42. Il Principe Mezzosangue

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-"Lily!" gridò Severus, vedendola serpeggiare agilmente tra la folla che ostruiva il passaggio nel corridoio del vagone dell'Hogwarts Express "Lily aspetta!!".
L'estate era passata lentamente quell'anno, nemmeno le lettere di tutti i suoi amici erano riuscite ad ammazzare il tempo. L'assenza di Lily -se lo sentiva addosso- lo aveva fatto invecchiare più in fretta di qualche anno. Era cresciuto molto negli ultimi mesi di scuola e in quelli estivi, a tal punto che dovette rifare quasi completamente l'outfit del suo armadio a causa dei centimetri in più in altezza. Il prezioso dono dei Copperfield fu utile come una manna dal cielo.
-"Lily, ti prego, aspetta!" le era dietro, era riuscito a spintonare quanto bastava tutti i novellini ancora da smistare e alcuni veterani da M. A. G. O..
-"Cosa vuoi, Severus?" si voltò di scatto lei, incrociando le braccia e arricciando le labbra.
-"Vorrei sapere come stai..."
-"Bene" rispose freddamente, guardandosi intorno e fuori dal finestrino. Fiumi di ragazzini e ragazzine passavano tra loro, vociando e schiamazzando.
Anche Lily era cresciuta, così tanto che ormai era a tutti gli effetti una donna. Così bella e sagace da mozzargli il fiato, soprattutto quando era abbronzata -come in quel momento-. Severus provò a fantasticare su dove avesse passato le vacanze con la sua famiglia; indugiò troppo e Lily s'infastidì in fretta.
-"Mi hai fermato per questo? Per sapere come sto?".
Severus scosse la testa e si destò dai suoi pensieri:
-"Sì... cioè no. Volevo chiederti scusa..."
-"Ti ho già detto che è troppo tardi" lo rimbeccò lei. Severus era esasperato dallo sconforto.
-"Allora perché mi esorti a parlare?! Che cosa ti aspettavi, che ti vedessi camminare davanti a me senza dirti nulla? Dopo tutti questi anni di amicizia?"
-"Già... che cosa mi aspettavo?" Lily si portò distrattamente una mano davanti alla bocca e boccheggiò, distogliendo lo sguardo da lui "Non lo so! Non so nemmeno perché io mi sia fermata a parlarti. Buona giornata" fece per voltarsi ma la fermò.
-"No, ti prego..." Severus le afferrò le dita delicatamente "Non puoi-"
-"Ti ho già detto una volta che tu non puoi decidere cosa posso o non posso fare..." osservò il punto dove la loro pelle si sfiorava "come ti ho già spiegato che non mi devi toccare" fece scattare la mano dalla sua e se ne andò, sfregandosi il dorso della divisa sulla guancia.
A Severus parve, per un breve e distratto istante, che una lacrima le avesse rigato la guancia, ma forse era solo una sua stupida e testarda suggestione. Lily non si sarebbe mai mostrata così debole e vulnerabile dinanzi a lui, soprattutto ora che avevano litigato. C'erano state volte, negli anni precedenti, dove si era lasciata andare in attimi di debolezza e pura empatia nei suoi confronti, ma erano piccoli... giovani ingenui che si perdonavano tutto, anche le litigate più serie. Ma ora tutto era cambiato.
-"Lily... ti prego..." cercò di richiamarla ancora una volta, ma lei continuò imperterrita nella sua fuga disperata da lui.
Sospirò dolorosamente, lasciando che i passanti gli prendessero contro e lo spostassero poco a poco dalla sua posizione. Rimestò i pensieri nella sua mente, alla ricerca di qualcosa di più sereno e felice a cui pensare, ma non ne trovò nemmeno uno, anzi, peggiorò soltanto la situazione. Guardandosi attorno -osservando distrattamente lo sciamare degli studenti accanto a lui come se fossero fantasmi- si rese conto di come, quel giorno, sarebbe stato il primo viaggio sull'Hogwarts Express in assenza di Lily. Gli anni passati si erano divertiti oltre ogni dire, spizzicando dolci, ridendo e beandosi dei panorami dell'Inghilterra e della Scozia. Ma quell'anno no, non sarebbe stato così; Lily se n'era bella che andata con le sue amiche e non c'era modo di avvicinarla. Non lo voleva, e per quanto devastante e deprimente fosse la cosa, Severus s'impose di accettarla -almeno per il momento- rispettando così la libertà e gli spazi di Lily.
Rimanendo immobile fissò lo sguardo fuori dal finestrino: il panorama di periferia non era dei migliori, ma ben presto avrebbe ammirato vaste pianure coperte da erbetta verde.
Verde. Come gli occhi di Lily.
Non c'era una, sola maledetta cosa che non lo rimandasse a lei con il cuore e la mente. La prospettiva di dover combattere con quel tormento ogni giorno si faceva quasi tangibile, proprio in mezzo al suo petto, come una scarica elettrica dolorosa ed asfissiante. Quello stesso pensiero venne sostituito in un baleno dal ricordo della sua prima volta sull'Hogwarts Express, quando si erano seduti nello stesso scompartimento e lei era piuttosto seria perché qualche giorno prima lui aveva spezzato un ramo in testa a sua sorella Petunia. Non era di certo stata la migliore delle idee ma, in un certo senso, se lo meritava. Sempre su quelle poltroncine avevano conosciuto Potter e Black e da lì era iniziato il suo tormento.
Potter e Black.
-"Ehi Mocciosus, non ti è andata molto bene!" lupus in fabula, Potter aveva già iniziato a punzecchiarlo come una vipera velenosa. Severus si chiese se il quattrocchi fosse stato smistato nella Casa ideale, ma un tale imbecille non avrebbe mai meritato di stare tra i Serpeverde. Era indegno di tutto, a mala pena si meritava le latrine di Hogwarts.
Potter lo affiancò in fretta, incrociando il suo sguardo per un momento:
-"Evans non ne vuole sapere di te, eh?" lo beffeggiò col suo solito tono odioso e tracotante. Severus s'impose di rimanere impassibile, aveva già una punizione arretrata di qualche mese da scontare.
-"Dopo tutto, chi vorrebbe avere a che fare con te? Con quel nasone spaventi le persone... senti, voglio darti un consiglio" appoggiò provocatoriamente un braccio sulla sua spalla e mosse eloquentemente l'altra mano per concretizzare meglio il filo del discorso "Dovresti puntare più in basso. Non sei bello e certe... meraviglie spettano solamente ad una categoria di persone"
-"Ben detto Ramoso!" lo riprese Black che se ne stava appoggiato alla porta di uno scompartimento poco più in là, circondato da tre ragazze sognanti "Ma occhio che c'è una diceria su chi ha il naso grosso... non so quanto ti convenga proseguire su quel campo. Piuttosto concentrati sui suoi capelli... o quel delizioso colore cadaverico che lo distingue da un morto solo se lo si confronta con una mummia... anche perché le mummie sono più abbronzate di lui".
Le tre studentesse, Potter -e altri lì presenti che avevano ascoltato- risero fragorosamente. A quel punto la presa del quattrocchi sulla sua spalla si fece più salda e insopportabilmente baldanzosa; Severus sospirò a fondo cercando di trattenere tutta quella rabbia che gli montava pericolosa da dentro. L'occlumanzia resisteva a fatica, ma poteva fare ancora affidamento su di essa.
-"Vedi Mocciosus" lo riprese Potter "tu non potrai mai averla... una come lei non può abbassarsi ad uno come te. Al di là della bruttezza, che è il meno... è che tu sei proprio viscido, lo capisci? Mi viene da vomitare se penso alle tue schifose mani su di lei. Mi segui fin qui? E poi sei assolutamente senza carattere, a tal punto che vuoi sfogare le tue frustrazioni unendoti ad una setta... vedi, sei patetico!" con una mano gli afferrò il collo da dietro, stringendo, e Severus sentì imprimere sempre di più le dita callose di quel maledetto ragazzo.
-"Potter" ringhiò, ormai al limite della sopportazione "ti consiglio di levarmi le mani di dosso" con uno scatto deciso uscì dalla morsa e proseguì dritto per qualche passo.
-"Aspetta Mocciosus, io ho appena iniziato!"
-"E io ho già finito" sibilò senza nemmeno voltarsi.
-"No no no! Non puoi andartene così" lo afferrò -nuovamente- per una spalla e lo fece voltare. Severus fu costretto a guardare quel tanto odiato volto e per poco non gli assestò uno sputo in faccia già pronto da scagliare.
-"Non puoi sempre startene lì così, uh..." Potter assunse una posa ridicola; la testa infossata tra le spalle, le braccia rigide e distese e il volto contratto in una smorfia con la lingua parzialmente fuori "Uh, così capito? Uh" dondolava su se stesso, facendo versi sconnessi, Severus capì che lo stava parodiando "Come un morto, vedi? Questo sei tu ad ogni singolo momento delle tue giornate" tutti scoppiarono a ridere. Severus non seppe nemmeno perché era rimasto lì a guardare un tale imbecille farsi beffe di lui quindi si voltò, sperando di trovare lo scompartimento dei suoi amici prima che fosse troppo tardi per mantenere il controllo.
-"Aspetta" Potter lo incalzò ancora "Non ho ancora finito! Vedi come sei noioso? Ti preoccupi di stare sempre sui libri... è che proprio non capisco come lei abbia fatto a starti vicino così tanto tempo. E mi viene il vomito se penso a quello potresti averle fatto".
Severus alzò un sopracciglio, non aveva afferrato bene il concetto ma Potter lo delucidò un istante dopo:
-"Ma mi rassereno, perché uno come te non potrà mai essere... il primo con una come lei" d'un tratto si fece più vicino, affiancandosi strettamente al suo orecchio "Questa cosa rimarrà tra me e te ma... vedi..." Potter lo colpì con il legno della bacchetta proprio in mezzo alle gambe, strappandogli un leggero gemito di dolore "Non hai nemmeno avuto le palle di dirle quello che provavi per lei, figurati se le avrai per fare il lavoro sporco di Tu-Sai-Chi".
Potter gli si allontanò lentamente dall'orecchio, schernendolo con un ghigno sornione e beffardo. Come un uragano sentì risalire da dentro una cattiveria a lui quasi sconosciuta che distruggeva ogni cosa al passaggio. Lily e il Signore Oscuro non avevano modo e ragione di stare nella stessa frase, nel medesimo concetto e pensiero:
-"Ah sì?" disse con voce soave, inarcando un sopracciglio.
-"Cos-" Potter non riuscì a terminare in tempo la frase perché Severus, repentinamente, lo disarmò con un colpo deciso alle mani e gli diede un colpo forte alle gambe. Fulmineo e carico d'odio afferrò il quattrocchi per la gola, preoccupandosi d'infilzarlo per bene con le unghie e lo sollevò da terra così, come se fosse un fuscello tra le sue dita, sbattendolo contro la parete di una cabina del treno. Il torace di Potter fece un rumore sordo quando sbatté e la folla si fece da parte, urlando. Il quattrocchi cercò in ogni modo di allacciare le mani premute alla giugulare con le sue per respirare il più possibile; Severus sentì un brivido di piacere troppo a lungo sopito e taciuto nel percepire le vie aeree e sanguigne stringersi, il pomo d'Adamo bloccato dalle sue falangi. Il tanto odiato volto si stava deformando in una smorfia ridicola e lividiccia, inoltre le pulsazioni frenetiche del cuore premevano e pulsavano da sotto la delicata pelle del collo.
-"Tu dici, Potter? Dici che non ne sarei capace?" strinse di più, ancora "Sarei capace di farlo anche a mani nude... ora..."
-"Moc-Mocc..." rantolò lui, alzando la testa per respirare.
-"Come, mh?" chiese mellifluamente, inarcando le sopracciglia con fare eloquente "Temo di non averti capito, potresti ripetere?".
Il boccheggiare disperato e sofferto di Potter alla sua indubbia sopraffazione gli conferiva una sorta di delizia personale a lungo agognata. Poter finalmente affrontare a mani nude il tormento che non gli aveva dato pace per tutti quei lunghi anni andava ben oltre ogni aspettativa; e la prospettiva di ammazzarlo con le sue stesse mani diventava sempre meno complessa da abbracciare. Non desiderava solo vendetta, no... c'era qualcosa ben più agghiacciante che lo spingeva a premere di più le dita in quel collo ormai allo stremo delle forze. Potter non avrebbe mai dovuto spingersi così tanto oltre, stuzzicando il suo dolore per lo screzio con Lily. Non avrebbe dovuto farlo, come non era stata una buona idea scoperchiare il vaso di Pandora che riguardava i sentimenti per lei. Potter non era legittimato a ficcare il suo lungo e maledetto naso nei loro affari; si era spinto fin troppo oltre con le parole e Severus era nauseato dal modo con cui parlava di Lily. Come se fosse un oggetto da "usare" per primo, un trofeo da sbandierare agli altri. Primo, secondo, decimo, ventesimo che fosse... a Severus non interessava; l'avrebbe amata lo stesso, allo stesso modo di sempre. Che ne sapeva Potter di Lily? Come osava infangare la sua libertà e la sua persona con quella sozzura che gli usciva dalla bocca? E Severus dovette ammetterlo a se stesso quanto adorasse la libertà di quella ragazza, anche se con le parole a volte si tradiva. Amava tutto di lei, anche l'irriverenza con cui gli aveva voltato le spalle poco prima: il dolore da mandare giù era tanto, ma il fatto che Lily ponderasse le sue decisioni, la volontà di essere libera e di poter disporre della sua vita era qualcosa che gli mandava in tilt ogni cognizione, estasiandolo, seppur nel dolore della solitudine e dell'abbandono. Ma Potter... Potter non era niente per lei, niente, e non doveva permettersi anche solamente di aver pensato a lei come una bambolina usa e getta.
Severus strinse di più nella carne con il solo e unico obiettivo di fargli male... tanto male. Non aveva paura di ucciderlo. Non si sarebbe pentito di quello. 
All'improvviso, da dietro, Sirius gli afferrò con forza le braccia, imprimendo le unghie nella carne e spingendolo via con un pugno nello stomaco, lontano da quello che in quel momento era ben lungi essere il vigoroso cercatore di Grifondoro. La percossa lo fece piegare in due dal dolore; la fitta, molto profonda e -Severus dovette ammetterlo a se stesso- ben assestata, gli provocò un moto di nausea violenta, poi crollò, battendo il fondo schiena a terra.
-"Che maledetto figlio di puttana che sei, Mocciosus!" impresse fulmineamente le sporche dita nella sua mandibola, scavando la carne a fondo, e Severus si sentì aprire in due la bocca dal dolore. La prima reazione fu quella di sputargli in faccia, visto che il suo corpo era ancora scosso dal colpo allo stomaco, ma con titanico sforzo approfittò della posizione vulnerabile di Sirius appena sopra di lui tirandogli una ginocchiata in mezzo alle gambe. Black grugnì dolorosamente e rotolò a lato per il dolore mentre la folla non faceva nulla per fermali. Era incredibile come la violenza venisse disdegnata facilmente con le parole e derisa -senza essere fermata- quando si manifestava nella realtà: la gente predicava sempre benissimo, tutti santi e paladini della giustizia ma, come sempre, razzolava male. Severus invece rimaneva del tutto neutro: la violenza non gli faceva né caldo né freddo e non si vergognava ad ammetterlo. Però, in quel preciso momento, sperò con tutte le sue forze di riuscire a venire a capo da quella situazione: Potter si era "ripreso" e lo stava caricando. Non ci fu nulla che potesse fare, il quattrocchi gli arrivò con una testata nello stomaco a rincarare la botta precedente e lo atterrò. 
-"Ramoso, colpiscilo!" rantolò Sirius che ancora stentava ad alzarsi per la ginocchiata ai gioielli. 
Potter alzò il braccio in aria serrandolo la mano a pugno -che aveva tutta l'aria di averlo caricato per bene- e la discesa fu veloce e repentina; Severus sentiva già il sapore del sangue in bocca, il dolore lancinante di qualche dente spezzato o il naso rotto, ma il suo corpo rispose istantaneamente e parò il destro del quattrocchi con l'avambraccio. La botta arrivò con forza all'ulna, ma almeno per quel momento il suo volto -per quanta importanza potesse avere- era salvo: ora doveva difendere a tutti i costi la dignità che glie era stata deturpata, stuprata e derisa in tutti quegli anni. 
Sirius si stava lentamente rialzando e Potter e in procinto di caricare un secondo colpo... due contro uno. Molto coraggiosi pensò in fretta senza perdere la concentrazione. 
Tutta quella messa in scena per una ragazza, per Lily... e per gli Dèi Severus lo avrebbe fatto tutte le mattine al posto della colazione pur di non dover sentire di nuovo quelle cose su di lei, alle sue spalle. Lily non lo sapeva nemmeno che cos'aveva detto Potter, che cosa pensava di lei, e questo lo fece infuriare a tal punto che raccattò quel po' di forza sufficiente per essere una valida controparte: unì le dita della mano destra, ben salde quasi a creare una punta, e le ficcò con forza dentro il fianco di Potter. Dalla bocca del quattrocchi uscì uno stertore dilaniante ed acuto, quindi Severus si liberò del suo sudicio corpo con una buona ed efficace ginocchiata in mezzo alle gambe, augurando a se stesso di avergliela assestata così forte da non rendere in grado la sua spregevole appendice di poter deturpare il mondo con la sua vile progenie... per sempre, o almeno di renderla del tutto rincitrullita. Si alzò in fretta, giusto in tempo per incornarsi con Sirius che lo aveva già caricato; si afferrarono con forza, ringhiando e graffiandosi a vicenda pur di afferrarsi per avere la meglio sull'altro. La folla sembrava impazzita e veramente divertita, non c'era nessuno che cercasse di fermarli.
-"Ripeti quello che hai detto prima, lurido traditore del tuo sangue" sputacchiò Severus mentre lo teneva fermo per il polso e con una gamba che si attorcigliava alla sua per atterrarlo. L'offesa inferta a sua madre non gli sarebbe mai andata giù, nemmeno se avesse visto Black steso sotto terra di almeno tre metri; nemmeno se gli avesse chiesto perdono inginocchio. Voleva che la ripetesse giusto per avere una scusa per massacrarlo, cancellarlo dalla faccia del globo una volta per tutte.
-"Ho detto" iniziò Sirius con le fiamme negli occhi "che sei un maledetto figlio di-"
-"COSA STA SUCCEDENDO QUI?!" tuonò una voce fin troppo famigliare: Lumacorno. 
Severus sentì confluire fin sotto i piedi tutto il calore che gli era andato alla testa per la rissa, quasi come se il sangue si fosse congelato nelle vene. Guardò un'ultima volta Sirius -che ricambiò lo sguardo sprezzante- ed insieme mollarono la presa, cercando invano di rendere la situazione meno grave dell'evidenza. Fece scendere lentamente le braccia e le incollò dritte lungo i fianchi; quella volta -ne era certo- lo avrebbero espulso da Hogwarts. 
-"Cos-" Lumacorno aveva gli occhi sbarrati, come se dinanzi a lui ci fosse un'ecatombe di studenti e non una zuffa tra rivali "Io... voi..." allargò le braccia distrattamente, sembrava completamente senza forza "Cos'è successo qui?". 
Severus non ebbe il cuore di rispondere in quel momento, si guardò le mani e si rese conto solo in quel momento di che cosa aveva fatto. Una parte di lui non se ne pentiva, anzi, avrebbe continuato ad oltranza fino al raggiungimento dell'inimmaginabile; l'altra parte di sé invece si stava vergognando come non mai per tutta quella messa in scena. 
-"E' stato Piton! L'ho visto io! E' stato lui a iniziare!" strillò una delle ragazze che era avvinghiata a Balck qualche minuto prima. Severus la fissò senza riuscire a definire l'inferno che gli stava scoppiando dentro.
-"E' così, Severus?" chiese Lumacorno, il suo tono duro e secco non ammetteva scusanti e Severus si limitò ad asserire chinando il capo. C'era così tanto invece che poteva essere usato come un'attenuante, ma non c'erano prove e anche se ci fossero state non gli avrebbero mai creduto; ma soprattutto, non poteva e non voleva raccontare tutta la verità, perché avrebbe dovuto esporsi troppo, e allora tutti avrebbero capito che aveva un debole per Lily. Quello non poteva permetterselo, anche perché non era una semplice cotta, era qualcosa d'incommensurabilmente più alto e disarmante.
-"Molto bene. Potter e Balck, tornate al vostro scompartimento. Severus..." sentendo pronunciare il suo nome alzò lo sguardo verso il professore attendendo la condanna "Seguimi, per favore". 
Sospirò appena e si lasciò scivolare di dosso le occhiatacce e le risatine irrisorie della folla che sciamava via; Potter e Black non lo degnarono di altre attenzioni perché come sempre, dinanzi ai professori e quindi -a delle simil-autorità- non rivelavano mai la loro vera natura. 
Lumacorno prima di voltarsi e di proseguire lungo il corridoio gli fece cenno di seguirlo e Severus non si lasciò nemmeno attraversare dal pensiero di disobbedirgli. Poco dopo arrivarono a quella che -forse- era la cabina personale del professore e, prima di entrare, Lumacorno congedò da lontano alcuni studenti e studentesse che probabilmente dovevano passare qualche ora di chiacchiere e frivolezze con lui. Il professore aprì la porta e gli fece cenno di entrare. 
Severus si sedette stancamente sulla poltroncina scura poco dietro un ampio tavolo; la sezione 'C' riservata agli insegnanti aveva molti comfort, a quel punto Lumacorno chiuse la porta scorrevole dietro di sé e si accomodò a sua volta proprio di fronte a lui, sospirando e portandosi le mani alle tempie; teneva gli occhi chiusi come se stesse cercando di afferrare qualcosa d'incomprensibile. 
-"Severus..." sospirò ancora una volta, poi aprì gli occhi e lo guardò "Che cosa devo fare con te?". 
Severus non rispose, nemmeno lui sapeva che cosa fare della sua esistenza in quel preciso momento. 
-"Durante gli esami dell'anno scorso ti sei azzuffato con Potter e Black, adesso questo... Che cosa ti sta succedendo, Severus? Dov'è il mansueto ragazzino che se ne stava dietro il paiolo con gli occhi che brillavano euforici?"
-"Non lo so..." rispose flebilmente, fissando il tavolo dinanzi a sé.
-"Che cosa c'è che non va? Cos'è successo per farti cambiare così tanto?".
Sarebbe potuto rimanere lì seduto ad elencare i motivi fino all'arrivo ad Hogwarts, ma non desiderava tediare e seccare nessuno con i suoi tormenti e la sua melensa bile; aveva sempre avuto la sensazione di risultare noioso e pensante quando apriva bocca per confidarsi con qualcuno, a parte con Lily. Ma lei non c'era più, non per lui. Sentì formarsi un nodo alla gola e riuscì in tempo a cancellare la minima traccia delle lacrime che spingevano prepotentemente dietro i suoi occhi.
Era solo... solo più che mai.  
-"Niente. E' tutto a posto" 
-"Sai vero che dovrò metterti in punizione per quello che hai fatto?"
Severus annuì in silenzio, le regole erano uguali per tutti -a parte per Potter, Black e i Grifondoro in generale-. 
-"Sai che dovrai scontare questa punizione insieme a quella in sospeso dell'anno scorso?".
Lo sapeva eccome, non se ne era di certo dimenticato. 
-"Quando arriveremo ad Hogwarts disporrò tutto quanto, riceverai un mio gufo al più presto. Puoi andare" lo liquidò Lumacorno, piuttosto in fretta e con un velo di delusione nella voce, ma Severus non si stupì; in fondo alle persone non era mai interessato nulla di lui se non del suo talento. Che si aspettava? Che gli facesse altre domande per riuscire a strappargli qualche novità succulenta per dargli una mano? Tanto Severus non avrebbe mai risposto a qualsiasi domanda e in quel momento si odiava con tutto se stesso: aveva un disperato bisogno di aiuto, ma non voleva che qualcuno sapesse la verità.
Doveva cavarsela da solo, come aveva sempre fatto, come era abituato a fare prima che Lily arrivasse nella sua vita. 

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