2.11

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"Te ne starai lì in piedi

a guardarmi bruciare.

Ma va bene perché mi piace

il modo in cui ciò mi ferisce"

- Love the way you lie 


Il giovane sta ancora dormendo, Adela osserva il suo petto nudo che si alza e si abbassa con regolarità.

Si siede sulla panca sotto la finestra, rannicchiata su se stessa, il mento posato sulle ginocchia.

Non riesce a smettere di osservare la fotografia, osservare il modo in cui quel giovanissimo Bastian tiene la cugina sulle proprie gambe, lo sguardo tenero e al contempo provocatorio di lei, velatamente ammiccante.

Un moto di gelosia la pervade e, per quanto si ripeta che si sta comportando da stupida, non riesce a liberarsi della sgradevole sensazione.

Rimane così un'ora, persa nei suoi pensieri, prima che Bastian si ridesti.

«Baby, che fai lì? Torna a letto», le dice, la bocca impastata.

«Non posso», risponde lei, asettica.

«Brutti sogni?».

«Sono più i miei pensieri da vigile il problema».

Bastian rimane interdetto alcuni secondi.

«Cos'hai lì», le chiede.

«Dimmelo tu».

I due rimangono così, immobili, a fissarsi.

Bastian non respira neanche, per un istante sembra essere un manichino ben realizzato: «Adela, che sta succedendo?».

«Di che è morta tua cugina?», inquisisce lei a bruciapelo.

«Cosa?», il tono di Bastian tradisce la sorpresa.

«Avevi una cugina, Frances, siete nati lo stesso giorno dello stesso anno, a poche ore di distanza. Lei è morta, ti sto chiedendo che le è successo».

Bastian si alza dal letto, si mette a sedere e si prende la testa fra le mani.

«Perché mi parli di lei?».

Adela gli mostra la foto, e il giovane serra la mascella.

«Cosa c'era tra di voi?», la voce della ragazza è dura, ma spezzata.

Bastian rimane in silenzio.

«Ora lo so, perché tutta questa attenzione verso di me, verso il mio aspetto. Il caschetto che mi metterebbe in risalto il viso mi hai detto, perché dire che volevi farmi assomigliare a lei suonava squallido».

«Adela, abbassa la voce e calmati».

«Io non mi calmo! Da quando sono qui non avete fatto altro che raccontarmi un mare di bugie, tenermi all'oscuro dei fatti più importanti della mia vita. Madame Cohen e Ranieri sono i miei nonni, per anni hanno spiato me e mio padre, Madame Cohen aveva pianificato il suicidio già da chissà quanto tempo, questa casa trasuda segreti dalle pareti e qui sembrate tutti farvi beffe di me. Sono così stupida da non rendermi conto di quello che mi capita sotto il naso? Fin dal primo giorno ho dovuto calibrare le parole, evitare argomenti, non fare domande, sottostare a regole prive di senso, fino a perdere la cognizione della realtà!»

«Adesso gli altarini sono scoperti e io pretendo risposte, quante cose ancore emergeranno dai cassetti, dagli armadi o dai vostri lapsus? Spiegami questa fotografia che cosa significa, dimmi che non è quello che penso».

Apologia delle cattive ragazzeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora