"Il problema è
che la gente pensa di avere tempo"
- Siddharta Gautama
"Ma chére,
non sono mai stata brava con gli addii.
Forse è perché, nella mia vita, non ho fatto altro che fuggire.
Fuggire da me stessa, dal mio passato, da coloro che ho amato e che mi hanno riamata con ardore; dai luoghi carichi di ricordi, da tutto ciò che avevo avuto paura di chiamare casa.
Credo di non essere mai stata davvero parte di qualcosa, o di essere appartenuta a qualcuno, perché di fatto mi sono sempre sentita un'estranea, persino nella mia stessa pelle.
Le persone come me sono irrequiete, perennemente insoddisfatte, persino quando raggiungono ciò che vogliono, questo perché non sanno realmente cosa può far bene loro.
Siamo incapaci di vivere nel momento presente, ci torturiamo nell'attesa del momento successivo, sperando che sia migliore di quello appena passato.
Illusi, siamo un branco di illusi, vittime dei nostri capricci, tiranneggiati da una crudele volontà di potere, che ci consuma come foglie secche in un interminabile falò.
Ma chére, sei stata la mia espiazione per una vita fatta di bugie e tradimenti, arrivismo ed egocentrismo.
Quando ti ho vista per la prima volta, eri piccola come una bambolina di porcellana, un fagiolino che avrei tanto voluto stringere fra le mie braccia.
Ma eri là, dietro un vetro che ci separava, e io non potevo in alcun modo raggiungerti, dovevo accontentarmi di guardarti mentre stringevi i pugni e scalciavi, già irrequieta e curiosa come tutti noi.
Come me, come tuo nonno, come tuo padre.
Quando il dottore mi disse che aspettavo un bambino, una furia cieca mi investì.
Come poteva quell'esserino microscopico permettersi di rovinarmi così? Di rovinare tutto ciò che avevo costruito? Tutto l'impegno che ci avevo messo per arrivare dov'ero.
Non potevo permetterlo.
Dovevo fare qualcosa, ma sapevo che potevo contare solo su me stessa.
Di nuovo, mi ritrovavo a dover rimediare a un pasticcio degli uomini.
Una mia amica mi aveva parlato di una signora, una zingara, che aiutava le ragazze in difficoltà.
Senza parlarne con nessuno, senza nemmeno telefonare a Domenico, decisi di recarmi da lei.
Abitava nella zona del ghetto ebraico di Venezia; le strade puzzavano così tanto quel giorno, il tanfo era orribile e io mi fermai ben due volte per liberarmi della nausea crescente.
Quando mi accolse sulla soglia di casa, nessun dubbio mi attraversò la mente.
Andava fatto ciò che andava fatto.
Mi spogliai, mi stessi sul letto, respirai profondamente, mentre la vecchia bolliva gli utensili, per disinfettarli.
In quel preciso istante, non so se fu autosuggestione, ma avvertii qualcosa muoversi dentro la mia pancia: spingeva verso l'esterno, sembrava che volesse uscire e scappare, come se avesse intuito cosa stava per accadere.
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Apologia delle cattive ragazze
General Fiction- Vincitrice WATTYS 2021 - 1994, Nord Italia. Adelaide è una giovane dall'anima poetica e sensibile, insofferente a un mondo grigio e asettico come quello in cui vive. Le condizioni economiche della sua famiglia la costringono a svolgere lavori m...