"Se vivi la tua vita
con i rimpianti di ieri
e le preoccupazioni di domani,
non avrai un oggi per cui essere grato"
- Unknown
Sono passati circa quattro o cinque giorni dalla telefonata a casa.
Adela non si rende conto dello scorrere delle ore o dei giorni; a lei sembra di vivere un lunghissimo giorno, in loop.
Ha vomitato diverse volte, dopo la prima siringa.
Le pareva letteralmente di morire; mai nella vita aveva sentito le interiora rovesciarsi in quel modo, e in più di un'occasione ha rischiato di svuotare l'intestino lì, dove si trovava.
Ha avuto altre allucinazioni, stavolta da sveglia, e ha pregato di morire subito piuttosto che prolungare l'agonia.
Si è grattata fino a lasciarsi dei segni rossi sul corpo, e si è ustionata un dito che ha passato più volte sulla fiamma di una candela, per riacquistare la sensibilità alle mani.
Ora sta meglio, a parte la pressante insonnia che la tormenta.
Bastian dorme, è rimasto in piedi ore, senza mangiare né bere, a dipingere.
Quando crea non riesce a preoccuparsi d'altro, nemmeno di se stesso.
Una sera stava per svenire e lei ha dovuto sorreggerlo fino al letto, obbligandolo a mangiare un hamburger che il suo assistente, amico o quello che è, aveva portato loro alcune ore prima.
È un ragazzotto che non parla bene l'italiano, ma si esprime chiaramente in inglese, con la testa rasata sulla quale è tatuato un dragone della dinastia Ming.
Finché l'artista riposa, lei continua a vagare per la casa, come un fantasma, osservando l'ombra che la flebile luce della candela che tiene in mano proietta sui muri.
Hanno tolto la corrente il giorno prima; è ora che se ne vadano, ma Bastian non vuole sentire questioni fino a quando non avrà terminato il quadro.
Adela sospira, incapace di rallentare il battito del suo cuore.
Vorrebbe tornare a letto, ma sente che sarebbe inutile: non ha senso continuare a rigirarsi tra le lenzuola, rischiando di disturbare Bastian.
Mai come in quel momento si è sentita estranea alla casa; i muri scricchiolano, voci che bisbigliano frasi incomprensibili.
Forse è tutto frutto della sua immaginazione, la sua paranoia sta peggiorando da quando Madame non c'è più; eppure non riesce a liberarsi di quella fastidiosa sensazione sottopelle, quel disagio che la fa sentire come se i muri la stessero osservando, o peggio, biasimando.
Nonostante le volontà di Madame Cohen, di sua nonna, ha continuato a rimanere nella villa, ospite indesiderata che si è trattenuta troppo a lungo.
L'urna è ancora lì, le ceneri pregano per essere liberate, e tutto ciò che Adela ha fatto in quei giorni è stato seppellirsi fra le lenzuola, fare l'amore, vagare senza meta e sprofondare lentamente nella malinconia.
Una progressiva, inesorabile discesa nelle necropoli del suo animo.
Eppure sta bene, sente che il dolore si è anestetizzato, sente che l'ago della sua bussola umorale punta verso una confortevole apatia; galleggia in questa bolla ovattata, sospesa nel tempo, dimentica della vita "là fuori".
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Apologia delle cattive ragazze
Aktuelle Literatur- Vincitrice WATTYS 2021 - 1994, Nord Italia. Adelaide è una giovane dall'anima poetica e sensibile, insofferente a un mondo grigio e asettico come quello in cui vive. Le condizioni economiche della sua famiglia la costringono a svolgere lavori m...