissima notizia!"
-"Puoi dirlo forte!" commentò in fretta il giovane Black "Chissà come sarà contenta mia zia..." le sue labbra si piegarono in un genuino sorriso, spontaneo e autentico.
-"Che grande unione..." iniziò Mulciber, solenne "Due famiglie così importanti... Che gran bella notizia!"
-"Già..." sussurrò Severus, la sua mente e il suo cuore sempre rivolti a Lily.
I suoi amici si accomodarono accanto a lui e mangiarono insieme, discutendo dei due giovani promessi e dei vantaggi del loro matrimonio. Severus era indubbiamente interessato, ma sapeva benissimo che Lucius non aveva compiuto quel gesto perché spinto da mero interesse per la stirpe nobile della futura moglie o per vantaggio economico, bensì dall'amore: Lucius amava davvero Narcissa, per quanto rigido e freddo potesse essere anche lui aveva un cuore.
Ogni pasto al tavolo dei Serpeverde durava sempre pochissimo; forse per la qualità della conversazione e della compagnia, o forse per le ottime pietanze provenienti dalle cucine di Hogwarts, ma il tempo scorreva spaventosamente in fretta quando Severus era a tavola. I giovani maghi -lestamente- si recarono a Storia della Magia con il professor Rüf. Severus apprezzava molto quella materia; credeva che il passato potesse fornire molte più risposte di quanto si potesse immaginare, ma troppo spesso i suoi amici e coetanei non riuscivano a capire il senso delle sue parole. Dal passato, Severus, traeva conclusioni a molti degli avvicendamenti del suo tempo, comprendendo ed analizzando meglio ogni contesto, anche quello non magico. Tuttavia, la lezione del professor Rüf fu piuttosto noiosa: parlare delle rivolte dei Goblin, nonostante fosse importante, lo indispettiva incredibilmente. Credeva che fossero creature di natura egoista e decisamente bellicosa, poco inclini alla collaborazione e all'accettazione dei maghi e delle streghe come guide del mondo magico, ovvero la carica ed il potere che gli spettava, quindi di natura inferiore.
Molti degli studenti si erano addormentati sul grosso tomo di Storia della Magia di loro proprietà che era rimasto fermo alla pagina dettata dal professor Rüf, ma la lezione era andata avanti almeno di cinque facciate. Severus, dal canto suo, stava appuntando avidamente ogni data e dettaglio, senza curarsi della loro rilevanza o meno; i piccoli particolari facevano la differenza e questo lui lo aveva capito molto bene.
Una ragazza di Tassorosso, anch'ella stranamente interessata, sollevò alcune questioni decisamente interessanti e per niente scontate, ma il professor Rüf continuava a parlare su fatti concreti e documentati, senza mai rispondere ai quesiti della giovane -senza mai esprimere un proprio giudizio o pensiero. Per Rüf tutto ciò che si trovava al di fuori dei libri e di documentazioni era poco importante e quindi non necessariamente trattabile a lezione, forse perché era un fantasma e non sentiva la necessità di formulare ipotesi e ragionare con i suoi studenti.

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