1.4

460 29 31
                                    

"Ricorda che tu sei già arte,

Sia se sei un capolavoro,

o un progetto in corso".

- Unknown 

In tutto il paese risuonano i rintocchi delle campane.

La piccola chiesa è affollatissima, gli ultimi posti a sedere sono stati occupati da due corpulente signore.

Del resto, in molti conoscevano e stimavano quel professore originario di Venezia.

La vera città di Venezia, non le zone limitrofe i cui abitanti, per acquisire un po' di fascino, affermavano di essere "veneziani".

Adela non ha mai sopportato chi lo faceva.

«Di dove sei?» le era capitato spesso di chiederlo a giovani che conosceva in discoteca, nei centri commerciali, al mare.

«Di Venezia» capitava che molti di loro dicessero, e subito un barlume luccicava negli occhi dei presenti: «Di Venezia? Fortissimo» rispondevano quasi tutti all'unisono perché, nonostante si raggiungesse comodamente in un'oretta e mezza di treno, la città sommersa vantava un'aura di fascino pressoché mitologico.

Quasi quanto l'Atlantide di cui cantavano gli antichi.

Perciò era una delusione, se si scopriva che in realtà molti abitavano a chilometri di distanza dalla città metropolitana.

Per la giovane, quello era un luogo magico; che, ironia della sorte, aveva visitato appena due volte, entrambe molto deludenti: una volta con la zia e la nonna, ma pioveva a dirotto e si erano rifuggiate nel bacaro più vicino, senza vedere pressoché nulla.

La seconda volta con un gruppo della diocesi, esperienza triste e noiosissima, tutto improntato su una grande austerità e compostezza, con le suore del piccolo collegio della cittadina limitrofa che tenevano in riga i ragazzi come dei secondini con dei carcerati nel braccio della morte, dead men walking.

Il signor Ranieri, invece, a Venezia c'era proprio nato: a Torcello, per la precisione, dove era rimasto fino a che non aveva imparato a camminare; poi la sua famiglia, di cui si sapeva davvero poco o nulla se non che erano mercanti molto abbienti, si era spostata a Venezia, in un appartamento lussuoso che, tuttavia, al giovane Ranieri aveva cominciato ad andare piuttosto stretto.

Il peso della guerra si era fatto sentire, ma tuttavia la famiglia riuscì lo stesso a farlo laureare all'università di Padova prima, in lettere, e poi a Firenze.

Filologia romanza, o qualcosa del genere.

Tornato a Venezia, iniziò ad insegnare presso diversi Licei della zona e a tenere conferenze presso l'Università Ca' Foscari, finché non decise di seguire l'unica figlia in un paesino della bassa, dove questa aveva trovato l'amore.

Aveva continuato a insegnare in un liceo della cittadina limitrofa, e si era impegnato per risollevare culturalmente quelle zone povere e bigotte: più volte il suo "teatro all'aperto" aveva riscosso grande successo nelle calde serate d'estate, mettendo in scena opere di Goldoni e rivisitazioni dei capolavori della drammaturgia classica.

In realtà, Ranieri era sempre stato molto riservato, perciò tracciare una biografia dell'illustre professore sarebbe stato difficoltoso.

Persino la sua famiglia non avrebbe potuto rispondere a numerose domande sul conto del padre – marito.

Classe 1926, aveva avuto un'infanzia e una preadolescenza molto cagionevoli, con febbri altissime che lo avevano costretto a letto per buona parte del tempo; aveva preso lezioni da maestri privati e, nel tempo libero, aveva letto e riletto moltissimi romanzi, per poter passare il tempo durante le numerose convalescenze.

Apologia delle cattive ragazzeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora