26. Incursioni mentali

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Severus congetturò che dietro l'arcano della statua della Strega Orba ci fosse -senza ombra di dubbio- la banda di Potter; per lungo tempo si appostò nei pressi del luogo incriminato. Quasi tutte le sere attendeva l'arrivo dei diretti interessati, ma non vide mai nessuno passare oltre la strega né riuscì a trovare la parola d'ordine per scoprire cosa vi fosse oltre il passaggio. Dopo attenti studi e ricerche meticolose sul libro Storia di Hogwarts scoprì che la scuola era disseminata di passaggi segreti ma non vi era alcuna indicazione sul dove trovarli e su come aprirli. Come per il mistero del Platano Picchiatore, decise di abbandonare la ricerca e le indagini dedicandosi anima e corpo al latino, tuttavia il suo istinto continuava a suggerirgli che le due cose, il Platano e la Statua, fossero in un qualche modo "collegate".

Natale arrivò in fretta e Hogwarts fu addobbata in lungo e in largo con folti e vigorosi abeti, vischi appesi anche negli angoli più improbabili; la neve cominciò a fioccare in Sala Grande con grande gioia di tutti gli studenti:
-"Severus, tornerai a casa per le vacanze di Natale?" gli chiese Regulus alla vigilia della partenza. Quella mattina la colazione fu più abbondante del solito, tra i tavoli si poteva percepire a pelle l'euforia dei vari studenti dovuta dall'inizio delle vacanze. Allo stesso modo anche i professori.
-"Sì, certo! È l'unico momento che ho per poter rivedere mia madre e ci tengo molto a tornare da lei; non mi piace lasciarla troppo da sola..."
-"Come mai?"
-"Ah, nulla di che, ma è molto attaccata a me e ci tiene molto a passare il Natale in... F-famiglia..."senza accorgersene abbassò il capo sul suo piatto, pensando alle ingiustizie che avrebbe dovuto patire durante le vacanze "Tu invece? Tornerai a casa?"
-"Lo desidererei molto, ma i miei genitori, inparticolar modo mia madre, vogliono che resti qui a scuola a tener d'occhio miofratello Sirius..."
-"Lui non tornerà a casa?" la domanda gli montò da dentro pruriginosa.
-"No, non vuole. Lui odia casa nostra, tollera a mala pena i nostri genitori perché loro lo puniscono per il suo modo di essere indisponente e ribelle. È veramente difficile vivere in casa nostra di questi tempi..." Regulus sembrava molto abbattuto e frustrato dopo la confessione, alzava a mala pena lo sguardo dalla sua porzione di bacon che rimestava nel piatto svogliatamente "Mi fa così arrabbiare! A volte mi chiedo come potrebbe essere la vita in casa nostra se solo lui ubbidisse un po' di più ai nostri genitori. È mio fratello ma a volte sembra somigliare di più ad un fantasma rumoroso e combina guai...".
Nessuno più di Severus poteva capire che cosa si provasse ad avere problemi così reali, estenuanti, logoranti e malsani in famiglia: entrambi dovevano assistere alla violenza di un genitore nei confronti di qualcuno che gli stava a cuore. Provò ad immaginare il dolore che Regulus potesse provare nell'avere un fratello e non avere nulla a che fare con lui, vivere solo momenti dolorosi e rancorosi, senza poter condividere nulla di sereno, senza potersi confortare a vicenda, senza imparare nulla dall'altro. In quel preciso momento provò ad immaginare come avrebbe potuto essere la sua vita con un fratello o una sorella. Desiderò tale figura così a lungo che quasi se ne creò un fantasma nella sua mente; ne definì i lineamenti cortesi, la forza e il coraggio di sua madre. Apparve perlopiù una bambina, ma la sua figura sfumò immediatamente al solo pensiero di suo padre, che per lui sarebbe stata solamente una vittima più da mietere. Svanì come una nuvola, come il fumo delle pozioni che preparava, e la osservò dissolversi cacciando indietro le lacrime. Mai e poi mai una sorella sarebbe mai esistita nella sua vita, molto probabilmente perché sua madre, dopo le innumerevoli percosse ricevute da Tobias, non poteva più concepire in grembo la vita.
-"Hai mai provato a parlare con lui e con i tuoi?" gli chiese, allontanando da sé il pensiero di sua madre che soffriva.
-"Tu non sai quanto! Sirius è maledettamente orgoglioso e testardo, e i miei genitori credono che picchiarlo e denigrarlo sia il modo migliore di risolvere i problemi!"
-"Pare che non siano gli unici..."
-"Anche tu hai problemi in casa?" abbassò il tono di voce, avvicinandosi a lui. Non c'era motivo di mentirgli, Regulus era stato molto sincero con lui.
-"Sì..."
-"Con chi? Se posso sapere..."
-"Con mio padre, diciamo che non è proprio un sant'uomo, anzi"
-"Mi dispiace molto. A quanto pare abbiamo tanto in comune Severus! Sai..." la sua voce vacillò per un istante "A volte ho l'impressione di essere una marionetta nelle mani dei miei genitori, che gli interessi solamente che io entri nelle grazie del Signore Oscuro"
-"E tu lo vuoi? Vuoi davvero entrare nelle grazie del Signore Oscuro?" pronunciò quell'epiteto inconsciamente e subito sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Non lo aveva ancora usato prima di quel momento.
-"Certo che lo voglio! Al di là della questione dei babbani che mi interessa relativamente, desidero unirmi a lui soprattutto per la conoscenza e il potere! Voglio imparare tutto da lui, voglio sapere, conoscere, capire, fare... Mi segui fin qui?"
-"Ti seguo fin troppo bene" sospirò Severus, attratto come una falena dalla luce "Quindi Lui insegna ai suoi seguaci?"
-"Lui insegna a tutti coloro che gli promettono fedeltà! Tu ti unirai?"
Che domanda che gli era stata appena sottoposta; unirsi a colui che desiderava spazzare via, schiacciare e piegare i babbani dal mondo magico, sicuramente anche la sua cara, adoratissima Lily. Severus non desiderava questo, ma la conoscenza lo attirava intensamente come una luce lontana in una caverna buia. Sentiva di potersi riscattare se solo avesse potuto diventare più abile, forte ed incontrastabile. Nella sua mente erano ben chiare le due realtà, ma il suo cuore non era ancora pronto a decidere, aveva bisogno di capire, vedere e vivere prima di prendere una decisione così importante. Sentiva la necessità di giungere ad un punto di arrivo con Lily e di poterla difendere non più di quanto lei potesse fare:
-"Io... Io non lo so, però vorrei imparare..." sussurrò delicatamente e scandendo bene ogni singola parola.
-"Con il tempo capirai che è la cosa giusta da fare, soprattutto se la tua è sete di conoscenza!" concluse il giovane Black sorridendo "Spero che non mi additerai, ma sei intelligente e per questo ti dirò una cosa" riprese Regulus, la voce debole, insicura e lo sguardo basso.
-"Che cosa, Regulus?"
-"Ho tanta voglia di tornare a casa soprattutto per Kreacher"
-"Kreacher?" domandò curioso Severus.
-"È il mio elfo domestico, ci sono molto affezionato e lo tratto bene... Lui è così gentile e cordiale con me, a volte sembra più lui mio fratello che Sirius..."
-"Capisco quanto sia difficile per te e ti auguro di ritornare a casa da lui visto che ti manca così tanto... Sai, anche mia madre e la sua famiglia avevano un elfo domestico che trattavano molto bene. Ho letto che moltissime famiglie trattano male i propri elfi domestici, non credo sia giusto! Non credo che avere qualcuno che ci serva in casa ci autorizzi a trattarlo male, anzi...".
Severus fu grato di poter constatare che anche da parte di Regulus, il semplice rispetto reciproco, stava maturando man mano in amicizia sincera e profonda. La conversazione che avevano avuto -seppur breve- era stata la prova della forte intesa e somiglianza tra loro e poter parlare, confrontarsi senza pregiudizi e senza aspettarsi nulla dall'altro, era qualcosa di assolutamente gratificante e necessario per Severus.

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