7. Lettere da Hogwarts

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Era una calda mattina di metà luglio, il sole splendeva alto su Cokeworth e i miasmi delle fabbriche si facevano più intensi e insopportabili. Eileen approfittò del caldo per portare Severus con sé in biblioteca, soprattutto per il fresco presente in quel posto: mentre lei lavorava, Severus si concentrava su interessanti letture di ogni tipo. Quel giorno si concentrò sul teatro inglese nell'epoca elisabettiana. Gli piaceva moltissimo andare in biblioteca, innanzitutto per i libri e poi per gustarsi le raffinate architetture gotiche e i polverosi scaffali ricolmi di libri: quel posto era una delle pochissime attrazioni della città, uno dei suoi corridoi comunicava con la piccola chiesa medievale accanto e Severus si divertiva ad immaginare grandi fantasmi di potenti streghe e maghi del passato che camminavano tra quei maestosi androni.
Finito il turno di lavoro, più tardi del solito, entrambi si recarono a casa fermandosi lungo la via per acquistare ciò che gli occorreva per la cena.
-"Questa sera fish and chips, non ce m'è molto, ma so che è il tuo preferito!" esordì lei, carezzandolo sulla spalla.
-"Non vedo l'ora, ho molta fame!" le rispose Severus, sorridendo. Era bello vedere sua madre sorridere, lo permeava di una sensazione di gioia e spensieratezza a cui non era abituato; solo con Lily riusciva davvero a lasciar correre via ogni pensiero.

Si avvicinarono sempre di più a Spinner's End e notarono che le luci di casa erano accese e le tende della cucina leggermente tirate.
-"Guarda! Papà è già arrivato a casa... Be', effettivamente oggi abbiamo tardato un po'!" ossevrò Severus, affilando lo sguardo oltre le finestre di casa.
Quando aprirono la porta d'ingresso notarono Tobias che si stava fumando un sigaro mentre era seduto sulla poltrona. Aveva uno strano, furioso e sordido ghigno che gli solcava il volto, Severus ci mise un po' per afferrare il disagio che lo percorreva da cima a fondo, ma non colse nulla se non una cartaccia che stringeva avidamente in mano.
-"Ciao Tobias" lo salutò tranquillamente Eileen "Abbiamo tardato un po', siamo usciti poco fa dalla biblioteca e ci siamo fermati a comprare qualcosa per la cena".
Severus notò sua madre accigliarsi quando posò lo sguardo su di lui
-"Va tutto bene?" continuò lei, ora più tesa e vigile "Che cos'hai tra le mani?"
Severus, con occhio più acuto e giovane poté intravedere da lontano un grande sigillo rosso in ceralacca crepato, ed intuì che si trattava di una lettera.
-"Cosa c'è che non va?" chiese sarcastico, sibilando le sillabe come una bestia pronta a sferrare il suo attacco "Adesso ti spiego..." Tobias si alzò in piedi lanciando con prepotenza il sigaro nel posacenere "C'è, che quando sono entrato in casa, mi sono trovato sotto i piedi questa maledettissima lettera che è destinata a mio figlio. 'Strano' mi sono detto 'chi mai scriverebbe ad un menomato del genere?'...".
Severus represse a stento il gemito dettato dall'entusiasmo che gli aveva pervaso improvvisamente il cuore. Gli era stata indirizzata una lettera, e nessuno poteva davvero interessato a lui se non i responsabili della sua istruzione. Incanalò meglio i suoi pensieri: forse dentro quella lettera c'era finalmente scritto il suo lieto futuro. Solo che la stava reggendo prepotentemente in mano suo padre... tutto si velò nuovamente di tensione ed impotenza. 
Eileen, con un'espressione di disgusto che le deformava il volto, cercò d'interromperlo:
-"Tobias-"
-"Quindi l'ho aperta, e qui viene il bello. Ve la leggo perché, davvero... è esilarante..." disse Tobias, ridendo con sarcasmo "...Caro Signor Severus Tobias Piton, siamo lieti di informarla che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts..." si interruppe per qualche istante guardando con profondo disprezzo la moglie e poi Severus, che era immobile ed impassibile, incapace di muovere un solo muscolo "... Ah poi qui viene davvero la parte più divertente, ti chiedono di portare cose al limite dell'assurdo: ho riso così tanto che ora ho mal di stomaco" s'interruppe ancora una volta per aspirare profondamente dal sigaro.
-"Tobias" sospirò sommessamente Eileen "lui ci andr-"
-"Tu devi stare zitta, strega" l''empia e sibilante voce di Tobias l'azzittì ancora una volta e a Severus gli iniziò a montare da dentro una rabbia incontrollabile. Gli sarebbe voluto saltare addosso e rubargli quella dannata lettera.
-"E comunque non ci andrà" incalzò nuovamente il padre, quasi distrattamente, come se la cosa non avesse alcun tipo di valore e d'importanza "sono stanco di questa maledettissima storia. Sono stufo di utilizzare il mio prezioso stipendio per mandare questo menomato a scuola. Ottimi voti? Be', studi come una femminuccia, cosa bisognava aspettarsi?! No. A breve ti sbatterò in fabbrica come molti della tua età, così ti renderai utile a portare a casa un po' di grana. E non voglio sentire discussioni... Questa me la terrò io" si mise la lettera sotto la giacca e nello stesso istante Severus sentì aprirsi come una voragine nel cuore "così quando avrò voglia di farmi qualche risata la leggerò e penserò alla ridicola faccia che hai in questo momento!" ruggì maleficamente, additandolo. 
-"No, questo è troppo!" sbottò Eileen, facendo qualche passo avanti "Non puoi rivolgerti così a tuo figlio. Dammi subito quella lettera" ringhiò coraggiosamente e con una risolutezza che Severus a stento le aveva visto addosso e sentito nella voce.
Voleva poter fare qualcosa, ma ogni volta che interveniva durante le liti dei suoi genitori le cose non andavano mai molto bene dopo... soprattutto per sua madre.
-"Avanti strega, vienila a prendere. Anzi spero proprio che utilizzerai quei diabolici poteri per farmi qualcosa: sarà la volta buona che i tuoi amichetti vestiti da checche ti sbatteranno al fresco. Avanti, su... Fallo!" la minacciò Tobias con quel suo solito tono irriverente e beffardo, alzando il mento ispido in segno di sfida.
In quel preciso momento, quando le parole di Tobias  tuonarono tra i muri di casa come una maledizione, qualcuno bussò alla porta con forza:
-"Severus, sono io, Lily! Devo farti vedere una cosa!!" gli ululati di gioia arrivarono alle orecchie di Severus e dei suoi genitori. 
Severus sentì il sangue raggelarsi nelle vene, all'improvviso la vista gli si oscurò un poco e temette di poter svenire per l'ansia e l'apprensione. Lily in quel momento era davvero l'espediente meno necessario a quella situazione ingestibile e surreale. Eppure era lì, col tono che trasudava di una gioia che lo fece ben sperare.
-"Se ti azzardi ad aprire quella porta ti giuro che ti pentirai del giorno in cui sei nato..." lo minacciò Tobias a bassa voce, puntandogli un dito contro.
Lily continuava a bussare con prepotente entusiasmo e Severus -mai come in quel momento- desiderò che tornasse a casa sua.
-"Severus, dai, so che sei in casa, ti devo fare assolutamente vedere che cosa mi è arrivato!!" a quelle parole Severus intuì tutto. La lettera era arrivata anche alla sua cara Lily; iniziò a tremare e guardò sua madre che, con cautela, gli fece un cenno di disapprovazione. Capì che aprire la porta avrebbe causato guai irreversibili, soprattutto alla sua cara Lily.
-"Ah, hai pure un'amichetta? Chissà quanto deve essere compassionevole per stare con uno come te... Ti giuro che se apri quella porta ti disfo con le mie mani" lo avvertì Tobias. La sua voce serpentina sembrava impossibile accostarla ad un essere umano -anche il peggiore- eppure era reale tanto quanto snervante.
-"Dai Severus, apri!! Signora Piton, per favore!!" continuò Lily, il suo tono sembrava quasi disperato.
Tobias iniziò a ridere in silenzio guardando la moglie, sembrava davvero divertito, faceva smorfie di scherno contro Eileen, per umiliarla.
Dopo alcuni interminabili e ansiosi minuti, Lily si arrese e se ne andò, investendo indirettamente Severus di una colpa che non lo riguardava. Non si sarebbe mai perdonato di averla lasciata là fuori in un momento così gioioso e decisivo che da tempo ormai anelavano insieme.
Tutta la famiglia Piton si reggeva in piedi immobile, fin quando Eileen si avvicinò al marito; Severus la seguì con lo sguardo, incapace se definirla stupida o coraggiosa. Appena gli fu abbastanza a tiro, Tobias le assestò uno schiaffo con le nocche della mano, ma lei rimase lì, impassibile, quindi gliene arrivò un altro. Severus a quel punto non resistette più, la rabbia gli fece perdere il lume della ragione, spingendolo ad avanzare contro il padre. Non era certo di come affrontarlo e la sua insicurezza non fece che peggiorare la situazione: Tobias, con un movimento agile e deciso lo afferrò per il colletto della maglia.
-"Tu non ci andrai mai... Tra qualche giorno ti ritroverai sbattuto in fabbrica e non mi importa se hai dieci anni..."
-"Undici" lo incalzò Severus sfidandolo con lo sguardo. A quel punto Tobias gli assestò i medesimi schiaffi che aveva riservato alla moglie. Bruciavano e facevano male, come le altre volte... come sempre. Eileen scattò verso di loro.
-"FERMATI LÌ!!" urlò Tobias ad Eileen, additandola sgarbatamente "TACI MOCCIOSO. Giuro sul mio onore che ti ritroverai sbattuto in fabbrica a sgobbare come uno schiavo..." Tobias si rivolse ad Eileen, tenendo sempre ben stretto Severus "Preparami la cena che sono stanco e affamato".
Così come tutto era iniziato, finì. C'era ben poco che potessero fare, ormai la lettera era ben riposta nella tasca interna della giacca di Tobias ed era davvero difficile raggiungerla. la prospettiva di andare ad Hogwarts con Lily non era più tanto florida e vivida come un sogno ad occhi aperti, tutt'altro. Severus non sapeva che fare; avrebbe strozzato suo padre pur di ottenere ciò che gli spettava di diritto, ma forse non aveva davvero il coraggio di farlo...

Poco dopo tutta la famiglia Piton consumò la cena in un assordante silenzio: Eileen continuava a proporre birre al marito, il quale non si rifiutò di bere tanto che si alzò completamente sbronzo da tavola e andò a letto. Severus continuava a non capire perché sua madre fosse così servizievole nei confronti di un uomo che l'aveva appena malmenata, non sopportava vederla in quello stato, odiava dover sopperire ed assistere ad una tale mancanza di rispetto di se stessi così, quindi si limitò ad abbassare lo sguardo, infastidito.
-"Severus, vai in camera tua, qui ci penserò io" sussurrò Eileen, appoggiando con dolcezza la sua mano dietro la nuca di Severus.
-"Ma mamma-"
-"Fai come ti ho detto!" lo interruppe Eileen mentre fissava avidamente le scale che portavano alle camere da letto "Da questa sera in poi dovrai fare esattamente tutto ciò che ti chiederò, senza fare domande" continuava a fissare le scale, come se fossero custodi di una verità che avrebbe sovvertito quel triste destino che accomunava lui e sua madre.

La notte calò in fretta, Tobias puzzava di alcool a tal punto che l'odore acre e pungente inondò tutto il pianerottolo antistante le camere e penetrò anche nella stanza di Severus. Il giovane mago era fermo immobile, sdraiato sul suo letto a fissare la luna e le milioni di stelle che illuminavano soavemente il suo giaciglio. Alcune lacrime presero a rigargli il volto, al sol pensiero di quanto sarebbe stato bello andare ad Hogwarts con la sua cara Lily, ma tutto gli sembrava vano ed irraggiungibile. Si mise a sedere sul letto e iniziò a guardare la sua scrivania quando una sensazione di nausea lo pervase: non avrebbe nemmeno più studiato, sarebbe dovuto andare in fabbrica a sgobbare come un matto, a soli undici anni. Dire addio anche ai suoi cari libri era qualcosa che proprio non riusciva a figurarsi nella mente, non rispondeva a nessuna delle sue necessità, nemmeno una delle sue poche e umili esigenze. Chiedeva solo di poter studiare ad Hogwarts con Lily, nulla di più. Non era tanto. Non stava chiedendo la luna o qualcosa di così utopistico, sol di fare le esperienze di un ragazzino di undici anni.
Cercò di respirare profondamente quindi aprì la finestra, un lembo di cielo si stagliava sopra di lui ma davanti ai suoi occhi c'era solo l'impenetrabile muro della casa antistante alla sua e la sudicia strada appena sotto al suo naso. Desiderava essere al lago, con Lily, e voleva che sua madre fuggisse lontano da quel mostro di suo padre, quando all'improvviso sentì dei lievi rumori fuori dalla sua porta. Si alzò cauto e silenzioso dal letto, posando attentamente i piedi a terra, poi sbirciò dalla serratura: Eileen aveva in mano la lettera di Hogwarts mentre si dirigeva furtiva e quatta giù per le scale. Severus non proferì parola e attese qualche minuto, poi aprì la porta. Appena fuori dalla sua camera intravide il padre accasciato sul letto con un braccio che penzolava a terra, russava così forte che probabilmente nemmeno un'esplosione lo avrebbe destato. Si diresse verso le scale, procedendo acquattato, quanto più vicino al pavimento, poi strisciando per non farsi vedere. Non appena allungò la testa oltre la ringhiera delle scale, vide Eileen che, tutta affannata, stata scrivendo su un foglio. Severus aveva il cuore in gola e l'ansia gli provocava delle forti fitte allo stomaco: doveva esser cauto e non farsi notare né dalla madre né tanto meno dal padre. Non riusciva a capire che cosa stesse combinando sua madre con la sua lettera per Hogwarts, non ne era certo, ma ci sperò con tutto se stesso.
Qualche minuto dopo Eileen richiuse con cura il foglio dentro una lettera che prese con sé, si infilò un cardigan leggero e uscì di casa senza fare il minimo rumore. La lettera di Hogwarts era stata lasciata sul tavolo. Severus pensò al peggio:
Forse mi ha abbandonato, se n'è andata via senza di me e mi ha lasciato da solo con quel mostro di mio padre quindi iniziò a tremare dalla paura e la nausea si fece sempre più forte. Le viscere gli si contorcevano nella pancia provocandogli forti dolori, non riusciva a pensare a nulla se non a sua madre che se n'era andata via senza dirgli nulla: i conati del vomito erano a tal punto di farlo star male lì dove si trovava, ma ingurgitò amaramente il tutto ed affrontò con coraggio la situazione. Tornò in camera sua e si mise a letto, cercando di fare profondi respiri. Era così arrabbiato e disgustato che avrebbe voluto distruggere tutto quello che gli si parava sotto gli occhi da lì ad un raggio di parecchi chilometri, ma tutto ciò che riuscì a fare era respirare perché i muscoli e i nervi sembravano irrigidirsi e bloccarsi contro di lui, come per magia, come se qualcosa lo tenesse immobile affinché non sfogasse la sua rabbia. Pensare a Lily e ad Hogwarts lo avrebbe ucciso all'istante, tuttavia non riuscì a fare altro che quello, anche perché erano le sole cose a tenerlo davvero in vita.

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