4. Viridi Lilium

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Passarono settimane dall'aggressione a Tobias, era appena iniziato marzo. Tutto proseguiva in una calma attonita e barbosa, esaltata dal grigiore delle fabbriche di Cokeworth.

Severus era intento a giocherellare con dei gufetti di legno sul davanzale della finestra mentre guardava in strada. Erano il suo ultimo regalo di compleanno e lui li sfoggiava con fierezza, brandendoli come reliquie appartenenti al mondo magico a cui tanto desiderava unirsi. Non c'era giorno in cui non pensasse alle magnifiche storie di sua madre su Hogwarts e sulla storia della magia; pendeva dalle sue labbra in quei momenti e li rievocava quando tutto sembrava andare male. Vedeva in Hogwarts una seconda possibilità, una seconda casa; proiettava in quel mondo fantastico tutti i suoi desideri più reconditi e ineluttabili.
Stava facendo "svolazzare" uno dei suoi gufetti quando, ad un tratto, qualcuno attirò la sua attenzione al di fuori della vetrata umida. Si rizzò in piedi  cercando di comprenderee distinguere meglio l'abbaglio scarlatto oltre la condensa del vetro, poi scese in fretta dalla sedia, dirigendosi verso la porta d'ingresso.
Con la coda dell'occhio notò che Eileen, lo stava osservando curiosamente, nonostante fosse intenta a sistemare una grossa gonna -ovviamente con la magia- della Signora che serviva. Severus aprì la porta, fervente di entusiasmo e di aspettativa, abbagliato da quel sfavillare insolito di colori e si affacciò fuori di casa, noncurante della pioggia battente che iniziò ad inumidirgli gli indumenti. C'erano due bambine che si spintonavano e litigavano per chi dovesse tenere l'ombrello: una di queste era alta, con lineamenti spigolosi che l'assomigliavano ad una puledra scarna ed antipatica;  suoi capelli biondi le conferivano un'aria di altezzosità che Severus incassò con una smorfia sprezzante. L'altra bambina invece, che fin dal primo istante era stata strattonata con maggior prepotenza dalla bionda, aveva folti e mossi capelli rosso scuro e la pelle candida ricordò a Severus il manto di neve che copriva i lembi delle colline di Cokeworth durante le prime gelate. La bimba fece un veloce movimento -senza notare la sua presenza sulla porta- rivelandogli così il bagliore smeraldino e scintillante delle sue grosse iridi verdi.
-"Petunia, basta, dai!!" si lamentava la rossa, cercando di sistemarsi sotto l'ombrello per non bagnare l'unica parte del completino ancora asciutta, la gonna.
-"No, lo voglio io, lo devo tenere io... e spostati!!" strillò la bionda -che Severus dedusse fosse la sorella maggiore- spingendola. Con l'ultimo brusco strattone fece cadere a terra la rossa dentro una pozzanghera e finalmente poté impossessarsi una volta per tutte del maledetto ombrello. Vedendola cadere, Severus, fece un passo in avanti per andare ad aiutarla ma la timidezza lo fermò, limitandolo ad osservare il tutto. Si concentrò sulla rossa, gli dispiaceva vederla in quello stato, trattata così male: gli sembrava di vedere se stesso. Non era giusto che una bambina così docile e graziosa soffrisse tali angherie da parte della sorella, Severus non poteva sopportare quella malignità gratuita; voleva avvicinarsi alla rossa ed aiutarla a rialzarsi. Mosse un piede per andarle incontro, ma ancora una volta la timidezza lo bloccò, come se una corda lo stesse impiccando per lo stomaco e la gola contemporaneamente. 
La bambina rossa si rialzò, fradicia ed inzuppata di melma fino al midollo. Alcune tracce di fango le erano addirittura schizzate in faccia e sui capelli; il suo broncio esprimeva tutta la rabbia e il risentimento nei confronti della sorella. Era buffo il suo cipiglio e Severus, osservando bene le guance arrossate, alzò timidamente un angolo del labbro.
Era una ragazzina molto carina e raffinata, nonostante il fango e il naso arricciato.
La rossa si alzò lentamente, cercando di eliminare tutte le tracce di sporco sotto lo sguardo divertito - le risate sguaiate- della sorella. Severus affilò ancora di più lo sguardo e la vide dare una lieve spinta alla sorella maggiore. 
Ancora nessuna delle due si era accorta dei suoi occhi insistenti su di loro. 
Severus le seguì con lo sguardo, impietrito ed ammaliato dal guizzo dei grandi occhi verdi della rossa. Le seguì ancora e ancora, fino a quando non notò che vivevano alla fine di Red Avenue, proprio all'inizio del sobborgo successivo, un posto sicuramente più abbiente di Spinner's End. Quando le due bambine entrarono in casa, Severus sentì una strana sensazione al petto, come se gli mancasse il fiato, e gli occhi verdi della ragazzina dai capelli rossi gli erano rimasti impressi nella mente come un abbaglio di luce stellare. Respirò profondamente, sorridendo ancora all'immagine dalla rossa.; continuò a fissare quella porta così distante senza battere una palpebra, curioso e bramoso di vederla ancora una volta.
-"Severus, torna dentro che ti bagni tutto!" lo richiamò la madre. A quelle parole Severus si riprese, scosse la testa e tornò in casa.
-"Che cosa ha attirato la tua attenzione, Severus?" chiese Eileen con gentilezza e un grande sorriso stampato sul volto.
-"Niente mamma" bofonchiò lui, sollevando l'angolo del labbro "credevo di aver visto un gufo svolazzare..." concluse con profonda timidezza. Si sentì avvampare, il voltò gli andò a fuoco al solo ricordo della ragazzina rossa.
-"Ah bene, e dimmi... Di che colore era questo bel gufo?" disse la madre, vaneggiando con tono scherzoso.
-"Marrone..." mormorò indistintamente "un gufo reale marrone" rispose in fretta, cercando di controllare il respiro pesante che si era fatto largo in lui.
-"Mh, ho capito, è davvero strano sai... Sono animali notturni e difficilmente si avvicinano alle città, speriamo solo che ritrovi la strada per il suo nido!" ribatté Eileen tornando a concentrarsi sulla gonna che stava riparando, ma non era convinta, Severus lo percepì dal modo in cui aveva sollevato le sopracciglia. Lo faceva sempre quando qualcuno tentennava a darle una risposta. Severus tornò ai suoi gufetti quando la madre mise un po' di musica per accompagnare il momento, quel giorno scelse i delicati Images di Debussy che Severus tanto apprezzava.
Severus ripensò ancora una volta, insaziabile di quel sogno ad occhi aperti, alla ragazzina dagli occhi verdi. Era davvero molto carina e desiderava rivederla, studiarla e sapere tutto di lei. Come poteva non inseguire quella carezza di colore, calore e dolcezza in quell'inferno che era Cokeworth e la sua vita?

Quella stessa sera Severus la passò a studiare per le verifiche che le maestre gli avevano fissato per la settimana successiva. Non fu facile mantenere la concentrazione in una simile serata e dopo un "incontro" così ravvicinato con la bellezza. 
Doveva ad ogni costo rivederla così, non appena s'infilò sotto le lenzuola, iniziò a rimuginare un buon piano per apprendere quanto più possibile della ragazzina dai capelli rossi. Doveva memorizzare i suoi spostamenti, fare propri i suoi impegni; metabolizzare ogni singolo aspetto della sua vita.

La storia del PrincipeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora