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"Lei era la risposta

a una domanda che nessuno aveva fatto. 

E la soluzione, 

a un problema che non  esisteva".


Un giorno come un altro, pochi giorni dopo la piccola gita fuori porta, Adela inizia a sentire il peso della tediosità.

«Mi annoio», si lamenta.

È giovedì, e da tre settimane a questa parte, il giovedì è il giorno in cui Madame Cohen si reca presso lo studio di un medico privato.

Adela ormai l'ha capito, la donna deve avere qualche disturbo serio, eppure ogni volta che tenta di indagare, Marisa le fa muro.

«La signora non è mica più una ragazzina, le sue piccole magagne ce le ha anche lei! Non ti preoccupare, cuore».

«È ipocondriaca? Cioè, non te ne vai tutti i giovedì da uno specialista sennò», protesta la ragazza.

«Madame Cohen sta bene, è una donna che si prende cura di sé, tutto qui», la rimbecca Marisa, e Adela è indecisa se crederle o no.

«È uno specialista di cosa, poi?», incalza.

"Fila, signorina, hai una casa enorme a tua disposizione, prenditi un libro o ascoltati uno dei vinili della signora, sai che hai tutta la libertà».

Adela rovescia gli occhi e sale al piano di sopra, puntando alla biblioteca.

Mentre passa con lo sguardo i dorsi dei numerosi volumi, lo sguardo le cade su un particolare: sulla parete alla destra dell'enorme libreria, mimetizzata sul muro, c'è un porticina.

Se non fosse stato per il pomelo bianco e lucido, non ci avrebbe nemmeno fatto caso.

Quando prova a girarlo, nota che la porta si apre, anche se deve essere forzata un po'.

Lo spazio di muro tra la biblioteca e la stanza di Bastian conduce al sottotetto tramite una piccola scalinata.

Coprendosi la bocca e il naso con il gomito per evitare di respirare la polvere, Adela percorre la scalinata fino a una specie di stretta soffitta.

Quel posto è il regno delle ragnatele.

Strati di lanugine e pulviscolo ricoprono dei vecchi mobili accatastati uno sopra l'altro.

Adela è costretta a mettersi la mano anche sugli occhi quando, per sbaglio, urta una credenza talmente immersa nella polvere da sembrare fatta di feltro.

Alcuni teloni bianchi coprono parte della mobilia, dando all'ambiente un aspetto ancora più sinistro.

Dei tascabili mezzi mangiucchiati dai topi sono sparsi a terra, una bicicletta a cui manca una ruota sbuca da un incavo tra due armadi.

Uno scatolone con alcune cassette di musica e dei giornali americani attira l'attenzione di Adela, ma solo finché la giovane non si accorge che si tratta per lo più di artisti jazz e quotidiani degli anni settanta.

La gamba di una bambola di porcellana è stata buttata alla rinfusa dentro lo scatolone.

Adela si augura di non ritrovare il resto del corpo, sarebbe al quanto inquietante. Nascosto sotto un telo bianco vi è un baule porta giocattoli.

Un'apparizione che subito desta la curiosità di Adela.

Se i signori Cohen non avevano figli, perché in soffitta c'è un baule di questo tipo?

Apologia delle cattive ragazzeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora