"For a minute there, I lost myself
I lost myself".
- Radiohead, Karma Police
Aprile, 1994. Da qualche parte nel Veneto Meridionale.«Ti ricordi quando insieme studiammo il canto XXVI dell'inferno?».
«Certo, il canto di Ulisse».
«Sì... ricordi perché lo facemmo?».
«Stavo leggendo "Se questo è un uomo", di Primo Levi. Venni da lei e le chiesi di spiegarmi quel canto di cui l'autore fa menzione».
«Esatto. Te lo ricordi ancora? Perché mi piacerebbe che tu me ne parlassi, con le tue parole...».
Adela sorride con tenerezza, e annuisce senza pronunciare una sillaba.
Osserva il Signor Ranieri per qualche istante, e ne mette a fuoco i tratti: le pesanti borse violacee sotto gli occhi grigi, infossati; le profonde rughe che scavano nella pelle pallida, tappezzata di minuscole macchie solari; il naso aguzzo, ricurvo; la bocca esangue, dai cui lati sfuggono dei rivoli di saliva.
L'uomo ha una voce roca, spezzata, eppure la richiesta le suona innocente e candida, come se fosse stato un bambino a pronunciarla.
La stanza odora di disinfettante e di cibo; il tipico cibo di plastica degli ospedali.
Adela pensa a quanto odi quell'odore, e a come possano le infermiere sopportarlo ogni giorno.
Si liscia la gonna di jeans, cerca le parole più adatte per esprimersi e, dopo aver piantato gli occhi su un punto indefinito della stanza, comincia a parlare: «Primo Levi si trova in un campo di concentramento...».
«Più precisamente ad Auschwitz» puntualizza pronto Ranieri, con voce severa e benevola al contempo, nonostante questo gli costi un grande sforzo.
«Certo, ha ragione...», risponde paziente Adela, consapevole di come l'anziano professore senta la mancanza dei gloriosi giorni passati dietro la cattedra.
«...stavo dicendo... Sì, sta vivendo in condizioni di vita disumane», scandisce bene l'ultima parola, è lì che vuole andare a parare.
Le pareti della stanza sembrano di un color giallo sbiadito. Il colore dell'urina ha pensato Adela, la prima volta che ha acceso la piccola lampada posta sul comodino; sa che sono bianche, ma ormai il color urina domina la sua immaginazione nel momento in cui richiama alla mente la stanzetta dove è ospitato il suo "amico".
Dopo aver scelto le parole con cura, la giovane afferma: «Beh, in quel luogo, in cui agli uomini viene tolta la libertà, la dignità, dove vengono trattati al pari, o peggio, di bestie da soma, Primo Levi vuole condividere un ricordo».
«Il XXVI canto dell'Inferno di Dante», prosegue il signor Ranieri, un sorriso fiero gli compare sul volto.
«Esatto» replica con dolcezza.
«Per Levi è importante ricordare a memoria il passo in cui Dante parla con Ulisse, poiché il tema centrale della conversazione è la conoscenza. Essa è la virtù di ogni uomo, ciò che lo stimola a civilizzare e migliorare sé stesso sempre di più, spingendosi oltre i propri limiti, in un incessante e costante apprendimento».
In lontananza si sente il pianto di un bambino, che disturba la quiete: «È la conoscenza quindi che umanizza l'uomo. Primo vuole a tutti i costi ricordare quel passo, per dimostrare ai suoi aguzzini, ai prigionieri, a se stesso, di non essere una bestia. Che, nonostante le grandi privazioni, le denigrazioni, nonostante si sia arrivati a lottare come animali per la sopravvivenza, quei prigionieri sono ancora uomini. Lui è un uomo, lui non ha perso la sete di sapere. Lui vuole preservare la sua essenza».
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Apologia delle cattive ragazze
General Fiction- Vincitrice WATTYS 2021 - 1994, Nord Italia. Adelaide è una giovane dall'anima poetica e sensibile, insofferente a un mondo grigio e asettico come quello in cui vive. Le condizioni economiche della sua famiglia la costringono a svolgere lavori m...