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"La cosa peggiore che puoi fare

è interromperli mentre parlano

di qualcosa che amano davvero"

- A. R. 

L'occasione giusta si presenta la sera stessa quando, dopo cena, Madame Cohen si ritira, esausta, nella sua stanza.

Marisa e Adela stanno sparecchiando la tavola; quest'ultima approfitta della situazione e, mentendo, chiede: «Marisa, perché nell'anta dell'armadio in camera mia c'è scritto Frances?», esordisce, con una bugia parziale, per poi attendere la reazione della donna.

Marisa, che fino a quel momento aveva fischiettato allegra, si interrompe bruscamente.

«Bambina mia, non conosco tutti gli angoli e le crepe di questa casa», risponde la donna, cercando invano di modulare la voce per nascondere la stizza.

«Andiamo, Marisa. So che sai di cosa stiamo parlando».

Un'ombra attraversa il volto della governante: «Sì, è proprio per questo che so perché non parlarne».

Adela aggrotta le sopracciglia: «Hai detto che i Cohen non hanno mai avuto figli, eppure in soffitta ci sono vecchi giocattoli, un armadio in cui è inciso un nome di ragazza e...», Adela si trattiene dal parlare del diario. «Insomma, è solo una curiosità, non capisco perché tante storie quando si tratta dei nipoti della padrona», prosegue con naturalezza.

Il tono calmo della ragazza induce Marisa a rilassarsi e a parlare. Dopo aver tirato un sospiro, la donna invita Adela a sedersi.

«Ti avevo già detto dei nipotini, di come il signor Alexander li adorasse. Ti ho detto della Francesca. Io non sono mai riuscita a dire quel nome americano, ma hai capito che è lei! Sono la stessa persona, scusami se sono un po' cialtrona con le parole».

La donna ha uno sguardo buffo, e Adela prova una sorta di tenerezza.

«Non te ne parlo perché, perché... Che c'è da dire?».

Una lacrima le imperla la guancia, e per quanto in fretta si sia asciugata, la giovane l'ha vista.

«Marisa, è successo qualcosa in questa casa, non è vero? Perché nessuno fa visita a Madame Cohen? Perché è sola e abbandonata a se stessa? È fredda anche con Bastian!».

Annuendo, esasperata, la governante si decide a chiarire ogni cosa: «I padroni non hanno mai avuto figli, credo non fossero portati per fare i genitori. Il signor Alexander era ancora un bambino per certi aspetti, gli si addiceva meglio il ruolo di compagno di giochi. Per quanto riguarda la signora... La signora ha avuto una vita particolare, non so se...», Marisa lascia la frase sospesa a metà.

«Però, sai, i bambini sono un dono del signore, chi non vorrebbe averli in casa finché giocano e ridono e riempiono le stanze con le loro voci?».

Adela fissa con intensità Marisa, curiosa di sapere dove andrà a parare.

«Il signor Alexander non aveva mai fatto colpo sui figli del fratello David, due marcantoni che fin da piccoli avevano presentato un carattere fiero e prepotente. Non che il padrone si fosse impegnato molto con quei nipotini, anche perché all'epoca i rapporti con David si erano un po' inaspriti. Le gelosie fra fratelli».

Marisa si siede al tavolo, e Adela la imita.

«Tutto cambiò quando nacquero Sebastian e Francesca».

Adela avverte un colpo al cuore per la curiosità, la storia si sta facendo interessante: «Francesca era la figlia femmina di David, mentre Sebastian era il primo figlio di Joseph. Nacquero lo stesso giorno dello stesso anno, Sebastian che era quasi notte, Francesca un po' prima, nel tardo pomeriggio. Fecero una grande festa per accogliere i due nascituri, anche perché era stato un miracolo il loro venire al mondo».

Apologia delle cattive ragazzeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora